30 giugno, 2021

nuovo Caligo a grado

E' un' alba strana, silenziosa più del solito.


Una colata di umido opaco che si è riversata  attorno alle cose. 

Non le ricopre, non le accarezza: le offusca. 

Ha il suo fascino il  caligo, qua da noi. 


Arriva come un padrone che torna a casa dopo le vacanze: 

ha le chiavi di tutte le porte come fosse roba sua. 

Penetra dentro i vicoli, le strade, le porte, fin dentro alle giacche, alle pelle, alle ossa. 

E’ dentro e fuori, non lo puoi evitare o schivarlo, come la malinconia. 

Serve a farti meditare, al caligo, perché quando non vedi più le cose  con il loro contorno abituale sei costretto a pensarci di più. 


Cerchi di ricordare dove cominciano e dove finiscono le cose, 

che forma hanno quando al caligo non c’è. 

Anche tu pensi e ti ridefinisci, cercandoti in quel lattiginoso bianco che riesci a fatica a respirare: senti che non sei più quello di prima, 

ma una cosa che si ingolferà e nasconderà nei cappotti, nelle sciarpe di lana, 

seppellirà i capelli nei berretti, farà pensieri che prima di uscire allo scoperto  dovranno attraversare strati di stoffe. 


Le parole che usciranno dalla bocca non saranno più parole e basta ma sbuffi di fumo, vapore, caligo anch’esse. 

Perderanno i loro contorni nell’aria invernale. 


Il sole è matematica, al caligo è filosofia. 


Ciò che era così netto prima diventerà fiabesco, per infiltrarsi, 

come al caligo, in volute di fumo tra le lane dei maglioni, 

passare sotto le porte chiuse per paura del freddo e dell’umido. 


E' un' alba strana, Alba de Caligo 

29 giugno, 2021

Le Mariegole


La mariegola, dal latino "matricula", o Regola Madre, nelle Scuole di Venezia era lo statuto dei diritti e dei doveri degli aggregati. Era costituita dai capitoli della originaria stesura e dalle modifiche e integrazioni intervenute nel corso degli anni a causa di delibere, decreti o proclami.

Più in generale, una mariegola è un libro "nel quale sono raccolte le leggi sistematiche di alcune Corporazioni di arti ed anche di luoghi pii"[1], dunque statuti di confraternite religiose o associazioni e corporazioni laicheArchivio di Stato di Venezia ScgMis: scuola grande della Misericordia detta della Valverde ScgSMC: scuola grande di Santa Maria della Carità ScgSGE: scuola grande di San Giovanni Evangelista CoXc: Consiglio dei Dieci, comune CoXm: Consiglio dei Dieci, misti Inq Scg: Inquisitori sopra le scuole grandi ScpS: scuole piccole e suffragi Pc: Provveditori di Comun FGC: Fondazione “Giorgio Cini” BMC: Biblioteca del Museo Correr Altre abbreviazioni correnti b., bb.: busta, buste c., cc.: carta, carte fasc.: fascicolo inv.: inventario mar.: mariegola ms.: manoscritto r: recto reg.: registro s.d.: senza data s.l.: senza luogo v: verso

Le mariegole latine della scuola di Santa Maria e San Francesco dei mercanti ai Frari Relatore Ch. Prof. Gherardo Ortalli

28 giugno, 2021

la Gradese e massi Cicogna


GRADO Ricordare la

Gradese attraverso uno

dei personaggi più importanti

della storia della società

per la valenza didattica

dei suoi insegnamenti

di gioco e di vita verso

i più piccoli. È quanto ha

deciso la dirigenza lagunare

presieduta da Angelo

Marin incentrando la

rievocazione dei 60 anni

di vita della gloriosa

squadra rossoscudata (è

nata nel 1950 a seguito

della fusione di due squadre

amatoriali) nel ricordare

“Massi Tachèlo” ossia

Massimiliano Cicogna.

Sarà, infatti, un quadrangolare

tra i pulcini

delle migliori squadre

della regione e la formazione

locale a dar vita al

“Memorial Massi Tachèlo”.

