31 luglio, 2012
Allevamento di termometri in Laguna
Cambiamento di rotta per gli allevamenti in Laguna allo studio una sperimentazione di coltivazione di termometri.
L' Azienda interessata ha fornito questa immagine della piccola nursery iniziale.
30 luglio, 2012
Attila e i fanghi lagunari
Narra la leggenda che Attila conquistata Aquileia nella pasqua del 452 fu fermato dai fanghi lagunari gradesi, già all' epoca non bonificati:
"Palle, tutte palle!
La verità è che, in quest' Isola, Attila c'è arrivato, come si può pensare che un Unno Flagellum Dei com'era lui, si fermasse davanti a un po di fango...."
-racconta Giovanni "Stiata" Marchesan nel suo Duemila anni di Sabione (Quasi una storia dell'Isola d'Oro), immaginando i pensieri del povero Attila-.
"Cosa essere venuto a fare a cvi?
Molto fango, poco mare... a cvi!
C'è sabione, fil zanzare
acva tutta co il sale.
Indigeno del logo
mangia solo fish in fogo
Beve vein .. dopo criticare!
Cosa essere venuto a fare cvi?
A cvi , gente dormire presto
Matina subito suona campana
Uffa ..a me stufa!
Poco vin.. niente birra
No mangia carne, solo polenten
E donna...dove essere donna da amare?
Cosa essere venuto a fare a cvi?"
Dietro front e avanti march, l'esercito Unno si avviò verso lidi
più accoglienti.
Questa è la quasi vera storia di quel lontano 452.
"Palle, tutte palle!
La verità è che, in quest' Isola, Attila c'è arrivato, come si può pensare che un Unno Flagellum Dei com'era lui, si fermasse davanti a un po di fango...."
-racconta Giovanni "Stiata" Marchesan nel suo Duemila anni di Sabione (Quasi una storia dell'Isola d'Oro), immaginando i pensieri del povero Attila-.
"Cosa essere venuto a fare a cvi?
Molto fango, poco mare... a cvi!
C'è sabione, fil zanzare
acva tutta co il sale.
Indigeno del logo
mangia solo fish in fogo
Beve vein .. dopo criticare!
Cosa essere venuto a fare cvi?
A cvi , gente dormire presto
Matina subito suona campana
Uffa ..a me stufa!
Poco vin.. niente birra
No mangia carne, solo polenten
E donna...dove essere donna da amare?
Cosa essere venuto a fare a cvi?"
Dietro front e avanti march, l'esercito Unno si avviò verso lidi
più accoglienti.
Questa è la quasi vera storia di quel lontano 452.
28 luglio, 2012
Sogni - Significato graisan e numeri
La caratteristica di un mondo chiuso e piccolo come quello isolano era che ogni piccolo segno veniva interpretato come presagio di novità o ulteriore miseria.
L'apparenza e il sogno la facevano da padroni e bisognava saper dare la giusta interpretazione per garantirne la veridicità.
Una delle credenze dei sogni era il termine dei tre giorni, dopodichè finiva la validità.
Vediamo alcuni esempi di scene di sogno e il loro significato in graisan:
a fianco dell' interpretazione ho aggiunto la numerologia dei sogni tratta dalla Smorfia Napoletana:
morti che rie = porta dispiassiri 3-50
morti che i ha fame = i vol garghe sufragio 57-73
cavali = porta novitae 66
scarpe = viasi de fa 5-24-82
monture (divise) = portaben, nassarà gargossa de novo 88
pan = ze passensia 42
ligni = ze bondansia 63-68
vin o ua bianca = vol di lagreme 84
vin o ua negra = fa alegria 55-33-85
bisati = lengue cative 55
batela = porta morte 1-40
dinti = ze morte ai parinti 66
aqua ciara che la core = mundi speransa 1
aqua torgola e ferma = porta dispiassiri 3-50
leto fato = porta mal 68
leto disfato = vol di duto ben 67
merda = soldi 53
perle che se spaca = disgrassie grande 62
nassarà un mamolo = novitae bone 80
nassarà una mamola = ze dispiassiri 63
Date le ultime da Grado auguro a tutti di sognare grandi merde.
27 luglio, 2012
26 luglio, 2012
Epigrafe Astrale in S. Eufemia
Sul pavimento della Chiesa di S.Eufemia in Grado c'è un epigrafe in Greco offerta da Giovanni:
Eucharistòn tò Theò kè tì Aghia Eufemìa upèr pantòs toù oìkou mou, epoìsa pòdas ekatòn
che due dotti studiosi Ettore Bianchi e Mario Codebò hanno tradotto e analizzato dandone una interpretazione sorprendente.
Eucharistòn tò Theò kè tì Aghia Eufemìa upèr pantòs toù oìkou mou, epoìsa pòdas ekatòn
Si traduce:
< Essendo grato a Dio e a sant’Eufemia per tutta la mia famiglia, feci eseguire cento piedi di mosaico>.
