09 luglio, 2011
Le rondini
Ci sono pomeriggi in cui sono scazzato esco di casa e faccio un giro per la diga.
Mentre guardo un po’ tutto quello che ho davanti, e non ho pensieri in testa, non devo fare niente, in quei momenti lì mi sembra di annegare nell'eterno, e a differenza degli altri, il mio campo percettivo si allarga in un istante, a dismisura, e lo sento, proprio lo percepisco, di star seduto sulla panchina di una diga in un pianeta che gira su sé stesso, e mi vengon le vertigini.
Poi alzo gli occhi e dalla panchina sulla diga di Grado si vedono decine di rondini che volano, virano, cabrano, turbinano, s’intrecciano, sono tantissime, sono bellissime, si muovono da sole, a due a due, in gruppo, a gruppi che s’intersecano improvvisi, planano in picchiata, prendono gli insetti al volo, seguono traiettorie ora incrociate, ora sghembe, sempre forsennate, disegni complicati, e sfrecciano, si sfiorano, a decine che nel cielo della diga di Grado non t'immagini quante rondini ci stanno;
io son lì disperso nei turbini di rondini che rapide si sfiorano, nel cielo del crepuscolo all’inizio dell’estate, e il campo percettivo è sconfinato, e son proprio di quei momenti, quei momenti lì, che saltano al cervello domande importantissime, fondamentali, grandi come il cielo e complicate come i voli degli uccelli, bellissime, intriganti, ma non trovo una risposta.
Ma due rondini, da quando esistono le rondini, tra loro, si sono mai scontrate di testa?
silise....le sbola comò la nostra fantasia lassandone l'incanto de Gravo....
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