24 ottobre, 2011

Il Mare è Donna






Il mare è donna dappertutto.

E’ giustamente salino, ma pieno di zuccheri: c’è chi sostiene che sia la stessa cosa, e che il gusto – in fondo - non è uno strumento adeguato. Sbaglia.


Il mare donna, comunque, è al di là delle domande: sorride, piuttosto, e lascia andare le maree con un solo tocco della mano.

Ha intese misteriose con la luna, che è un altro mare di latte rappreso nel vuoto, scintillante di conchiglie.

Non meno misterioso è il suo rapporto con la terra: c’è un punto in cui si toccano nel buio più perfetto, aderiscono in modi che non sappiamo immaginare, certamente scambiano con voluttà la loro pelle minerale che laggiù, nel profondo e nelle tenebre, è della stessa natura.

Ogni giorno ne beviamo, respiriamo, assorbiamo un poco, perché il mare che portiamo nelle vene e negli oceani – rosso porpora, blu violetto, indaco, arancio - è donna.

Il mare femminile depone uova, modula messaggi sull’acqua, nutre creature, riavvia le onde una per una.
Chiunque può vederlo, nella luce morbida dei crepuscoli, seduto sulla roccia, a pettinarsi. 
Se lo raccontano marinai, pescatori, direttori di aziende turistiche, titolari di stabilimenti .

Parlano di mattanze di tonni, di galeoni sommersi, di onde anomale che rapiscono bambini, di sirene che cantano sugli scogli, con smeraldi finti nei capelli.
Tutte bugie.


Il mare preferisce ignorare tali racconti, si rimescola le acque profonde e non dice nulla. 

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