In breve, il dedicante ringraziò Sant’Eufemia, per la protezione accordata a sé e ai suoi congiunti; essi avevano corso qualche grave pericolo, non meglio specificato, ma l’avevano scampato grazie a un intervento soprannaturale
S’identifica la prima Beta con dhia-chiliàdhes, 2000, perchè, nel sistema greco di numerazione, un piccolo segno in basso a sinistra evidenziava le migliaia; l’Omicron sta per evdhòminda, 70; la Rho per ekatòn, 100; e l’ultima Beta per dhìo, 2. Si deduce che questa determinata serie di lettere va intesa come la cifra <2172>
L’opinione dominante è che il numero 2172 indicasse una data, e precisamente quella in cui Giovanni appose la propria dedica a Sant’Eufemia: si sa che l’epigrafe fu dettata poco prima del 3 Novembre del 579 d.C., perché allora, a Grado, si tenne un animato sinodo dei vescovi sottoposti alla cattedra di Aquileia; e, per l’occasione, come dice un’altra iscrizione, fu ultimata la nuova pavimentazione della basilica.
CONCLUSIONI.
Il risultato della nostra indagine si può riassumere così: Giovanni fu un uomo pio, di lingua greca, molto dotto, ma estremamente discreto; visse nella seconda metà del VI secolo d.C., in un periodo storico travagliato; fu spinto a ritirarsi presso il vescovo Elia, nell’isola di Grado, dove gli parve d’entrare quasi in una Nuova Gerusalemme; i chierici e gli intellettuali laici del luogo erano rattristati dalla società civile ormai al collasso e dalle dispute interne alla Chiesa, e si consolavano all’idea che, quanto prima, Cristo avrebbe trionfato su Satana; perciò, il nostro personaggio, sul mosaico pavimentale della cattedrale, sentì il dovere di definirsi, in codice, come
Lo spaccato di erudizione e di spiritualità che ne deriva ci mostra una Grado del VI secolo ricca di sfacettature e di tribolazioni.
La segnalazione della pubblicazione me l'ha fatta l'amico Lupi sempre attento ad ogni riferimento su Grado.
Questo post del 26/1/2008 è stato quieto per questi anni e finalmente ieri uno degli autori: Mario Codebò ha aggiunto nei commenti un update, rendendomi contento e soddisfatto del lavoro che si fa.
Le cose buone lasciano sempre traccia di se e prima o poi riemergono dal melting pot del web tornando a brillare nell' attualità.
Questo il commento:
Archeoastronomia Ligustica ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "L' Epigrafe Astrale":
Due precisazioni:
1) il numero 2172 potrebbe anche essere una citazione dei due libri biblici di Ezdra e di Neemia, poiché ivi il primo gruppo di ebrei che tornano a Gerualemme da Babilonia è costituito appunto da 2172 capifamiglia. In questa ipotesi, Giovanni, autore dell'epigrafe di Grado, avrebbe inteso simbolicamente presentare sé stesso ed i cristiani ai reduci dall'esilio "nel mondo, dominio di Satana", secondo quanto dice Giovanni nell'Apocalisse ("Esci popolo mio da Babilonia") e nelle sue lettere;
2) in realtà non è necessario pensare ad un modello astronomico pre-tolemaico per la nostra ipotesi astronomica sul numero 2172 per due ragioni:
2.1) sia perché la precessione degli equinozi, "scoperta" da Ipparco di Nicea nel II secolo a. C., fu accolta nell'Almagesto di Tolomeo del II secolo d. C., che anzi ne è l'unica fonte essendo andata perduta l'opera originale d'Ipparco
2.2) sia perché la precessione degli equinozi era molto probabilmente già nota ai popoli del Medio Oriente fin dal IV millennio a. C., come riteniamo di avere dimostrato nei nostri successivi 5-6 articoli sulla "Stella mdi Betlemme" dei quali questo studio sull'epigrafe di Grado fu il motore d'avviamento. Invito i lettori interessati a leggere detti articoli sul sito www.archaeoastronomy.it ed a comunicarci i loro graditi commenti.
Mario Codebò
25 luglio, 2012
Assurda mania del Benessere
Dopo la Spending Review (revisione delle spese) quali altre ingegnose misure finanziarie
(Smart Tricks) adotterà il governo Monti per risanare i conti dello Stato (Public Hole)?
La Gaining review (revisione dei guadagni).
Rivedere le spese non basta se non si rivedono anche i guadagni.
La Gaining Review consiste nel tagliare tutti gli stipendi (si intende i nostri, non i loro) di almeno un dieci-quindici per cento.
Grazie a questo provvedimento gli italiani saranno più poveri, e potranno così accettare con maggiore naturalezza i drastici tagli della spesa pubblica.
Gli studi economici più aggiornati spiegano infatti che l’impoverimento ha come ricaduta virtuosa una diffusa rassegnazione (happy re-falling).
Trovare il proprio ospedale di zona chiuso sembra inconcepibile a un benestante, abituato a una vita funzionale e agiata;
ma è del tutto naturale per un morto di fame, che trova già sorprendente avere un letto a casa sua, figurarsi trovarne uno in ospedale.
Meno pretese, meno illusioni, più rassegnazione.
La gente deve smetterla di rovinarsi la vita con questa assurda mania del benessere».
