
Gruppo di pescatori gradesi con militari italiani nel 1916
Il Diluvio Universale
Raffreddore.
Si prende una mela cotta, la si pela e la si taglia a pezzettini mescolati con un po’ di olio di mandorle.
Bambini col “late ingropao”.
I bambini hanno male di pancia. Gli si da un infuso fatto da tre dita di acqua e tre foglie di “laverno (alloro). A piccole dosi ogni quarto d’ora a cucchiaini.
Vermi.
Tre dita di latte e un po’ d’aglio. Lasciate bollire e dare l’infuso ai bambini a digiuno.
Altro metodo: latte di capra e tre chiodi bollenti dentro il bicchiere.
Altro metodo: si prende un verme del bambino, lo si fa seccare su un qualcosa vicino al fuoco, lo si riduce in polvere e lo si da al bambino a digiuno. Se il bambino “l'ha i vermi, questo li gheta fora duti quanti”.
Altro metodo: cucinare assieme olio e aglio e ungere il preparato sull’ombelico del bimbo, alle tempie, sotto il naso e sulla gola.
Brufoletti agli occhi che danno molto fastidio.
Rimedio: mettere l’occhio nella boccetta piena d’olio per 3 mattine a digiuno, quando si guarda dentro si sputa per terra e si batte il piede per 3 volte.
Pedoci in testa.
Rosso di uovo sodo e strutto, si mescola bene bene e lo si spalma sulla testa. Si copre la testa con un fazzoletto e si va a letto. Alla mattina vi ritroverete tutti i pidocchi e altre bestioline tutti morti tra i capelli.
In alternativa si può usare aceto e tabacco con un infuso di fiori.
Rogna.
“Gratando se va in gloria”. Infatti la rogna Fa bene al sangue (purga al sangue) e bisogna tenersela per un po’.
Oleandro macerato nell’aceto per ottenere una pozione che vi farà passare la rogna.
Tegna.
E’ uno sfogo del sangue. Per sconfiggerla: ungere la testa di olio da cucina e asciugarla con un po’ di farina di fava. Altrimenti: scorze di melograno messe nel vino per 24 ore e lasciato a bollire. Tutto va messo, una volta raffreddato, nei capelli.
Mal di gola.
Masticare un po’ di foglie di carciofo selvatico succhiandone il succo.
Febbre.
Sette grani di pepe da mandar giù a digiuno una mattina, nove la seconda e unici la terza.
In alternativa: sei o sette spicchi d’aglio alla mattina sempre a digiuno.
In alternativa: 5 spicchi d’aglio pestati assieme con della cenere e messa attorno al dito anulare della mano sinistra per un giorno o due.
In alternativa: legare sul corpo dell’ammalato una rana viva messa su un sacchettino. La rana assorbirà il male e morirà stecchita.
Per la febbre fa bene bere anche un po’ di urina (la propria se uno no fa piacere bere quella dell’amico).
I "fantulini e l'inverno"
Fotografie rare
1989- Gradese Gemonese
Viso de mansion lavao (brutto e secco)
Viso de Sbuafa, de socolo, de cugiaron (indicatissimo per costruttori)
Viso de luna piena, de sete stiafi (da indirizzare a chi ha l'aria del pretino)
Viso de canevassa, de liron, de botasselo (indicato per grandi mangiatori)
Viso de patapunfete, de sardele a fete (per morto di fame)
Viso de tola, de cul de can de cacia (bugiardo patentato)
Cavo de batelon (testardo)
Cavo mato, cavo de nembo (gera al nostro poeta, furioso)
Vogi de magon, de 'rologio (quelli che si sorprendono sempre)
Vogi de sepa straca, de ribon (più falsi dei soldi)
Naso de fofolo, de fracia (naso schiacciato da pugile)
Naso de patata, de forcola (naso grande e sporgente)
Sarvelo de mancolo, de galina pepola (quando il cervello è assente o spento)
Cavili de sagola, de stopa (indica non troppa pulizia)
Suca de opolo, de talpon (stupido, ignorante)
Le offese in "Graisan doc"
Buonasera,
sono Mauro Iannuzzi, responsabile tecnico dei S.I. del Comune di Grado.
Chiedo la Vs. collaborazione per dare la massima diffusione possibile ad un'iniziativa che riteniamo molto importante per cercare di ridurre il fenomeno del digital-divide nel territorio di nostra competenza.
Dopo una lunga ricerca, in collaborazione con il sig. Livio Santin, abbiamo reperito un ISP (Internet Service Provider - fornitore di servizi internet) operante nella zona che e' disposto a aprire un punto di presenza wireless per i cittadini di Fossalon.
