24 novembre, 2008
Il polo termale
Ricevo e pubblico volentieri:
È apparso ieri sul Piccolo di Grado l’ennesimo articolo in cui si mette in grande rilievo il piano che tende a realizzare il cosiddetto “Polo Termale”. Il piano dovrebbe infatti rivestirsi preventivamente e ufficialmente di una certa tangibilità pubblica per poter fornire elementi di chiarezza agli investitori privati sul mercato. Leggendo l’articolo notiamo che il contenuto di questi elementi di chiarezza è presto detto. Si tratterebbe di impegnarsi a mettere a disposizione dello stesso piano tutti, proprio tutti, i beni del retrospiaggia, compresi le aree commerciali, il Parco delle Rose, la palazzina Medici e gli altri edifici, le Sabbiature, il Tennis Club, la Piscina Italia, le Terme Marine e le piscine termali, il nuovo Parco Acquatico e così via, compreso il Palazzo dei Congressi!.
L’Associazione “Grado Nostra”, oltre ad esprimere per evidenti motivi la propria contrarietà a un simile operazione nei termini presentati, ritiene in questa occasione di dover sottolineare un dato troppo importante e allarmante per continuare ad essere sottaciuto. La sudditanza psicologica e la ritrosia ad esprimersi liberamente, tipiche di vari settori, di varie persone e in alcuni casi perfino sulla stampa, sono le prime cause della mancanza di partecipazione alla cosa pubblica. E purtroppo a Grado si nota specialmente oggi questa mancanza di partecipazione. Il conseguente risultato è che la Comunità Gradese nel suo complesso non ha la voce in capitolo che aveva un tempo sulle maggiori decisioni che riguardano il proprio futuro. Ora la città si trova di fronte all’eventualità di scelte che possono compromettere diverse irrinunciabili qualità di Grado ammirate e conclamate negli anni e nei decenni, ragion per cui la regressione e la rinuncia insita nei proposito di non affrontare la valorizzazione di tali qualità ripristinandole ciascuna nel proprio fulgore e abbandonarle invece al loro destino in un sorta di contenitore, non fa certo parte della tradizione dei gradesi che si riunivano “ad sonum campanae” per decidere tutti insieme secondo il “bene comune”. Un mirato spirito di solidarietà, questo, che non sarà mai anacronistico pur nei mutati termini istituzionali e che per l’avvenire di Grado si spera cresca sempre di piú nelle coscienze . E certo non a caso Parrocchia e Comune hanno ideato una serie di conferenze di elevatissimo contenuto sul tema del ”bene comune” che si sono tenute proprio in questi giorni nell’idonea sede del consiglio comunale.
si riunivano “ad sonum campanae” per decidere tutti insieme secondo il “bene comune”................................................
RispondiEliminaE probabile che prima di riunirsi passassero in osteria a "impinisse", solo così si spiegherebbero le grandi decisioni prese per il bene di Grado...........................
Finimola co ste puttanade