Sono pure previsti

una mostra fotografica

e la proiezione di video

storici.

Il torneo e i semplici

ma significati festeggiamenti

sono previsti domenica

prossima. Quest’anno

la Gradese gioca in seconda

categoria. È da sola

al comando del girone

ma a seguirla da vicino

vi sono alcune quotate

formazioni. Fra queste il

Moraro che proprio domenica

giocherà alla

Schiusa.

Sarà una giornata di festa

per ricordare le grandi

avventure, gli incredibili

successi che hanno

portato la Gradese a giocare

addirittura in Serie

D. Per far capire quanto

la formazione lagunare

sia nei cuori della gente

del luogo basta vedere la

foto del campionato

1973-1974 con la tribuna

della Schiusa gremita.

Quell’anno i rossoscudati

non solo si aggiudicarono

il proprio girone di

Prima categoria ma conquistarono

anche, battendo

il Maniago, il titolo regionale

di categoria. Nella

storia della società vi

sono racconti, leggende,

ricordi e avvenimenti, diciamo

così, poco esaltanti.

Un tempo al seguito

della Gradese c’erano

sempre centinaia se non

migliaia di persone. Basta

forse ricordare lo spareggio

promozione con la

Gemonese, anche questo

vinto dai gradesi, disputato

a Palmanova dinnanzi

a 2mila spettatori. Per

certe trasferte al seguito

dei lagunari c’erano fino

a sei corriere di tifosi. Allora

c’erano i derby, quelli

veri, sentiti pieni di

sfottò e di “azioni sceniche”.

Con l’Aquileia in

particolar modo ma anche

con Cervignano, Terzo,

Fiumicello, Gonars,

San Giorgio. Poi sono arrivati

quelli col Pieris e

altre località bisiache.

La Gradese compie sessant’anni

ma ben prima

l’Isola ha avuto delle

squadre come la Pro Grado,

la Libertas Grado con

presidente Gerolamo Rodenigo,

l’Unione sportiva

Gradese, la Gradese Calcio

e oggi l’Associazione

sportiva Gradese calcio.

Senza contare in tempi

più recenti il Grado calcio

e il Centro giovanile

operaio Gradese. E quanti

calciatori lagunari hanno

calcato le scene nazionali

e anche internazionali.

Ricordare Mario David

che ha persino disputato

con la maglia della nazionale

italiana il campionato

del mondo in Cile significa

partire dall’apice

ma non si possono non

menzionare Andrea Tessarin

che giocò nel Genoa

e fece anche un provino

con la Juventus. E

poi Aredio Gimona, i Raise,

Nino Marin, Nico Mazzolini

per arrivare a Marzio

Lugnan che ha giocato

con l’Atalanta.

Domenica, dunque, i festeggiamenti.

Alle 9 ci sarà

il via al “Memorial

Massi Tachèlo”. Prima

della partita fra Gradese

e Moraro all’interno del

chiosco-bar si potrà visitare

la mostra storica e

assistere alla proiezione

di un filmato storico,

quindi verso le 17 commenti

e moviola sulla gara,

premiazioni dei pulcini

24 giugno, 2021

Acqua e musica


Una bella e documentata mostra sul risanamento del Centro storico è aperta e visitabile fino al 15 ottobre, allestita dal Prof. Massimo Degrassi dell' Università di Trieste in collaborazione con il Comune di Grado in Casa della Musica.


Racconta e documenta le vicissitudini passate dall' Ing Vigilio Degrassi e dal fratello Ugo nel proporre e realizzare  il risanamento e restauro del centro storico di Grado.


Il Centro Storico al tempo era un ammasso di vecchie costruzioni senza fognature e senza servizi igienici con l' aggravante che era intensamente popolato visto che vi abitava tutto il popolo di Grado del tempo.


Una delle grandi difficoltà del Comune fu convincere i proprietari delle vecchie case- anche 80 parti per singolo edificio - a rinunciare a parte della proprietà per le necessarie espropriazioni di parti lesionate degli edifici e poter permettere al Comune di spendere denaro pubblico per il passaggio delle fognature.