Questo punto di presenza permettera' ai cittadini di essere coperti da un servizio simil - Adsl e di poter accedere a internet in banda larga.
Non occorre che spieghi a Voi cosa questo fatto comporti
E' precisa volonta' dei S.I. di dare il massimo eco possibile a questa iniziativa e anche alla riunione informativa che si terra' il giorno 27/11/2010 ore 10.30 presso l'ex scuola materna di Fossalon (ora sede dell'associazione Piter Pan) dove verra' presentato il progetto e si raccoglieranno le adesioni dei cittadini interessati
Anche altre frazioni del nostro Comune, se questo primo esperimento dara' i risultati sperati e condizioni tecniche permettendo, potrebbero essere raggiunte dal medesimo servizio in un futuro nemmeno troppo lontano...
Abbiamo predisposto l'invio di una comunicazione cartacea ma, per permetterci di raggiungere il maggior numero di interessati possibile in tempo utile, Vi chiedo di voler dare un piccolo spazio a questo mio messaggio nei Vs. blog/siti web
Ringrazio anticipatamente anche a nome del Comune e porgo cordiali saluti.
--
Mauro Iannuzzi
Sistemi Informativi
Adsl - a Fossalon
Bonassa, bonassa in candela(calma di vento); stelao (cielo stellato); pimpignola (tempo tiepido); remolo (scirocco umido);
brusera, solana, sofego,sofegasso (calura); sol che leva (alba); sol a piombo (mezzodi); sol a monte (tramonto); nuolo, cagnoti, nimbi, sente (nuvole); cargaura, negraura (scuro prima del temporale); caligà de mar, de tera, de busata (temporali);stratempo, nevera, neverin (tempeste di neve); Sionera (mulinello di vento); brisada (brinata); aguasso o sguasso (rugiada); sgrisoleo (piccole onde); redondeo, refondon (onda lunga di scirocco) sirocal (burrasca di scirocco); cressente (acqua che sale) montana (acqua di piena) dosana (acqua che cala) colma (massimo di marea) seca (minimo di marea) fele (acqua ferma) punti de acqua, ordene de acqua (dal ciclo di marea lunare); fortunal (vento forte); cavaisso (mare mosso e sporco) buriana, burasca, tampesta (burrasca), bave perse (venti di direzione variabile) reganasso (acquazzone), scrimisin (pioggerella)
Le condizioni meteo in gradese
Lo stemma di Grado
Il Cretino
Sabionanti manegoldi,
Che la pala e la sigera
Co la zagia ve dà i soldi
E de ‘l vin ‘vé la bandiera!
Mo ‘ndé via, ‘imbriagonati
Grami voltri e sto mistier;
No savé se gnanche nati
Vé i figiuoli e la muger!
Maladiti, nome buni
De paciah e de beveh a ufa,
E de femene e cucuni
Coreh in trassia e fah barufa!
Che cô ‘ndé int’un’ostaria
Vignì fora sempre in bê,
Puo ‘ndé a casa, e sia o no sia,
Biastemé e volé cafè!
Sì, lassé che ve diseno
S-cieta e neta veritae,
Perché noltre cognosseno,
Seno femene mariae:
‘Vé spianao l’Ara-de-Pali,
Spianarave ‘l Monte-Re,
Surbirave anche i canali,
‘Ngiutirave l’Arcombê!
Le femene de i sabionanti
Dario RAUGNA alla carica di Presidente
:Emanuela CONTIN alla carica di Vice presidente
Comitato degli Usi Civici di Grado
Il Bagno delle donne
I sogni, l'interpretazione graisana
La mota Safon e i "Graisani de Palù"
Le biavitae descritte da Biagio Marin nella sua incontaminata poesia in gradese ritrovano, anche nella stagione autunnale – invernale una emozione impagabile. La laguna si trasforma regalando colori ad ogni batter di ciglia.
Dicembre richiama le emozioni ed i sapori della consunzione dell’estate, i richiami autunnali per passare, dal mare alla laguna, dalla laguna alla terraferma, al tempo della vendemmia. Per qualche amico fedelissimo di Grado il fuori stagione concede il tempo per richiamare alla memoria le settimane del cinema muto nonché le anteprime pasoliniane, l’antifestival di Venezia.
Riandare col ricordo, a balzi di decenni, all’esperienza complessa ma entusiasmate e di gran prestigio, delle Settimane Internazionali del Cinema, mette addosso nel ricordo di molti un misto di nostalgia e di sconforto. Nostalgia per un’epoca ormai lontana, sconforto per una iniziativa miseramente sfumata.
