03 novembre, 2012

Il giorno dei Morti e lo Stransito

 

A Grado, come in tutte le comunità chiuse, quello dei morti è sempre stato un argomento ricorrente nei discorsi dei grandi e finiva per coinvolgere anche l'attenzione dei bambini. 

Le storie locali sono frutto di fantasia (forse) ma  fanno trasparire un  profondo rispetto per i defunti, una cultura derivata dalla notte dei tempi della nostra popolazione e al culto romano per gli avi.

Ai morti ed ai loro spiriti si deve profondo rispetto, guai a parlarne male si possono avere delle brutte conseguenze, anzi bisogna pregare molto per questi spiriti che vagano nella notte per la loro pace eterna . 

Si dice che in certe notti in specie di questi giorni, verso le quattro (o anche alle sei), ci sia lo stransito, la processione dei defunti per le cube di Grado;
sono tanti e tutti in fila recitano le loro litanie o chiedono preghiere e:
 no bizogna esse curiozi de vegherli , 
finito lo  stransito per "Strà Longa" tornano in cimitero, che  nei tempi passati era giusto a ridosso della Chiesa di S.Eufemia in Campo Patriarchi.

La sera dei Santi si cambiavano le lenzuola perche i morti potevano voler  tornare a casa nei loro letti e sulla tavola della cucina si accendono i lumini, tanti quanti sono i morti che si onorano . 

Accade anche che la visione di qualche parente in un luogo in cui è impossibile che egli si trovi possa essere interpretata come l'annuncio della sua dipartita, mentre una stella cadente indica:
se ze de note prima de mezanote, i toca a  un omo, e dopo mezanote ze una femena

Impressionante era la preparazione della Chiesa in questi giorni:
- un grande catafalco funebre tutto nero e circondato da immagini di scheletri, da fiamme  in cui bruciavano le anime, un grande teschio sulla sua sommità, uno scheletro vestito da prete e uno che suonava il violino, era installato al centro della chiesa per le preghiere a favore dei propri defunti.

Ma me creo che i conta 'ste storie per insenpià la zente!

L' illustrazione è di Dino Facchinetti.

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