Non esistevano servizi igienici in casa e così pensate all' andirivieni mattutino delle donne con il secchio della "sangola" un misto semi liquido di escrementi da portare alla discarica detta "Villa dei Profumi" verso la diga.


Ma alla fine le ragioni di pubblica utilità furono capite e così il  1930 fu la prima data inizio dei lavori  di progettazione per il risanamento, ma i lavori furono interrotti per la guerra e ripresi con celerità solo nel 1946 sotto l' egida ed il finanziamento del Comando Militare Alleato e si conclusero nel 1947.


Una bella ed interessante mostra che va visitata leggendo le didascalie delle immagini per comprendere meglio la nostra storia passata e recente.

23 giugno, 2021

le conchiglie di Edda Serra

la solitudine, sognava di far uscire dal loro silenzio gli abitanti dell’isola dov’era stato bambino. Quell’uomo, un poeta, provò a bussare a tutte le case dell’antico borgo, piccolo nido protetto da quel nido più grande che era l’isola. Inutilmente. Nel silenzio delle calli e dei campielli si sentiva solo l’eco del suo bussare. Allora capì che era arrivata l’ora di lasciare l’isola e i suoi anni bambini e di avviarsi con coraggio verso strade sconosciute, se voleva spezzare il cerchio che lo teneva prigioniero di quel suo mondo di sassi. Quell’uomo era Biagio Marin che in una fiaba lirica autobiografica ( Stanco de solitae/ l’omo a batuo a la porta... ) narrò la condizione del poeta nella Grado di inizio Novecento mentre appunto cercava chi gli aprisse per ascoltare i versi scritti nel dialetto parlato da una minuscola comunità di pescatori in un’isola sperduta fra mare e laguna, poco conosciuta nel 1912 quando cominciava la grande avventura della poesia mariniana. Insomma, doveva proprio partire per andare a scoprire i suoi veri fratelli. Un’avventura diventata a poco a poco, nel tempo, nei 94 anni di vita di Biaseto (morto nel 1985) e anche dopo, assolutamente straordinaria tanto che le sue liriche e le sue parole si sono posate, come le foglie di un albero, dovunque negli angoli più impensati di città, paesi, contrade sconosciute. A proporre queste intuizioni e queste immagini splendide legate a Marin, a ciò che ha scritto e ci ha lasciato, è adesso Anna De Simone che ha curato il volume Cinquanta poesie per Biagio Marin , pubblicato per i Quaderni del Centro studi dedicato al poeta gradese, in una collana diretta da Edda Serra. È stato presentato nei giorni scorsi, esattamente il 29 giugno, anniversario della nascita di Biagio che così è stato festeggiato con una intensità naturale e sorprendente. 

22 giugno, 2021

Grado e l'odore del mare

 i gradesi me l'avevano detto che era bella, e tu pensi che sia un bello normale, poi però si infila l'odore del mare  e hai un odore sevaggio, fatto di salsedine e di bassa marea un odore povero, un adriatico cattivo in un attimo può trasformarsi in burrasca, un odore che parla di miseria di reti da pesca,di casse vuote, incrostate di alghe.

non c'è niente che può spiegarti meglio Grado, o dire qualcosa di più

Grado ogni anno  è  sempre più bella

21 giugno, 2021

Lamellibranchi


vogliamo proporre le “Scusse”come legame tra la poesia del poeta e la poesia della Narura al suo meglio, accompagnando la loro esposizione in varie tecale con isuoni e luci del mare con un audiovisivo sulla musica ed i colori delle conchiglie ontestualizzandole nel nostro piccolo mondo.


GRAVO “AL PARADISO DELLE SCUSSE”

19 giugno, 2021

Canali

Escavo dei canali lagunari.


Tema già trattato tempo fa riprendendo una dichiarazione dell'assessore alla pesca del Comune di Grado.


La Regione ha previsto un intervento complessivo di 230 milioni di euro in 20 anni, di cui 40 per la Laguna di Grado.


