14 giugno, 2008
Frutti di Mare o Microchip?
Uno studio americano rivela che un'alga unicellulare potrebbe darci una mano a produrre microchip di dimensioni davvero infinitesimali.
Forse in futuro i computer verranno dal mare. O meglio, saranno fabbricati con l'aiuto di alcuni organismi marini. È infatti allo studio un sistema per produrre microchip di ridottissime dimensioni con la "manodopera" delle diatomee, organismi unicellulari marini che di silice - fondamentale nella fabbricazione dei microprocessori - a quanto pare se ne intendono.
Arrivano i bio-computer? Già da qualche tempo biologia e informatica procedono mano nella mano.
Microchip o frutti di mare? Indispensabili all'uomo, in quanto è a loro che dobbiamo un terzo dell'ossigeno presente sul nostro pianeta, le diatomee sono alghe unicellulari avvolte da una sorta di guscio che costruiscono con silice prodotta sottoforma di microscopici filamenti. È proprio la ridotta dimensione di questi filamenti, molto più piccoli di quelli realizzabili con i normali processi industriali con cui vengono prodotti chip e processori, che ha spinto i ricercatori a ipotizzare l'impiego degli organismi nella realizzazione di circuiti elettronici di dimensioni infinitesimali.
Potremmo essere ricchi di queste ce ne sono un mucchio nel nostro mare anche se hanno qualche contro indicazione:
Insieme alla nitroglicerina, la diatonite (farina di diatomee), è il principale ingrediente della dinamite, ove funge da stabilizzante.
Risulta che in alcuni uffici della nostra cittadella siano in uso dei computer che hanno il microchip costruito con le peverasse...
RispondiEliminaCiao !
Il fatto che l'abbiano proibita (la pesca) deriva proprio dalla paura di farsi portar via il business.
RispondiEliminaCiao Ennio