24 luglio, 2012
Salubrità delle acque costiere e lagunari
Ho letto con attenzione il post di Liber@ e, al di là di certe esagerazioni linguistiche da sopracciglia aggrottate, mi trova sostanzialmente d' accordo tanto da costringermi a dare un' occhiata ad una carta regionale - "la classificazione sanitaria delle acque marittime e lagunari della nostra Regione" - che mi interessa professionalmente e che letta con attenzione mostra con chiarezza i limiti del nostro depuratore, vediamola:
Il controllo che la nostra Regione effettua sui prodotti ittici e sullo stato del mare è encomiabile e ha scarsi riscontri a livello nazionale a garanzia della salubrità dei prodotti pescati e venduti dalla nostra gente.
E' un documento importante per i professionisti ma interessante anche per la gente perchè mostra chiaramente la distribuzione delle acque più o meno salubri.
Le zone sono porzioni di mare identificate da un nome e classificate con questo sistema:
Zona A: i molluschi bivalvi raccolti possono essere immessi direttamente sul mercato, la zona di provenienza è salubre e testimoniata da continui controlli da parte dell' Arpa Regionale.
Zona B: i molluschi raccolti devono, prima del consumo, essere trattati da impianti di depurazione o di stabulazione in acque controllate.
Zona C: i molluschi raccolti devono essere trattati da impianti di depurazione per un lungo periodo.
Zona proibita: non si possono raccogliere molluschi di nessun genere.
A prima vista si può notare che le zone classificate B sono in linea di massima dal lato Est verso Grado ed è un pò strano visto che le dominanti di vento e corrente vanno da Est a Ovest, ma questo dicono i prelievi.
Altra evidente incongruenza è la presenza di una zona B sul lato esterno del Golometo, la zona P.ta Sdobba Esterna, l'unica spiegazione possibile è che il depuratore di Grado che scarica a circa un miglio e mezzo in mare da Primero non funzioni bene.
Strana anche la situazione della Laguna che dalla parte di Marano è praticamente tutta classificata B e quindi adatta alla pesca e all' allevamento di molluschi, mentre dalla parte di Grado è tutta preclusa salvo una piccola zona -Laguna Est- a fianco della strada lagunare.
Misteri
Ps: non siamo certamente soli in questa Italia mezzo disastrata ad avere problemi ma non si può stare tranquilli per questo:
Il controllo che la nostra Regione effettua sui prodotti ittici e sullo stato del mare è encomiabile e ha scarsi riscontri a livello nazionale a garanzia della salubrità dei prodotti pescati e venduti dalla nostra gente.
E' un documento importante per i professionisti ma interessante anche per la gente perchè mostra chiaramente la distribuzione delle acque più o meno salubri.
Le zone sono porzioni di mare identificate da un nome e classificate con questo sistema:
Zona A: i molluschi bivalvi raccolti possono essere immessi direttamente sul mercato, la zona di provenienza è salubre e testimoniata da continui controlli da parte dell' Arpa Regionale.
Zona B: i molluschi raccolti devono, prima del consumo, essere trattati da impianti di depurazione o di stabulazione in acque controllate.
Zona C: i molluschi raccolti devono essere trattati da impianti di depurazione per un lungo periodo.
Zona proibita: non si possono raccogliere molluschi di nessun genere.
A prima vista si può notare che le zone classificate B sono in linea di massima dal lato Est verso Grado ed è un pò strano visto che le dominanti di vento e corrente vanno da Est a Ovest, ma questo dicono i prelievi.
Altra evidente incongruenza è la presenza di una zona B sul lato esterno del Golometo, la zona P.ta Sdobba Esterna, l'unica spiegazione possibile è che il depuratore di Grado che scarica a circa un miglio e mezzo in mare da Primero non funzioni bene.
Strana anche la situazione della Laguna che dalla parte di Marano è praticamente tutta classificata B e quindi adatta alla pesca e all' allevamento di molluschi, mentre dalla parte di Grado è tutta preclusa salvo una piccola zona -Laguna Est- a fianco della strada lagunare.
Misteri
Ps: non siamo certamente soli in questa Italia mezzo disastrata ad avere problemi ma non si può stare tranquilli per questo:
Civitavecchia, divieto di balneazione: scoppiano le fogne, liquami in spiaggia
22 luglio, 2012
Le mie origini
Il nostro dialetto, di origini paleovenete, potrebbe essere il ceppo madre di tutti i dialetti veneti della costa.
Spinto dalle recenti performance dei rappresentanti politici friulani e della presunta superiorità del friulano, ho fatto una ricerca sulle origini del dialetto gradese e mi sono imbattuto su una delle possibili origini del mio cognome che è antichissimo: Lugnan
Certa l'origine aquileiese (500 dc) con i Lugnani trasmigrati poi anche a Venezia con le prime famiglie commerciali, testimoniata l'origine gradese dei Lugnan dal 1500 negli archivi parrocchiali, ho fatto un ulteriore passo indietro ancora con una possibile origine celtica.
Lugnan deriverebbe da Lughnasad, festa celtica del 1° agosto.
Vediamo le tracce e le origini di questo popolo misterioso:
i Celti,fanno la loro prima comparsa nel V secolo avanti Cristo.
Avevano costumi semplici, vivevano in povere capanne ed erano dediti all'agricoltura.(casoneri).
