21 giugno, 2011

Amore Lagunare


"Integrare le politiche ambientali, industriali, della pesca della nautica e della ricettività" - così scrive il Piccolo- dei nuovi proponimenti (ma dai) che vari politici regionali hanno sulla Laguna.

Vogliono riprogettare il territorio lagunare, come ne fossero capaci senza fare danni, non gli basta quello che hanno già fatto vogliono completare il lavoro, privatizzarlo, ma senti qua che idea.

Quanto amore, quasi soffocante.
In senso stretto, però,

Nel frattempo le lagune di Grado e Marano, ecosistemi tanto preziosi da essere classificati quali Siti d’interesse comunitario e Zone di Protezione speciale dall'Unione europea, soffrono di conclamato inquinamento causato, fra l'altro, dall'apporto dei reflui di origine agricola, ma chi ha l'autorità per intervenire non riesce ad avviare urgenti ed efficaci misure di riduzione dei danni.

E' di qualche tempo fa la sentenza del Tribunale amministrativo regionale che accoglie il ricorso di una trentina di aziende agricole che si erano opposte a un provvedimento della Regione teso a limitare l'uso di concimi, soprattutto azotati, nel territorio della bassa pianura friulana, ritenuti responsabili di contribuire all'inquinamento delle acque della laguna di Grado e Marano.

Curiosa la motivazione della sentenza che gioca sull'equivoco evidenziato dalle aziende agricole: non solo loro inquinano ma anche le industrie affacciate sull'ambiente lagunare, salomonicamente, la corte non evidenziando responsabilità dimostrate se ne frega del dolo all'ambiente e burocraticamente bacchetta la Regione che non ha accertato con chiarezza le responsabilità.

Cornuta e mazziata, la Laguna eh!

Frattanto, al capezzale delle lagune da oltre 8 anni si affanna un Commissario ministeriale per il superamento delle emergenze ambientali, in uno strano clima, ben poco aderente a quel percorso di partecipazione e condivisione necessario.

Tutto ciò naturalmente mentre le dichiarazioni di amore per lo straordinario ambiente naturale delle lagune si sprecano fino a livelli ossessivi e possessivi, e questo preoccupa fortemente.

Un amore, si può ben dire, quasi soffocante.

Sembra un cappio!
La carta in foto mostra (i puntini e le linee più sono scuri più alto è l'apporto inquinante) tutte le fonti di inquinamento che si sversano nella Laguna di Grado e Marano

2 commenti:

  1. ...l'ultima più ambita e preziosa preda rimasta da "cacciare"...

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  2. Anonimo11:48 PM

    Ma dai, abbiamo l'albergo diffuso, gli agriturismo (con branzini greghi), progetti ambiziosi di turismo d'elite sulle isole maggiori: meno male che ci sono i foresti (imprenditori e politici) che vedono più lontano dei corcai graizani. Siamo salvi e il nostro futuro è assicurato (non so dove, ma c'è, basta avere fede).
    Ennio, i ne sta massacrando, però da 'l 1 lugio in bici anche in vial, ma sì, che sarà mai, solo la prima zona pedonale d'Italia. Ma pensa: 15 Aprile 1928, apertura ufficiale della stagione turistica. Il Commissario del Comune con un'apposita Ordinanza vieta in modo assoluto la circolazione delle biciclette in tutta la città. Chi dovesse averne bisogno per motivi di lavoro potrà richiedere un'apposita autorizzazione di deroga presso il Comando delle guardie comunali. Al macero, al macero, vecchiume. Te saludo, Bruno

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