05 gennaio, 2008

Le Varvuole


Nella notte dell'Epifania le Varvuole (streghe cattive) arrivano a Grado con barche di vetro, entrano nelle case per trascinare via i bambini cattivi. Così la leggenda. "Le ha dinti spuntii e lunghi de rame, cavili de fil de fero e vogi lustri e faliscusi de pierabatibogio, gambe de legno gropolose, le xe vistie de soto dute de stuora, cò un capoto de reato e cò butuni de cortegae, brute che le fa spasemà anche i demuni". Le descrive così Domenico Marchesini (Menego Piccolo) e consiglia: "Bisogna "lustrà dute le cruche" (lucidare tutte le maniglie delle porte), "coi agi" (aglio), "core a tò l'aqua santa co le fiasche" (correre a prendere l'acqua santa con i fiaschi), "benedì dute quante le stanse e anche le contrae e la caina sul reparo duta lustra" (benedire stanze, vie e la catena del focolare".
Per quel che si sa e le supposizioni che si possono fare, la descrizione del mito delle Varvuole calza a pennello alla descrizione delle razzie dei pirati Uscocchi i quali al soldo degli Austriaci razziavano e saccheggiavano tutti i porti sotto il protettorato di Venezia. Erano pirati straccioni delle coste dalmate ma guerrieri formidabili bardati con paradenti di ferro, gambali di legno e con le "cotole" alla turca tali da diventare "strighe" nella fantasia popolare.

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