Recuperiamo alcune righe vergate a testimonianza del sindaco di Grado negli anni che vanno dal 1969 al 1972, è appunto Nicolò Reverdito ad offrire spunto per tracciare i confini di un’occasione perduta per l’isola del sole e il suo antifestival di Venezia.
“L’idea di una manifestazione di Cinema a Grado nacque in quel finire degli anni sessanta quasi per caso. Fu Pier Paolo Pasolini a suggerirla dopo la prima di Porcile.
Il regista sconsigliando il solito festival indicò agli amministratori di allora un percorso culturale della storia e dell’esperienza cinematografica. Nacquero così le settimane del cinema di Grado il tutto fondato sull’entusiasmo e la collaborazione.”. Tutto era stato programamto in maniera collaboraztiva, oggi si direbbe senza un format: una segreteria con l’instancabile segreatrio comunale Aldo Venier, la collaborazione del giornalista Renzo Corazza e Nico Naldini. Ma su tutto e tutti l’aiuto prezioso ed il costante e continuo suggerimento di Pier Paolo Pasolini. Non dimentichiamoci del maestro Zigaina. “Grazie a queste ultime presenze autorevoli Grado potè attingere alle cineteche nazionali di Parigi e Mosca, le amicizie e conoscenze professionali portarono a far donare al Comune dell’isola del sole il film Olimpya di Leni Riefenstahl oggi di proprietà. Grazie al poeta di Casarsa l’Istituto luce offrì prezioso materiale.”
In ognuna delle settimane cinematografiche il regista Pier Paolo Pasolini affiancò una prima del suo patrimonio cinematografico.
Indiscutibilmente rimane permeato il ricordo di Maria Callas per gli esterni del Medea girati in laguna, un ricordo fortissimo e anche questo ricordiamo che Medea doveva essere proiettato in anteprima mondiale a Parigi e Pasolini in omaggio a Grado “costrinse”- meglio convinse il produttore ad una illustre contemporanea: Parigi Grado.
Tra gli archivi dei giornali dell’epoca, purtroppo in gran parte scomparsi – troviamo firme importanti degli inviati alle settimane gradesi: Parise, Vigorelli, Bettiza, Grassini eccc, Le presenze autorevoli di Sergio Leone, Franco Parenti Alida Valli.
La mitica Bertini voleva il trucco con i tiranti, la Valli (che negli anni ’90 ritorna nell’isola girare un film Vin santo per una produzione italo tedesca) allora ci ricordò che si commoveva quanto i gradesi la epitetavano “benedeta” pur consapevole della tipica inflessione lagunare.
Nessuno, dei nostri vecchi, ha dimenticato la figura di Maria Callas, preceduta da una fama di indisponibile ed irascibile alla quale fece riscontro una diva, splendida donna persino disponibile alle piccole faccende in laguna in attesa del ciack.
Dalla mota Safòn all’isola di Anfora dove si perfezionavano le puntate con il poeta gradese Biagio Marin capace di incantare tutti: dagli operatori alla Callas.
Molti i ricordi. La scarsa lungimiranza e sicuramente i pochi contributi costrinsero le amministrazioni a scrivere, a malincuore, la parola fine- the end.
Altri più attenti si inserirono in quel filone rivitalizzandolo e conquistando una fascia di pubblico importante. Grado ha un sussulto nel settembre del 1996 apre alla grande rassegna intitolata “ 100 anni di cinema da Lumiere a Pasolini” sette giorni di proiezioni dedicate alla figura dell’eccezionale intellettuale e regista italiano contrubuendo a testimoniare le settimane internazionali del cinema.
Nell’occasione venne offerta una sintesi i giovani si dichiararono entusiasti e tutti provarono nostalgia di un’epopea ormai lontana un mito.
Le settimane cinematografiche riuscirono a calamitare a Grado l’attenzione di produttori e critici cinematografici impegnati al Festival del Cinema di Venezia.
La rassegna gradese assunse ( non solo per la concomitanza temporale) il ruolo di Controfestival di Venezia in occasione delle quali Pasolini presentava in anteprima le sue pellicole.
Il comitato promotore della prima edizione era composto dal critico cinematografico di Venezia Ernesto G. Laura, dal poeta regista Pier Paolo Pasolini, dai critici Paolo Gobetti e Giacomo Gambetti, dal pittore Giusepe Zigaina, dal professor Davide Turconi, dal regista Mario Volpi e dalla professoressa Adriana Maria Prolo, oltre che dal sindaco di Grado Nicolò Reverdito.