Quest'ultima era esercitata su terre comuni, che erano disboscate per coltivare generalmente il frumento. (socialisti)
L'attività agraria bastava per il fabbisogno del villaggio e pertanto chiariva i limiti di una società caratterizzata dal separatismo e circoscritta nel piccolo mondo delle tribù. (graisani)
I celti erano certamente buoni soldati, ma non erano altrettanto abili nell'organizzare l'attività politica.(siamo noi)
Non riuscirono a esprimere stabili istituzioni accentrate, ma furono sempre tenacemente isolati nei particolarismi tribali. (le somiglianze sono evidenti).
La presenza in Regione è certa, importanti centri celtici furono Iulium Carnicum (Zuglio) ed Aquileia, la cui prosperità economica testimonia la collaborazione fra l’elemento romano e quello indigeno, veneto e celtico e Trieste, città dal nome forse celtico, forse veneto, cui si attribuisce il significato di “mercato”, era un punto d’incontro e di scambi fra gli uni e gli altri.
L'aspetto sacro e religioso dei loro costumi era curato dai Druidi rappresentanti in terra degli dei e delle stagioni celtiche, una sapienza legata alle foreste ed alle forze della natura.
I templi dei druidi erano all’aperto, tutto era legato alla natura, alle foreste in particolare. (metti al loro posto la Laguna e siamo noi)
Tutto questo, fatte le somme delle tracce raccolte, mi identifica perfettamente e mi riporta al presente con il sangue celtico in ebollizione e a riflessioni sull'importanza degli avi e ai loro costumi.
Druidi e ampolle. Il grande fiume che rigenera. La Dea Sole.
Dovendo, prima o dopo, partecipare ad un movimento politico , non ho scelta ho ricostruito la mia storia cercando nelle sue pieghe il filo dell' identità e ho trovato la simbologia, un apparato di miti.
Non c'è gara con i friulani:
Sono Celtico-Graisan!
Spinto dalle recenti performance dei rappresentanti politici friulani e della presunta superiorità del friulano, ho fatto una ricerca sulle origini del dialetto gradese e mi sono imbattuto su una delle possibili origini del mio cognome che è antichissimo: Lugnan
Certa l'origine aquileiese (500 dc) con i Lugnani trasmigrati poi anche a Venezia con le prime famiglie commerciali, testimoniata l'origine gradese dei Lugnan dal 1500 negli archivi parrocchiali, ho fatto un ulteriore passo indietro ancora con una possibile origine celtica.
Lugnan deriverebbe da Lughnasad, festa celtica del 1° agosto.
Vediamo le tracce e le origini di questo popolo misterioso:
i Celti,fanno la loro prima comparsa nel V secolo avanti Cristo.
Avevano costumi semplici, vivevano in povere capanne ed erano dediti all'agricoltura.(casoneri).
Quest'ultima era esercitata su terre comuni, che erano disboscate per coltivare generalmente il frumento. (socialisti)
L'attività agraria bastava per il fabbisogno del villaggio e pertanto chiariva i limiti di una società caratterizzata dal separatismo e circoscritta nel piccolo mondo delle tribù. (graisani)
I celti erano certamente buoni soldati, ma non erano altrettanto abili nell'organizzare l'attività politica.(siamo noi)
Non riuscirono a esprimere stabili istituzioni accentrate, ma furono sempre tenacemente isolati nei particolarismi tribali. (le somiglianze sono evidenti).
La presenza in Regione è certa, importanti centri celtici furono Iulium Carnicum (Zuglio) ed Aquileia, la cui prosperità economica testimonia la collaborazione fra l’elemento romano e quello indigeno, veneto e celtico e Trieste, città dal nome forse celtico, forse veneto, cui si attribuisce il significato di “mercato”, era un punto d’incontro e di scambi fra gli uni e gli altri.
L'aspetto sacro e religioso dei loro costumi era curato dai Druidi rappresentanti in terra degli dei e delle stagioni celtiche, una sapienza legata alle foreste ed alle forze della natura.
I templi dei druidi erano all’aperto, tutto era legato alla natura, alle foreste in particolare. (metti al loro posto la Laguna e siamo noi)
Tutto questo, fatte le somme delle tracce raccolte, mi identifica perfettamente e mi riporta al presente con il sangue celtico in ebollizione e a riflessioni sull'importanza degli avi e ai loro costumi.
Druidi e ampolle. Il grande fiume che rigenera. La Dea Sole.
Dovendo, prima o dopo, partecipare ad un movimento politico , non ho scelta ho ricostruito la mia storia cercando nelle sue pieghe il filo dell' identità e ho trovato la simbologia, un apparato di miti.
Non c'è gara con i friulani:
Sono Celtico-Graisan!
21 luglio, 2012
Identità di una lingua
Leggo di una polemica tra politici nata sulla destinazione di ingenti risorse finanziarie per la pubblicazione di dizionari e l' insegnamento del friulano mentre vengono tagliati posti letto negli ospedali.
Mi diverte pensare che è bello e sano alimentare la polemica confrontando la storia della lingua friulana, il nostro dialetto e il diritto di primogenitura.
È stato troppo spesso detto che il friulano odierno sia il diretto continuatore del latino regionale parlato ad Aquileia.
La cosa potrebbe in effetti darsi per scontata senza l'esistenza di Grado con il suo dialetto, sbocciato come un fiore di laguna, mantenutosi incontaminato sino al recente avvento del turismo di massa e che manifesta ancor oggi, integri ed eternati dal nostro poeta Biagio Marin, ì caratteri di un arcaismo ignoto altrove.