L’opera di escavazione che la Regione si accinge ad approvare verrà eseguita grazie al Piano di gestione Sic/Zps che regolamenterà tutto quanto ruota attorno alla laguna e consentirà, soprattutto, con uno specifico finanziamento (2 milioni all’anno per 20 anni), di risolvere il problema della profondità dei canali lagunari navigabili.


È un Piano a valenza comunitaria (il progetto è stato finanziato dalla Comunità Europea).


Il piano di gestione è l’unico strumento che, seguendo le direttive ”Habitat” comunitarie, può dare le soluzioni al problema dello smaltimento dei fanghi.


Ha allegato, infatti, anche il disciplinare per la movimentazione dei fanghi di dragaggio.


Una questione quest’ultima che rappresenta il vero nodo che impedisce l’asportazione dei fanghi, considerati rifiuti speciali da smaltire in apposite discariche.


In deroga alle disposizioni vigenti viene consentito, invece, l’asporto del sedimento con l’autorizzazione a depositarlo ai margini del canale.


Se il fango ha le stesse caratteristiche può essere utilizzato anche per munire mote, barene e gli argini delle valli da pesca.


Gli interventi programmati per il 2010, avranno tre linee operative: il risanamento ambientale (messa in sicurezza e bonifica aree inquinate; il ripristino della circolazione lagunare e della sicurezza in laguna con interventi specifici di dragaggio; la creazione di un sistema di gestione della laguna che miri ad un suo costante monitoraggio.


Il Piano di gestione prevede, tra l’altro, che i fanghi derivanti dall’ordinaria e straordinaria manutenzione dei canali e dal ripristino di antichi canali funzionali al riequilibrio delle condizioni idrauliche lagunari, devono essere prioritariamente impiegati all’interno della laguna stessa, previa verifica della compatibilità chimico­ fisica e dei picchi inquinanti.


Fin qui la terra promessa è bella, ora la realtà:


18 giugno, 2021

il mare si sente e le conchiglie sono il nostro cemento

saranno duecento o trecento metri non di più.   e’ in quel labirinto della vecchia grado

e’ li che puoi cogliere l’intimo significato sella vecchia grado, lì puoi cogliere’intimo significato dell’essere pescatore.   il mare è un po più in là, non si vede ma lo si sente.. perchèil mare parla, lo fa con il soffio dei venti, da cui si fa calare e poi scuotere, già si fa presto a dire mare.

solo i greci avevano tante paroliere definirlo.

il sale come materia, pelago, la distesa d’ acquapontos, il mare spazio e via di comunicazione, colposa via di comunicazione marittima.i pescatori sono taciturni, hanno imparato silenzio per non allarmare i pesci.



Biagio Marin Con questa pubblicazione voglio divulgare la bellezza e varietà delle conchiglie di Grado trovate spiaggiate sui lidi, mantenendo un’impostazione sistematica scientifica e senza abbandonare la componente estetica.


La battigia, specialmente nei mesi invernali dopo i sciroccali, ci dà, grazie alla robusta costruzione calcarea delle conchiglie, un’immagine parziale ma interessante della complessità della biologia marina ed avvicinarsi a questo tema, normalmente riservato agli specialisti, oltre a sensibilizzarsi vieppiù alla natura ed al suo rispetto, aggiunge bellezza alla vita. 

le conchiglie hanno sempre esercitato sull’uomo una grande attrazione. hanno documentato infatuazione di breve dura,

e’ suggestiva la vecchia grado, quando è deserta, per un attimo si ricompone l’ambiente originale. Cerificano gusti quando con il sibilo del vento penetrando da ogni morosi trasformano in demoni e dannati.

per lunghi periodi trascorsi da Grado, per lui era tutto, via, poesia, cielo, tutto nacque vicino al mare. Visse la sua barchetta vicino al mare, visi immerse anima e corpo. si svegliavano i suoi richiami.  come poteva viverne senza: c’è l’ aveva nel cuore dell’ anima, unico desiderio è :

catame in mar, comò sol che cala”      diapason, poesia.

