Ricevo e volentieri pubblico una lettera di Giovanni Mattiussi segretario della Magnifica Comunità di Grado che spiega con abbondanza di riferimenti storici le ragioni del ricorso contro l'alienazione degli usi civici nella zona del Parco delle Rose.
Abbiamo posto fine ad indebite ingerenze esterne infiltratesi all' interno della “Magnifica Comunità di Grado”, causa di pesanti condizionamenti e di insanabili fratture.
Già sfociate in un ricorso sparato, a nostro avviso con finalità di disturbo e senza alcuna reale prova storico-giuridica in mano, avverso il decreto commissariale sul' inesistenza dell'uso civico sul Parco delle Rose, spiaggia e retrospiaggia.
Per fermare la lottizzazione del Parco travestita da “Polo Termale”, abbiamo incaricato l'avv. Franco Piceni del Foro di Gorizia di presentare a nostra volta un ricorso.
Centrato su documenti storico-giuridici scavati negli Archivi di Stato di Venezia, Trieste, Udine e Gorizia, nonchè su fonti bibliografiche italiane e straniere.
Un lavoro sistematico ed in profondità di cui il Comune non si è mai fatto carico e pertanto ignora che il titolo comprovante l'esistenza del diritto di uso civico in capo ai “Graesani”, non è la Ducale Francesco Foscari 15 dicembre 1439, come erroneamente sostenuto nel Bando commissariale n° 820/69,
bensì la Sentenza delle Rason Vecchie del Consiglio dei Dieci del 14 ottobre 1452, che ha revocato la predetta Ducale e fissato la linea di confine dei “Omeni e Comunità di Grao” rispetto ai “detti di Maran”lungo il “Natison et oltre i Montoni verso Grao et verso il calar del sole, quanto per le Acque, Canali, Paludi et Pescagioni”.
Corrispondente, salvo trascurabili modifiche, ai confini comunali odierni.
Determinante ai fini del ricorso, è la planimetria allegata alla sentenza del 1452 comprovante la titolarità dei “Graesani” anche sui Lidi ovvero sul Litorale: attuale Parco delle Rose e retrospiaggia inclusi.
Titolarità accertata e ribadita nel “Sommarione” vale a dire nel Catasto Napoleonico del 1811 e nell' Estimo catastale della “Comune” di Grado, intesa come Comunità e non come Comune di Grado,del 20 ottobre 1822.
Senza contare che a seguito di un ricorso del Comune di Marano, il Tribunale di Udine in data 29 agosto 1889, ha dichiarato che la Sentenza delle Rason Vecchie unitamente al Decreto 24/7/1831 del Governo austriaco, “sono egualmente a considerarsi come documenti atti a far prova in giudizio secondo la pratica giurisprudenza”.
Dunque il 28 maggio prossimo, data della prima udienza, il Sindaco non si illuda di venire a fare una passeggiata.
Troverà invece pane per i suoi denti, come lo ha trovato l' Amministrazione comunale che, a cavallo tra gli anni 60/70, deliberò un insediamento urbano sul Banco d'Orio, tuttora gravato da uso civico.
Occorre però dire che l' Amministrazione di allora non si sarebbe mai sognata di piazzare un albergo nel Parco e tanto meno di aprire un buco da 28 milioni di Euro ai danni della finanza pubblica.
Ed essendo tutto sommato molto più vicina ai cittadini dell' attuale Amministrazione, fece marcia indietro cosa che la Giunta Olivotto non intende fare.
Di conseguenza è sempre più isolata dalla gente e la sua credibilità, anche per effetto di impensabili lottizzazioni pari a centinaia di migliaia di mq, è, a nostro giudizio, di molto inferiore a quella di una normale agenzia immobiliare.
Aggiungiamo che la battaglia di civiltà intrapresa in solitario dalla “Magnifica Comunità di Grado” per la salvaguardia del Parco delle Rose, sta incontrando crescenti convergenze.
Ad iniziare da quella espressa sulla cronaca dd. 13 marzo scorso dalla maggior parte degli albergatori, vivamente allarmati dal ventilato albergo a cinque stelle nel bel mezzo del Parco con oltre 500 posti macchine in sotterraneo.
L' idea fissa dei parcheggi sotterranei e la follia di cementificare l'ultimo polmone verde, in nome di un “Polo Termale” tuttora secretato in perfetto stile Afghano, sta indignando la gente.
Lo testimoniano, tra l'altro, i ripetuti richiami al buon senso rivolti da autorevoli esponenti politici e culturali al Partito Democratico presente in Giunta.
Per meglio rispondere a questa sfida, la “Magnifica Comunità di Grado”, ha confermato Manlio Grigolon alla presidenza e rinnovato il Consiglio direttivo come segue: Dario Raugna, Emanuela Contin, Pierangelo Bruni, Marinella Albertin, Gianmario Dovier, Franco Degrassi e Giovanni Mattiussi in veste di segretario.
Inoltre chiede direttamente alla gente che ci segue con crescente simpatia e solidarietà una colletta per contribuire alle spese giudiziarie.
Grado, 26 aprile 2010
il Segretario (Giovanni Mattiussi)
Il solito Mattiussi ;-)
RispondiEliminaConfermo: ha perso il pelo ma non il vizio. Lascia la responsabilità agli altri e la visibilità a se stesso.
RispondiEliminaBravo!!! Azzeccato... Difatti il Direttivo è cambiato nuovamente. Ad alcuni non piace il suo modo di fare e hanno abbandonato la Battaglia.
RispondiEliminaE' FINITO...........
RispondiEliminaGiovanni Mattiussi, NON E' PIU' Presidente del Coordinamento regionale tra i Comitati per l’Amministrazione separata degli Usi civici e i Consorzi di Comunioni familiari delle Terre collettive per la Provincia di Gorizia. BUTTATO FUORI...