A Grado, grazie alla sua periferìcità ma soprattutto alla secolare decadenza, l'apporto di Venezia è del tutto trascurabile.
All'epoca del suo splendore, Aquileia fu indubbiamente la mediatrice della latinità non solo nell'odierno Friuli e nell'Istria, ma in buona parte dell'intera Gallia cisalpina.
L'attrazione culturale da lei esercitata era enorme e valicava i confini delle Alpi raggiungendo il Norico e la Pannonia.
Se vi è però un dialetto che possa più degli altri vantarsi diretto erede della latinità aquileiese, questo non può essere che il gradese e ciò per fin troppo ovvie ragioni storiche ed etniche.
Ma nell'Aquileia di oggi si parla friulano.
Anche qui è la storia a chiarire l'apparente contrasto.
Anzitutto il confine linguistico corrisponde al confine politico che per tanti secoli tenne separata la laguna dal suo retroterra.
Di qua Bisanzio e di là i Longobardi ì quali non vogliono dipendere da un Patriarca suddito dì Bisanzio e insistono perché si ripristini quello di Aquileia.
Il papato, nell'intento di accontentare tutti, lascia al suo posto il patriarca di Grado per i territori soggetti a Bisanzio (da Venezia all'lstria) e crea un doppione per il territorio longobardo.
Ma Aquileia non è che un cumulo di rovine.
I Longobardi hanno una nuova capitale, Cividale, ed è lì che, dopo una breve dimora a Cormons, risiede il novello patriarca che pur si fregia del titolo di Aquileia.
La dominanza del parlato tedesco su quello latino è definitiva con l' avvento dei duchi tedeschi.
Le strade delle due lingue sono divise definitivamente!
Tratto da "Giuseppe Brancale & Lauro Decarli, Istria, Dialetti e preistoria"
Mi diverte pensare che è bello e sano alimentare la polemica confrontando la storia della lingua friulana, il nostro dialetto e il diritto di primogenitura.
È stato troppo spesso detto che il friulano odierno sia il diretto continuatore del latino regionale parlato ad Aquileia.
La cosa potrebbe in effetti darsi per scontata senza l'esistenza di Grado con il suo dialetto, sbocciato come un fiore di laguna, mantenutosi incontaminato sino al recente avvento del turismo di massa e che manifesta ancor oggi, integri ed eternati dal nostro poeta Biagio Marin, ì caratteri di un arcaismo ignoto altrove.
A Grado, grazie alla sua periferìcità ma soprattutto alla secolare decadenza, l'apporto di Venezia è del tutto trascurabile.
All'epoca del suo splendore, Aquileia fu indubbiamente la mediatrice della latinità non solo nell'odierno Friuli e nell'Istria, ma in buona parte dell'intera Gallia cisalpina.
L'attrazione culturale da lei esercitata era enorme e valicava i confini delle Alpi raggiungendo il Norico e la Pannonia.
Se vi è però un dialetto che possa più degli altri vantarsi diretto erede della latinità aquileiese, questo non può essere che il gradese e ciò per fin troppo ovvie ragioni storiche ed etniche.
Ma nell'Aquileia di oggi si parla friulano.
Anche qui è la storia a chiarire l'apparente contrasto.
Anzitutto il confine linguistico corrisponde al confine politico che per tanti secoli tenne separata la laguna dal suo retroterra.
Di qua Bisanzio e di là i Longobardi ì quali non vogliono dipendere da un Patriarca suddito dì Bisanzio e insistono perché si ripristini quello di Aquileia.
Il papato, nell'intento di accontentare tutti, lascia al suo posto il patriarca di Grado per i territori soggetti a Bisanzio (da Venezia all'lstria) e crea un doppione per il territorio longobardo.
Ma Aquileia non è che un cumulo di rovine.
I Longobardi hanno una nuova capitale, Cividale, ed è lì che, dopo una breve dimora a Cormons, risiede il novello patriarca che pur si fregia del titolo di Aquileia.
La dominanza del parlato tedesco su quello latino è definitiva con l' avvento dei duchi tedeschi.
Le strade delle due lingue sono divise definitivamente!
Tratto da "Giuseppe Brancale & Lauro Decarli, Istria, Dialetti e preistoria"
19 luglio, 2012
Attenzione!
Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un bombardamento mass-mediatico su fatti di cronaca che riempiono i telegiornali, le radio e i quotidiani.
La situazione dell' Euro, la situazione politica, i prezzi, il freddo, il caldo, la pioggia, la siccità, l'inflazione, la stagflazione, il caro-petrolio, il crollo dei consumi, il bullismo, il sesso tra i giovani, l'educazione, la cultura, il traffico, l'inquinamento, il meteorite che tra millemila anni colpirà la Terra, la glaciazione, l'anticiclone delle Azzorre ( dove cazzo è finito?), la desertificazione, gli ogm, i grassi idrogenati, la spazzatura, le scorie, la pornografia su Internet, lo sfruttamento, la xenofobia,, la pirateria su Internet, i treni dei pendolari, e oggi il più spaventoso di tutti:
l'Italia si "restringe di un metro al secolo".
Dove metteremo gli extracomunitari?
Però...sembra impossibile che con tutti questi allarmi, o emergenze, o allerta, non sia successo ancora un cazzo.