17 giugno, 2021

il rosario

Tempi che mutano, simbologia religiosa in discussione, preghiere che diventano risse verbali, paladini della fede improvvisati che per apparire si trasformano da pagani in bigotti "basabanchi": Eppure c'è una preghiera della Chiesa che attraversa questo impatanato, olezzante "nuovo" e conserva il grande sapore di una volta, il sapore autentico della  fede: Il Rosario .


Il Rosario è una preghiera democratica, si fa assieme ma non occorre la presenza del prete per recitare i misteri: gaudiosi, gloriosi e dolorosi.


Mi ricorda le serate di primavera/estate con le donne in strada attorno alla cappella della Madonna a pregare con grande intensità e con una cadenza quasi musicale, noi bambini a correre e giocare sullo spiazzo e i continui ­ssst!­ lanciati periodicamente tra  un Ave Maria e l'altra.


Ma la Chiesa si evolve e segue i tempi, così anche il rosario diventa un oggetto elettronico, un ovetto con registratore incorporato che ha il rosario per ogni giorno della settimana, comprese le litanie.


Grande successo e apertura di un sito appropriato, non c'è più religione.


Dal cilicio al silicio.

16 giugno, 2021

Patacheo

noltri ‘ndevemo in batela a Isola Gorgo a ingrumà le pigne pè vè i pinoli e per fa fogo co’l resto. Un giorno la n’ha dito de catai una lastra de marmo per parecià al zuchero coldo del patacheo e cussì pian pianin domalo a son de brassi, missiando al caramelo bruno ai pinoli. Noltri do, sensa pensai massa, semo ‘ndai drio del simisterio e vemo tolto la prima lastra de marmo che vemo catao sensa fasse veghe dal custode che al gera mundi cativo. Lavagia la lastra i la vemo portagia a cason e la nona dopo ‘vè impissao al fogo sul spagher ben gratao co la pagieta l’ ha ghitao al suchero per caramelalo e zontando pian pian i pinoli. Noltri co le bave incantesemai a vardala, pò la gheta al composto ingrumao su la piastra de marmo che i vemo portao inumidia perchè al patacheo nol se tachi. “vardè e imparè mamuli” la ne diseva e intanto co gesti linde ma energici la stendeva al composto su la lastra: “veghè bisogna domalo e fai vignì fora ogni bola de aria” e stindi e stindi finchè pian pianin al Patacheo al s’ha sfredao e al pareva pronto pel consumo. La nona lo gira e sorpresa, sul dadrio, sul fondo insoma gera una scrita: qui giace …………..pronto per l’ eternità.


Un urlo de la nona e dalongo dopo al sigà per noltri: “malastriti ‘ndola se ‘ndai a to la lastra, la de la tomba de un morto?” Se stao duto in t’ un, lastra de marmo e patacheo in sima driti in cavana, che quela volta le gera fonde. Noltri cursi dalongo fora de cason, chè la nona la veva in man al mestolo e le nostre bave de patacheo finie anche ele in cavana. Eco, queste storie capiteva in cason dii Biviacqua, al patacheo del morto.


Pecao però al veva l’ aria de esse mundi bon.

15 giugno, 2021

Paron Piero


Ieri Sandro Terremoto "Buba" mi ha fatto inorgoglire di essere nonno e di poter essere ancora utile pubblicando su Facebook la foto di uno stralcio di compito di una delle sue bambine dopo un mio piccolo intervento descrittivo della nostra Laguna alla scuola elementare.


Questo fatto‚o mi ha riportato alle condizioni di un tempo dove i nonni non avevano ne voglia ne tempo di raccontare storie ai nipoti, ma qualcuno più versato e fantasioso di altri c’era.


Di queste storie alla buona mai trascrtti‚e e solo tramandate a parola resta qualche traccia che con un po di fortuna riesco a trovare e registrare sul web in modo che siano a disposizione di chiunque voglia raccontarle, questa è la storia ( mi raccomando è una storia non la verità, senza certezze:


Paron Piero.


Un tempo i pescherecci non entravano in porto se non in casi di pericolo e venivano ormeggiati sulla diga esterna ognuno ad un posto assegnato che di solito era una grossa pietra frangiflutti. Paron Piero aveva una strana consuetudine, quando toccava terra, legata la sua barca, la salutava prima di lasciarla,

Paron Piero.


