10 maggio, 2011

I have a dream


L' idea della democrazia partecipata è un sogno di grande educazione civica vi racconto molto succintamente la sua storia dalle origini:

Quella della democrazia è un’idea antichissima, una delle prime cose che sono venute in mente agli australopitechi insieme al fuoco, l’acqua calda e l’aria fritta.

Un giorno, grosso modo milioni di anni fa:
-Sentite, ragazzi, perché invece di fare sempre tutto a casaccio non ci organizziamo?
Ottima idea. Cosa significa organizzarsi?
Per esempio, invece di andare a caccia di selvaggina tutti insieme, potremmo delegare qualcuno, così gli altri se ne possono stare a casa a costruire utensili, fare graffiti preistorici e riprodursi.-


N.B. "Approfondire bene la parte sul riprodursi."

A quel punto bisognava decidere il modo di scegliere i delegati.
C’erano varie possibilità: discutere tutti insieme e decidere all’unanimità, estrarre a sorte, votare a maggioranza.

Alcuni australopitechi hanno scelto la discussione di gruppo: sono andati in cerca di un luogo adatto, si sono seduti tutti insieme a discutere e si sono estinti.

L’estrazione a sorte è stata invece subito scartata per evitare che la scelta cadesse su australopitechi ritardati, visto che all’epoca non era stato ancora inventato il buonismo.
La votazione a maggioranza sembrava allora la cosa più ragionevole e rapida, e così è nata la democrazia rappresentativa.
Le cose hanno funzionato per alcune epoche geologiche: i delegati cacciavano e gli altri costruivano, dipingevano e si riproducevano con tutto quello che capitava a tiro, donne comprese, e dopo ogni glaciazione si facevano nuove elezioni.
Piano piano, però, la gente ha iniziato a disinteressarsi dei propri eletti e di concerto gli eletti facevano un po quel cazzo volevano.

E arriviamo ad oggi, le cose non sono cambiate dai tempi degli australopitechi.

Il mondo oggi è un mondo frenetico, bisogna fare tutto di fretta: lavorare di fretta, mangiare di fretta, se si può, scopare in fretta.
Non sempre c’è il tempo per rendersi conto che il programma elettorale del proprio partito preferito sembra l’ennesimo remake dell’invasione dei marziani.

Sarebbe eccezionale se uno avesse la lucidità di dire -anche a questo giro non so proprio un cazzo, che faccio?
Non voto.-
Invece no, con questa storia che il voto è un diritto-dovere e che sono dovuti morire mucchi di trisavoli per poterlo garantire, la gente va a votare comunque, entra nella cabina elettorale e fa la X sul primo simbolo che riconosce.
Questo è obiettivamente un problema. Come risolverlo?

Un' idea molto semplice potrebbe essere:
far precedere la scheda elettorale da un piccolo test di accesso, niente di che, giusto due domande per scremare l'elettorato televisivamente scorretto

Quante sono le Camere del Parlamento Italiano?
1. Due.
2. Quattro.
3. Cinque, più il bagno e una piccola cabina armadio.

Chi elegge il Presidente della Repubblica?
1. Il Parlamento integrato da rappresentanti delle regioni.
2. Il Consiglio dei Ministri.
3. I telespettatori.

Ecco il minimo indispensabile di educazione civica giusto per dare ragione agli antenati australopitechi sulla scelta della democrazia rappresentativa.

Nasce da un'idea tratta da qui

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