04 ottobre, 2011
Leggere
Qualche tempo fa mi è capitato di parlare dello scrivere in corsivo , e della voglia di eliminare dall' insegnamento questa pratica così apparentemente demodè, ora la riflessione punta sul controaltare della scrittura; La Lettura:
Vediamo di chiarire cosa intendo per leggere.
Non l'esercizio del lettore professionista curato nei tempi e nella dizione che legge ad alta e chiara voce.
NO.
Lo so che ci sono dei corsi e della gente che insegna ad altra gente a leggere dal vivo ad alta voce, che insegnano l'intonazione e le pause ma mi fa sembrare il tutto come molto affettato e senza cuore.
Io invece voglio parlare invece della lettura a voce alta.
Perché c'è una bella differenza tra leggere ad alta voce, in pubblico, e leggere a voce alta, sempre in pubblico.
Leggere ad alta voce implica predisposizione, premeditazione, impostazione, studio: bisogna esser bravi.
Leggere a voce alta è più semplice, forse più intimo, e consiste nell'azionare tutto d'un colpo l'interruttore che accende le corde vocali del nostro leggere mentale, tirare su la manopola del volume e portare le parole del libro alla luce in modo spontaneo: insomma bisogna essere sé stessi.
Ognuno col suo accento, coi suoi errori, coi suoi impappinamenti.
A leggere a voce alta, spesso, o almeno, a me succede, tremano le gambe, e le mani, e i fogli che tieni tra le mani con sopra la roba che devi leggere.
Tutto questo diventa fantastico da vedere e con grandi emozioni da provare e vorrei che qualcuno si adoperasse per organizzare degli incontri tra la gente e ognuno che abbia voglia di partecipare, porti un suo testo e lo legga, così davanti a tutti, magari con qualcuno che accompagni alla chitarra e così forse riusciamo a rivederci in carne e ossa e non a limitarci a frequentarci più volte al giorno come fantasmi su Internet.
Ecco l'ho detto!
Qualcuno che accompagni alla chitarra ...bella idea ...si potrebbe sperimentare pure in consiglio comunale ......ALMENO AL SE RENDARAVE UTILE!!!
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