Un tempo i pescherecci non entravano in porto se non in casi di pericolo e venivano ormeggiati sulla diga esterna ognuno ad un posto assegnato che di solito era una grossa pietra frangiflutti. Paron Piero aveva una strana consuetudine, quando toccava terra, legata la sua barca, la salutava prima di lasciarla,Scavando negli anni ho trovato e descritto persone che non ci sono più (e mancano pesantemente) ma volevano bene a questo nostro isolotto strabattutto dai vento della speculazione e dell’ arricchimento a tutti i costi, con "lengue emboliche" sempre pronte all’ azione alle spalle di chiunque, ma che in fondo è un posto straordinario ed unico, come la sua gente.


Ecco!o sono sopIrattutto orgoglioso del mio passato, presente e futuro (dita incrociate) da GRAISAN.


14 giugno, 2021

gravo mio di sebastiano scaramuzza

FOTOGRAFIE,RICORDI..RICETTE E CHIACCHIERE TRA DI NOI...I FAN DEI GRAISANI è UNA PANORAMICA DELLA CITTA DI GRADO..MA ANCHE UN APERTURA A CHI NON … Altro...

Un viaggio volando verso lidi migliori, due ali o una barca con cui affrontarlo, un pontile dove approdare e riposarsi quando si è stanchi, un cielo infinito e bellissimo che invoglia alla speranza ed alla solarità!!!


Il vento ha un potere straordinario... può sollevarti verso l'alto o abbatterti a terra, con impeto, rabbia, ma anche leggerezza e dolcezza...dipende dallo stato d'animo suo e nostro...in ogni caso è il motore che fa muovere le onde del mare, le foglie… Altro...

Continuando a rappresentare il dialetto gradese antico, degli inizi secolo 1900, quello che ci è pervenuto in forma scritta  prima di Biagio Marin; letto nel post precedente il Marchesini con le sue  forme dialettali popolane di "Grado Antigo", vediamo  il modo  diverso di presentare Grado, quello del Professor Sebastiano Scaramuzza.

Il dialetto che usa per scrivere è più rotondo meno brusco, la cultura del professore trasuda dalle sue parole, ma la passione per il proprio Paese è simile e fortissima è la nostalgia dell' emigrante suo malgrado, perchè il Professore è stato costretto ad emigrare ma il suo Paese è rimasto profondamente nel suo cuore:

Gravo Mio


Quel che vevo intè 'l cuor mè no he possuo,

Su le tò rive povere, otigni;

Mischin, senza conforti,me ha scugnuo

Da le are tove, da i to rii partì.

Ramingando pel mondo,me he veguo

Maravege che un oltro no el pol dì

De 've, intra Buso e Sdoba, cognossùo,

Se co tu l'ha passao duti i so di.

E pur,e pur! o dolze Gravo mio,

Te porto in mezzo a l'anema co Mè

E sempre, Gravo mio, te portarè.

In brazo a tu son nato; e'l desiderio

De la sò cuna (cussi el vol Idio)

No se distùa che drento el zimisterio! 

biagio marin

e

al xe uno paese belo:

 tra cielo e mar pare pare un castelo in aria;

torno a d’ elo  solo stele, i fa la luminaria.


noi siamo stati, ricorda ricorda marin per secoli e secoli…. un pivello nido di pescatori sperduti su un lido di spiaggia, in mezzo ad un vasto estuario. per arrivarci bisognava avere una lunga esperienza dei corsi dell’ acqua, del ritmo del mare, conoscere l’insidia delle velme e dei fondali.


laggiù, tra cielo e mare, viveva una razza di gente diversa, che parlava altro linguaggio, e viveva del mare, sul mare, di arti estranea quelle dei contadini. là non vi erano campi, non si aprivano solchi, non si seminava, non si mieteva il grano

neanche alberi si scorgevano intorno a quelle case arse dai secoli.

