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Qualcuno lo conosco!
Domenico Sponza-Mimi- e l' UBoot 20
Uomini anonimi e pesci personalizzati
Guardando la Laguna: Erbe e Piante
Pellegrini della Fede- In Nome di Dio
La Triaca o Theriaca
La Settimana Internazionale del Cinema a Grado
Il Safon e Pasolini
Il Gambero che spara
Il Castrum Gradese
Ritrovamenti
Sognare un futuro, senza lavoro
Sondaggio sotto la cintura
Ancora il borgo è la, piccolo e forte,
che su la terza lapide in vedetta
ospitava la vigile coorte.
E ancor l'isola brilla oggi si eletta
che custia l'acque gradate e smorte
e da Marte gradivo era protetta.
Quivi l'ara di Belo e il baluardo
di Marco Aurelio incontro a Marcomanni
quivi l'arrengo che il voler gagliardo
dell'isole guidò per duecent'anni.
Quivi Paolino e Leonardo
e Niceta e Cristoforo gli scanni,
il santo incorruttibile stendardo
che fece indietreggiar volghi e tiranni,
e voci dello stato le campane
che in armi raccogliean plebe e governo
di libertà repubblicana usberghi.
Ma le memorie delle età lontane
Grado conscia e fedele educa il verno,
l'estate affacendata apre gli alberghi."
Riccardo Pitteri
Mutanti
Il Rigassificatore
Massi Cicogna - Massi Tachelo
Il Chiodo fisso - la Dieta
La Pineta - (al Taroto)
Questi gli atti normalmente pubblicati all'Albo:
* deliberazioni, ordinanze, determinazioni, avvisi, manifesti, gare, concorsi e altri atti del Comune e di altri enti pubblici, che devono essere portati a conoscenza del pubblico come atti emessi dalla pubblica amministrazione;
* avvisi di deposito alla casa comunale di atti finanziari e delle cartelle esattoriali;
* alcuni importanti provvedimenti (piani urbanistici, del commercio, del traffico, ecc. ecc.) vengono depositati presso la Segreteria a disposizione del pubblico;
* infine, alcuni particolari atti riguardanti privati cittadini, come il cambio di nome e/o cognome.
L' Albo Pretorio
Vincenzo (Enzo) Italia
Leto e Fogo
In t'una casa de Gravo vecio
un dì gno nona la m'ha portao,
per fame veghe un sovo logo
comò che i veci i lo ha lassao.
Gera un logo, leto e fogo,
cò la napa e cò 'l fugher,
una banca, tre carieghe,
la scansia e l'armer.
La sinisa e la caina
cò 'l laveso e 'l cugiaron
una tola e 'na mastela
' i do sigi ' e 'l pagion.
Tre ciodi per picatabari,
la porta cò un vecio sartelo,
la lanta cò dò sichignole
un lume e 'na broca e un cain.
Gera un picolo museo
duto quel che gera là,
in quel logo leto e fogo
un'antica realtà.
Che diferensa fra noltri e ili,
che scarsa vita i ha passao,
cò poca roba in quela volta
comò i feva m'he domandao.
Lunario de Otobre di Giovanni Grigolon "Trombai"