Va bhè tocchiamoci il naso va!
La situazione dell' Euro, la situazione politica, i prezzi, il freddo, il caldo, la pioggia, la siccità, l'inflazione, la stagflazione, il caro-petrolio, il crollo dei consumi, il bullismo, il sesso tra i giovani, l'educazione, la cultura, il traffico, l'inquinamento, il meteorite che tra millemila anni colpirà la Terra, la glaciazione, l'anticiclone delle Azzorre ( dove cazzo è finito?), la desertificazione, gli ogm, i grassi idrogenati, la spazzatura, le scorie, la pornografia su Internet, lo sfruttamento, la xenofobia,, la pirateria su Internet, i treni dei pendolari, e oggi il più spaventoso di tutti:
l'Italia si "restringe di un metro al secolo".
Dove metteremo gli extracomunitari?
Però...sembra impossibile che con tutti questi allarmi, o emergenze, o allerta, non sia successo ancora un cazzo.
Va bhè tocchiamoci il naso va!
18 luglio, 2012
17 luglio, 2012
Due Notizie, una Verità
Ecco due articoli pubblicati sul Piccolo rispettivamente domenica 15 luglio e oggi martedì 17 luglio, due notizie in apparenza, un' unico fatto nella realtà.
Non è giusto fare giornalismo in questo modo, l' immagine di un paese turistico come il nostro è una faccenda seria, costosa e fragilissima, va gestita e calibrata con grande attenzione.
Mi piace pensare che l' iniziativa di Sbrissa al Bisato e i successivi post di Grado Spia e mio con i commenti dei tanti che l' hanno letta sui nostri siti, abbiano fatto pubblicare la vera notizia, quella odierna.
Un piccolo fatto, anche se violento, di disaccordo sul valore delle prestazioni lavorative tra un gestore e un dipendente, niente di più, banalità che succedono continuamente in questi periodi di crisi.
Mi auspico che ci sia più attenzione nella gestione delle notizie che possono, se mal date, fare molto danno e per moltissimo tempo, perchè ricordo che gli archivi elettronici dei giornali sono consultabili da tutti per moltissimo tempo, se già dopo due giorni è difficile stabilire con certezza la relazione fra due notizie, immaginatevi farlo tra una settimana o un anno.
16 luglio, 2012
L' opinione perfetta
Sbrissa al Bisato ha un grande merito, stimola tutti a non abbandonarsi al gran caldo, a cazzeggiare con mollezza, continua a vigilare anche su notizie che in apparenza non hanno sapore se non il gusto del gossip come l' ultima sui ristoranti e della baruffa con un cliente, non aggiungo nulla perchè ha scritto benissimo tutto lui, per completezza io vorrei aggiungere che in giro ci sono un sacco di rotti in c.... che lo fanno apposta a baruffare per non pagare il conto, ma quello che fa arrabbiare è l' atteggiamento del giornalista ( che dovrebbe essere dei nostri) che sta a metà strada tra fare la morale e il nascondere la mano.
Si leggono spesso sui giornali articoli tronfi, scritti con superiorità in specie sulle cronache locali:
Vediamo trattare le notizie a metà, esaltando il lato più gossiparo e moralista, ed escludendo parte della realtà in modo da sostanzialmente disinformare, quasi sempre a vantaggio dei potenti di turno.
Di costoro Il Poeta ha questa opinione:
Lo rilesse, orgoglioso e persino un po’ basito della sua stessa bravura
Era l’opinione perfetta, il parere sommo.
Un colpo al cerchio, uno alla botte.
Due pesi e due misure, ma meravigliosamente alternati.
Un così sopraffino esercizio di equilibrio degno di lui, da sempre il principe degli opinionisti.
Cazzo, era davvero l'articolo perfetto.
Non lo capiva più neppure lui a chi aveva cercato di leccare il culo.
Sapevatelo!
Si leggono spesso sui giornali articoli tronfi, scritti con superiorità in specie sulle cronache locali:
Vediamo trattare le notizie a metà, esaltando il lato più gossiparo e moralista, ed escludendo parte della realtà in modo da sostanzialmente disinformare, quasi sempre a vantaggio dei potenti di turno.
Di costoro Il Poeta ha questa opinione:
Lo rilesse, orgoglioso e persino un po’ basito della sua stessa bravura
Era l’opinione perfetta, il parere sommo.
Un colpo al cerchio, uno alla botte.
Due pesi e due misure, ma meravigliosamente alternati.
Un così sopraffino esercizio di equilibrio degno di lui, da sempre il principe degli opinionisti.
Cazzo, era davvero l'articolo perfetto.
Non lo capiva più neppure lui a chi aveva cercato di leccare il culo.
Sapevatelo!
15 luglio, 2012
Gastronomia Graisana
Sempre in tema di ricette, vediamo la terminologia graisana, ovviamente incompleta, per la gastronomia.
In un paese dove la fame ha fatto da protagonista per generazioni, i termini che identificano il cibo devono per forza essere poetici, qualche volta si poteva solo sognare di mangiare , ed è così a Grado, dove la terminologia gastronomica messa di seguito sembra sia poesia.