13 giugno, 2021

cresce dentro di me uno straniero-------------- la mia storia di ennio in cui dopo un anno mi ritrovo straniero per ridiventare un umano


Come sempre, nel dormiveglia, fui assalito dal ricordo di dove fosse e, con un sincero, autentico grido d’orrore, Ennio si svegliò. Così, come sempre, cominciò la sua giornata. Il problema non era tanto il  Il problema era che la casa si trovava nel bel mezzo di trieste, e che prima di due milioni di anni non sarebbe passato nessun autobus.


Come Enio ben sapeva, il tempo è il posto (se così lo si può chiamare) peggiore per perdersi; e lui ci si era perso un mucchio di volte: nel tempo e nello spazio. Ma, se non altro, quando ci si perde nello spazio si ha sempre qualcosa da fare.


E così, era rimasto infognato lì, sulla Terra allo stadio preistorico, in seguito a una serie di avvenimenti che l’avevano visto ora vittima di esplosioni, ora vittima di insulti. Era finito nelle regioni più bizzarre del cerebro ictus cerebrale, su pianeti che mai aveva immaginato esistessero, e per quanto da anni ormai vivesse una vita molto, troppo tranquilla, si sentiva ancora nervoso ed eccitabile.

12 giugno, 2021

Piattola

Vi sarà capitato di esclamare - ma tu son più fastidioso de una piatola!- di questi tempi e con le frequentazioni enormemente allargate dall' uso del Web, è facile incontrare questa specie antica di rompiscatole che attacca bottone, fa l' amicone, sa tutto lui, è autoreferenziale al massimo.


E si lamenta, le piatole si lamentano continuamente, sono eternamente scontente, ti assillano con i loro problemi e finisce che per quieto vivere dai loro ragione purchè la finiscano.


Una statistica americana ('sti americani fanno statistiche su tutto sono delle vere piatole) dà loro ragione, alla fine del percorso di rottura di conagi e lamentazioni varie arriva la luce del successo personale e del denaro.

SI ! fare la piatola paga, ma che palle!


Poi ci sono le piattole da social network, quelli che ti iscrivono a gruppi vari senza chiederti se ti va, ti sottopongono alla tortura di migliaia di mail indesiderate (uno spam incontrollabile) senza che tu possa dire bah!


Ti martellano di post con link su praticamente tutto lo scibile umano, aggiungono le foto dei loro parenti sino alla settima generazione, dicendoti guarda qua che bello!


La piattola cerca in ogni modo di influenzare la tua vita e questo vuol dire che non vive serena, che non ha un cazzo da fare e che non ha nessuno su cui concentrare le sue frustrazioni.


Proprio per alleviare le sue sofferenze proporrei la sua soppressione.


Ma, riflettendo, è quello che faccio anch'io, casse! son una piatola! 

11 giugno, 2021

Gianni Cavallin

Gianni Marchesan, detto popolarmente “ Gianni Cavalin ” è uno dei tanti personaggi della nostra Isola che ha lasciato traccia di se attraverso le parole delle sue canzoni.


Le compone, in coppia con Luciano Facchinetti


detto "Siego" alle musiche, con testi che rappresentano uno spaccato straordinario della Grado degli anni settanta.


Bravo musicista e fine umorista assieme all'amico "Siego" e ad Arturo Marin formò il Trio Saltapasti


scrivendo tra le più belle e cantate canzoni della Grado popolare e allegra.


Descrive bene in questa canzone come la vanità si debba fermare di fronte alla necessità:


"POVERO MA IN CAPELO"


L’elegansa la me piaze,
ma se vago drìo la moda, la scarsela resta svoda e me toca dimagrì
e se anche le vetrine le hà vistiti in abondansa, co’ trascuro la gno pansa più no posso caminà.
II Me cavao sto capricio Ma, se a posto xè la testa Al gno stomego protesta E nol sente la ragiòn
Co’ le ganbe che se piega No me tiro su de’ leto E stasera un bel boreto Col capelo me farè.
Ritornello
Me basta ve’ ‘un capelo Se vogio comparì Ma do sardele in tola Te vol pe’ no murì E duta la fadiga Xè quela de studià… Se devo fame belo O tome de magnà !