Alla prima rassegna intervenne Francesca Bertini, la prima diva del cinema italiano interprete di oltre 120 films ( debutta nel 1904 con “La dea del mare” ultima apparizione a fianco di Nino Taranto e Abbe Lane in “A sud niente di nuovo”.)
Introdotto da Carlo Bo, nel 1971 PaSolini presenta a Grado in anteprima italiana il Decameron coincidente con la giornata inaugurale della seconda settimana internazionale del cinema dedicata al cinema western.
Presente il grande Sergio Leone.
Una rassegna che ebbe un successo incredibile di critica e altrettanto pubblico tanto che gli organizzatori furono costretti a bissare le proiezioni per soddisfare le richieste di pubblico che non ne voleva sapere di abbandonare la sala del Cinema Cristiallo, sede storica della manifestazione.
“I racconti di Canterburry” inaugurano la terza edizione improntata sul film documentario, che ha visto la presenza di Leni Riefenstahl, la regista legata ai cupi trionfi del nazismo e autrice, (primo occhio femminile sulle olimpiadi) del famoso Olympia realizzato con ben 23 cinecamere offerte del regime di Hitler e che risultò un boomerang per lo stesso regime e del popolo ariano sconfitto dalla classe dell’atleta di colore Jessie Owens.
Nell’arco dei tre anni Grado si era gustata la storia del cinema …altri presero per mano l’iniziativa fortuna: che in una sorta di staffetta il tutto rimase in regione con Cinemazero a Pordenone. Sfortuna per Grado.
leonardo tognon
Ancora Pasolini a Grado
“Figli, lo Stato aiuterà solo le coppie sposate con figli”
Comincio a pensare che il fatto davvero preoccupante dei nostri politici è che loro, che dovrebbero occuparsi dei bisogni e dei problemi della gente, si ostinano ad ignorare la realtà che è sotto gli occhi di tutti da anni: le cosiddette coppie di fatto, i figli nati fuori dal matrimonio, le unioni tra persone dello stesso sesso, le convivenze "altre" rispetto al matrimonio tradizionale non sono più rare eccezioni, ma finiranno per rappresentare la maggioranza dei casi.
La parola "famiglia", così come tante altre, designa con ogni evidenza qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che voleva dire quarant'anni fa.
Insistere a non volerne prendere atto significa rapportarsi con un'Italia astratta, teorica, che non rispecchia più, se non in modo del tutto parziale, le scelte e gli orientamenti delle persone in carne ed ossa.
Quelli che dovrebbero governarci, insomma, si rivolgono ad un paese che non esiste più, e il bello è che lo fanno con la tracotanza senile di chi pretende non soltanto di conoscere la realtà, ma perfino di disciplinarla: reperti malinconici di un'epoca completamente superata dalla realtà, mimano il piglio dei leader ma si ritrovano sempre più spesso a parlare da soli sbrodolandosi addosso.
Nella Costituzione e nella legge vigente non è solo il matrimonio a dare luogo ad una famiglia e a obbligazioni famigliari.
Anche la filiazione, a prescindere dal matrimonio, dà luogo a una famiglia e ai connessi diritti e doveri.
Aiuti di Stato alla famiglia
ma guarda questo stronzo, ma che gli ho fatto? poi per ripicca penso che di lì a poco l’avrei cancellato sicuramente io e che mi ha solo preceduto di poco.
Unfriending su Facebook
La Strada Belvedere-Grado
Ospizio Marino
La Società Pescatori Lagunari di Grado
L'Istituto Marinaro A Grado
Te vevo perso Cristo.
Te serchevo
in cese iluminàe,
sora de altari ornai
de otuni lusenti,
de tovagie ricamae
nasando profumi
de fiuri e de incensi.
No t'é catao!
T'é sercào anche
in cese pìcole, bandonàe
sensa fiuri, ne ori, ne lumi
nasando oduri de mufe
de timpi passài.
No t'é catao!
Un cameron de un ospissio
scuro, adobao de tristessa.
In un leto de fero
un muceto de ossi infagotao,
do oci persi in un volo de ricordi,
'na vose, quasi un sangiosso:
- Tu son qua?
E' bagnao do lavri sichi,
è caressao un viso intrapolao;
cavili suai, color del grasso.
- Si, son qua cò tù!...
Co 'na man de cera n'te la mia
al sa, contento, indormensao.
Ancora son tornao e ancora e ancora.
Finalmente, Cristo, te vevo catao!
Lunario di Novembre