Carussi e bussolai, bone grassie (ciambelle della cresima), pan co l'ua, pan de fighi, pan consao o co l'ogio, pinse e fugasse, frisse (ciccioli di maiale fritti) sigari de bon-bon, perussoli, mestroculi e stiopetini, legno dolse, carobe, sucoro de Gurissia (liquirizia), crustuli e fritole, panadela e patacheo, mesta (la sbobba del casoner- olio, pepe, farina e fagioli qualche frissa e sardele salae), risi co l'ogio, bisi sichi col pesto, zuf (farina di granturco bollita con acqua e latte) perseghi, nespuli e sorbuli co la polenta, pesse salao soto fraco, sarduni e renghe, bacalao, datuli e fighi, peverasse, caparossuli, sgarsenei e cape de vale, scanavesse e giarissi, e buriti de duti i coluri.
Questi, in parte e alla rinfusa, i termini della tradizione culinaria da non dimenticare.
In un paese dove la fame ha fatto da protagonista per generazioni, i termini che identificano il cibo devono per forza essere poetici, qualche volta si poteva solo sognare di mangiare , ed è così a Grado, dove la terminologia gastronomica messa di seguito sembra sia poesia.
Carussi e bussolai, bone grassie (ciambelle della cresima), pan co l'ua, pan de fighi, pan consao o co l'ogio, pinse e fugasse, frisse (ciccioli di maiale fritti) sigari de bon-bon, perussoli, mestroculi e stiopetini, legno dolse, carobe, sucoro de Gurissia (liquirizia), crustuli e fritole, panadela e patacheo, mesta (la sbobba del casoner- olio, pepe, farina e fagioli qualche frissa e sardele salae), risi co l'ogio, bisi sichi col pesto, zuf (farina di granturco bollita con acqua e latte) perseghi, nespuli e sorbuli co la polenta, pesse salao soto fraco, sarduni e renghe, bacalao, datuli e fighi, peverasse, caparossuli, sgarsenei e cape de vale, scanavesse e giarissi, e buriti de duti i coluri.
Questi, in parte e alla rinfusa, i termini della tradizione culinaria da non dimenticare.
14 luglio, 2012
Polpettine di Alice
Alle volte i miei pensieri scorrono all' indietro e si fermato su episodi particolarmente positivi e significativi, oggi in particolare mi sono ricordato del battesimo della mia nipotina Alice a cui ho dedicato e scritto questa ricetta:
POLPETTINE DI ALICE
5000 gr di Alice
1 spicchio d'amore
prezzemolo
baci salati
10 carezze
1 uovo di Pasqua
2 cucchiai di pane
grattugiato
1 cucchiaio d'olio
santo
1 bicchiere di vino
bianco
1 cucchiaio di latte di mamma
profumo di buccia
di limone grattugiata
poco sale e
pepe 200
gr. di pannolini
Palpeggiare
alice a piccoli pezzi .
Riempirla
di baci salati, pane, uovo, prezzemolo, aglio, sale e con il pane grattugiato
preparare un composto.
Formare delle polpettine un po' schiacciate
massaggiando con cura usando le 10 carezze, avvolgerle nei pannolini e
metterle in una casseruola unta d'olio santo e uno spicchio d'amore. Passare in
culla a 200 gradi per 7 minuti circa.
Aggiungere il vino santo un cuore di mamma e papà, l a buccia di limone e raccontare tutto alle
nonne.
Far finire la cottura per 6
minuti circa.
12 luglio, 2012
'Ste Province
Molto spesso chi parla di abolire le province mostra di non riconoscere che un Paese non è soltanto una comunità di persone, ma è anche il territorio in cui queste persone vivono.
Il fatto che alcune province, anche vaste, siano poco popolate, non dovrebbe costituire di per sé un motivo sufficiente per eliminarle.
La gestione dei fiumi, delle valli, delle strade, deve essere efficace: la risposta alle emergenze deve essere pronta, anche se in quel territorio abitano poche migliaia di persone.
Si sa che in altri Paesi i territori poco popolati sono compensati, in sede istituzionale, da una maggior rappresentatività.
È un metodo, certo non perfetto, di riequilibrare grandi territori poco popolati e piccole regioni fortemente urbanizzate.
La distribuzione della popolazione, in Italia, è molto eterogenea.
Spesso chi ritiene inutili le province vive in grandi centri, come Milano o Roma o Napoli, dove a conti fatti la provincia è davvero un doppione, la cui abolizione non sarà affatto rimpianta.
Però la stragrande maggioranza degli italiani non vive in questi grandi centri, ma in territori diversificati dove l’organizzazione provinciale dei trasporti pubblici o delle scuole superiori ha ancora un senso.
Di queste cose sarebbe bello discutere, non soltanto sotto l’ombrellone, mentre aspettiamo che Monti & co. ci mostrino la nuova cartina delle province italiane.
In foto l' organizzazione dell' impero romano all' età di Augusto.
11 luglio, 2012
10 luglio, 2012
Fossalon
La storia politica di Grado è costellata più da Commissari che Sindaci e molti di essi sono andati spesso e volentieri contro il volere popolare, a tal punto da poter parlare di corsi e ricorsi storici.
Uno dei casi più eclatanti è la storia della nascita del Fossalon di Grado.
