16 gennaio, 2011

Le Magnifiche Comunità e l'Uso Civico



" Nessuno di noi è contrario ad un rilancio del settore termale, chiediamo semplicemente che vengano poste in essere le dovute garanzie affinché quel parco venga salvato dalla cementificazione. Se Grado fosse un paese diverso rispetto a quello che conosciamo saremmo anche disposti ad accettare il rischio di veder sacrificato un pezzetto del nostro territorio, ma si dà il caso che il Parco delle rose sia l'unico polmone verde rimasto indenne alla prepotenza del mattone. Da più parti ci viene riferito che nel piano di fattibilità segretato (pazzesco!!!! Trattandosi di casa nostra) il parco non solo verrà mantenuto, ma addirittura esteso. A costoro rispondiamo che se così stanno le cose, che motivo c'è di cancellare l'uso civico? Alcuni esponenti politici locali continuano a definire l'uso civico un retaggio del passato, una materia per reazionari, per gente che non vuole accettare il futuro. Nell' affermare queste cose omettono di dire che non è di caccia e di pesca che stiamo parlando. Nessuno vuole andare ad impallinare qualche fagiano nel Parco delle Rose. Parliamo di tutela del paesaggio, cosa attualissima nella sua drammaticità. Attualmente la tutela del paesaggio è normata del "Codice dei Beni culturali e del paesaggio” (noto come "Codice Urbani") emanato come Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e dai successivi decreti legislativi. Il Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 157 In materia di "Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 27 aprile 2006 - Supplemento Ordinario n. 102 dice: Sono comunque di interesse paesaggistico e sono sottoposti alle disposizioni di questo Titolo: le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici. Questo nessuno l'ha mai detto! Alla faccia dell'informazione."

Questa è stata l'introduzione Del Presidente della Magnifica Comunità di Grado Dario Raugna all' incontro pubblico di ieri promosso dall'Associazione "Un' altra Grado" davanti a un pubblico numeroso, sorprendentemente attento.

Parole pesanti, coinvolgenti e che spingono a riflessione sul modo di gestire la cosa pubblica, come fosse cosa loro, da parte dei politici.

Una conferenza che ha toccato con vigore la questione dello stoccaggio dei fanghi lagunari, un'ampia disanima della situazione di Marano Lagunare fatta da Formentin, presidente della Comunità Maranese, le preoccupazioni della salute pubblica con il deposito di decine di migliaia di metri cubi di fanghi con provenienze da siti sicuramente inquinati ma mescolati con altri un po meno per far rientrare i parametri nelle tabelle consentite per legge, la necessità di fare analisi per conto proprio perchè non ti puoi fidare di quelle ufficiali, la voglia di essere considerato parte attiva in questo processo di modifica profonda e sconvolgente del territorio non carne da macello sacrificabile.

Un bell'incontro istruttivo da replicare su tutti i temi scottanti della nostra Comunità, fatto con grande serietà ma nello stesso tempo con leggerezza senza promesse o paroloni vuoti, si è parlato di realtà e di voglia di essere informati sul nostro futuro e di poter avere parte attiva del programmarlo.

Bravi!

2 commenti:

  1. Anonimo10:37 AM

    Il mio compito è quello di tutelare l'uso civico e ritengo che quel vincolo sia una garanzia compatibile con il progetto del nuovo polo termale. Vogliono un pezzetto di parco per costruirvi l'albergo? Garantiscano nero su bianco che quelle metrature verranno recuperate da un'altra parte con la demolizione dell'esistente e sottoposte allo stesso vincolo. Mi sembra una posizione più che razionale. Garantiscano anche che, qualora il bando dovesse andare deserto, l'uso civico verrebbe rintrodotto tale e quale.
    Nel momento in cui quei terreni dovessero entrare nella piena disponibilità del Comune, la tentazione di alienarli pur d far cassa sarebbe fortissima e comunque entrerebbe nel campo delle possibilità. Gli studi di fattibilità, per quanto ben fatti, nella stragrande maggioranza dei casi risultano sottodimensionati. Per costruire il polo termale di Merano, dove lavorano con una precisione pressoché svizzera, a fronte di una previsione di 38,2 Mil. di Euro ( studio di piano König / Unterberger del 1999) sono stati spesi 80 mil di euro ( http://www.grueneverdi.bz.it/it/hauptnavigation/economialavoro/comunicati-stampa/terme-merano-spa-bilancio-2006-020707.html )
    Ora, io mi chiedo cosa accadrebbe qualora dovesse presentarsi la stessa ipotesi qui da noi? Chi caccerebbe 20-30 milioni in più rispetto a quanto previsto dallo studio di fattibilità? La Regione? Quella, per intenderci, che non trova i fondi per salvare l'Ospizio Marino?
    Inutile, la nostra cambiale in bianco, a quel punto, sarebbe il territorio inteso come meno obblighi per il finanziatore rispetto alle condizioni inizialmente pattuite (demolizione dell'esistente per far spazio al nuovo parco) oppure alienazione del nostro patrimonio per far cassa lasciando spazio alla cementificazione.
    Io mi muovo esclusivamente sul versante delle garanzie...cosa che, un giocatore di poker difficilmente riesce a comprendere e siccome la storia di Grado ci insegna che immancabilmente l'abbiamo presa nel c..o (variante alberghi docet) preferisco mettere le mani avanti tutelando quel parco piuttosto che mettermele tra i capelli quando le cose sono irreversibili e quindi:
    Il piano di fattibilità, tolta la segretezza, deve approdare in Consiglio.
    Va richiesta una consulenza ad un professionista per esperienza professionale, percorso formativo e convinzioni diverso dal dott. Baucero. Va trovata una soluzione percorribile che possa mantenere l'uso civico su quel parco dietro precise garanzie.
    Baucero, in seconda battuta viene in Consiglio a fugare anche il dubbio più banale.
    Si organizza un'assemblea pubblica, presenti tutte le parti, per rendere consapevole la cittadinanza rispettoa quello che si vuole fare: obiettivi, strategie e rischi connessi. Questo vuole la democrazia, questo vuole un paese civile.
    Informazione (no che una parte, forte della segretezza, possa tirare fuori dal cilindro il coniglio che vuole)
    Consapevolezza
    Condivisione
    Partecipazione della cittadinanza alla cosa pubblica

    Queste, per me, sono garanzie...tutto il resto è materia per biscazzieri.

    Dario Raugna

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  2. Notevole il rumore del silenzio che accompagna questo post:
    un inquieto segnale da saper ben distinguere e comprendere...

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