Nel 1927, Grado come al solito sotto tutela commissariale per le solite baruffe tra "politici" locali, il Commissario ad acta decise, per fare cassa, di vendere 2000 ettari di Laguna, l'estremo lembo levante della Laguna all'Opera Nazionale Combattenti che, all'italiana, faceva da prestanome all'Ersa per ottenere i contributi che lo Stato concedeva agli ex combattenti, per realizzare una grande bonifica da cui sarebbe nato il Fossalon.
La Laguna di Levante o "Palù de sora" comprendeva il Promero, La Lama, L'Averto,il Golometo e Punta Sdoba.
Si scatenò una rivoluzione, guidata da il capo carismatico della piccola comunità de casoneri che popolavano quel tratto di Laguna:
Giovanni Fumolo conosciuto come "Barba Nane Strolo" o "Podestae de Golometo" che guidava una settantina di persone.
Nonostante le proteste veementi non ci fu nulla da fare e nel 1928 fu perfezionato l'atto di vendita all'Opera Combattenti. (ricorda qualcosa di odierno)
Nasce così, su una baruffa, il Fossalon di Grado, bonificato a son di badili e carriole da uomini provenienti dal vicino Veneto sempre alluvionato e affamato, quegli uomini, che i graisani denominarono "piavoti" o "mantelline" gente dura e laboriosa arrivata a Grado con vecchie biciclette, bonificarono a mano il territorio strappandolo alla Laguna, scavando canali di sgrondo, costruendo argini perimetrali di difesa e meritandosi con un enorme sacrificio il diritto alla terra.
Quasi che il ricordo di quelle proteste sia traccia indelebile, il rapporto tra la gente di Fossalon e quella di Grado non è mai stato facile, sembra si sia due corpi estranei in uno stesso Comune.
A Fossalon hanno sviluppato una cultura propria, autonoma, perpetuando modi di fare e di dire propri.
Uno dei casi più eclatanti è la storia della nascita del Fossalon di Grado.
Nel 1927, Grado come al solito sotto tutela commissariale per le solite baruffe tra "politici" locali, il Commissario ad acta decise, per fare cassa, di vendere 2000 ettari di Laguna, l'estremo lembo levante della Laguna all'Opera Nazionale Combattenti che, all'italiana, faceva da prestanome all'Ersa per ottenere i contributi che lo Stato concedeva agli ex combattenti, per realizzare una grande bonifica da cui sarebbe nato il Fossalon.
La Laguna di Levante o "Palù de sora" comprendeva il Promero, La Lama, L'Averto,il Golometo e Punta Sdoba.
Si scatenò una rivoluzione, guidata da il capo carismatico della piccola comunità de casoneri che popolavano quel tratto di Laguna:
Giovanni Fumolo conosciuto come "Barba Nane Strolo" o "Podestae de Golometo" che guidava una settantina di persone.
Nonostante le proteste veementi non ci fu nulla da fare e nel 1928 fu perfezionato l'atto di vendita all'Opera Combattenti. (ricorda qualcosa di odierno)
Nasce così, su una baruffa, il Fossalon di Grado, bonificato a son di badili e carriole da uomini provenienti dal vicino Veneto sempre alluvionato e affamato, quegli uomini, che i graisani denominarono "piavoti" o "mantelline" gente dura e laboriosa arrivata a Grado con vecchie biciclette, bonificarono a mano il territorio strappandolo alla Laguna, scavando canali di sgrondo, costruendo argini perimetrali di difesa e meritandosi con un enorme sacrificio il diritto alla terra.
Quasi che il ricordo di quelle proteste sia traccia indelebile, il rapporto tra la gente di Fossalon e quella di Grado non è mai stato facile, sembra si sia due corpi estranei in uno stesso Comune.
A Fossalon hanno sviluppato una cultura propria, autonoma, perpetuando modi di fare e di dire propri.
09 luglio, 2012
Idee Geniali
La caratteristica fondamentale di un’idea geniale è che è STUPEFACENTE.
E stupisce in primo luogo te.
Ed è semplice.
Qui sta il difficile.
La nostra identità censoria (una delle tante che ci abitano) ha la tendenza a interferire con il processo creativo cercando di instradare il pensiero, fin da subito, su binari effettivamente possibili.
Invece bisognerebbe, nella fase creativa, lasciar andare gli ormeggi e lasciarsi trasportare dalla corrente della fantasia senza chiedersi se si naviga in acque sicure o se ci stiamo perdendo nel grande mare.
Fantasticare non è pericoloso, non si rischia di annegare in un mare vero… E’ solo una questione di fantasia.
Ognuno di noi ha una fertilissima mente creativa infantile che non sopporta che la si limiti o si manchi di fiducia in lei.
Scoprirlo è la prima delle illuminazioni.
Se non hai fiducia in te stesso avvilisci la tua mente fantastica.
Poi si tratta di riaccendere la mente analitica e valutare attentamente come realizzare l’idea geniale.
Tra i tanti esempi possibili questa mi pare veramente un' idea geniale:
In India visti i tempi grami per dare l’illuminazione a migliaia di studenti si sono ideati un sistema che prevede una latta da cinque litri di quelle della salsa di pomodoro, recuperata in discarica, riempita di cacca di vacca, una manciata di sale, acqua, una pila elettrica esaurita, due fili di rame e un led:
luce per 45 giorni. Stupefacente!
Poi si cambia la merda.
'ndarave ben anche per cason!