Leggo su Bora.la - Torna come una bomba a Trieste il Rigassificatore -, con un giro di valzer rapidissimo siamo passati dalla bugia della politica regionale che da per approvato all' unanimità il progetto Gas Natural nonostante il, palese e noto ai più, parere contrario del Comune di Trieste di quello di Muggia e della Provincia di Trieste, alla pubblicazione - e questo è grave -della lista dei terreni da espropriare nei quotidiani Il Messaggero Veneto e la Stampa, giusto il giorno dopo.
Il Ministero dello Sviluppo Economico da prova di efficenza mai vista da queste parti, trascurando però di usare mezzi d' informazione vicini alla cittadinanza, per comunicare le sue determinazioni - Il Piccolo è stato evitato con cura.
La cittadinanza triestina sentendosi tradita si è mossa promuovendo una manifestazione di piazza per questo pomeriggio a Trieste in Piazza Unità alle 16,30.
Ricorda qualcuno questo metodo che se ne frega della popolazione residente e di tutti quelli che, come noi, ma non solo, a Grado che siamo dirimpettai, dovremo subire le conseguenze della costruzione di questo ulteriore mostro ambientale che porterà guai garantiti a tutti, vedi questo link in cui il wwf spiega i danni possibili, in un momento in cui l' America dichiara di aver trovato risorse di gas naturale sufficienti per il loro consumo con conseguenza immediata di una maggiore disponibilità sul mercato di prodotto e con la notizia che finalmente il prezzo al pubblico dovrebbe scendere.
Cui prodest?
Spero che i manifestanti mangino a pranzo fagioli e dimostrino che per peggiorare l' ambiente già degradato di suo - polveri sottili, ferriera - non occorre altro.
Conserveremo un gran ricordo della giunta Tondo.
se il rigassificatore è davvero così innocuo e vantaggioso, noi lo regaliamo volentieri a Portonogaro o ne suggeriamo l'ubicazione davanti alle spiagge di Lignano. [...] Questo atto spacca la regione, segna una frattura insanabile fra chi comanda e chi non conta niente. [...], quando eravamo il gioiello di un impero, mai Vienna avrebbe consentito a ciò cui oggi Roma e la Regione acconsentono con un atto notarile e antidemocratico: una macchina energetica che dimezzerebbe il nostro mare, inibirebbe il traffico portuale, renderebbe semi-sterile il golfo, diventerebbe un pericolo mortale nella stagione del terrorismo, e con i rischi che comporta dimezzerebbe il valore degli immobili da Sant'Andrea a Punta Sottile e oltre. Ora penso sia venuto il tempo. Tempo che la gente su questo pezzo di Adriatico si faccia sentire. Tempo che gli utenti del mare, pescatori, marinai, velisti, operatori del turismo e infine altre categorie prendano atto di cosa significa questa imposizione e non solo a livello ecologico, portuale e della sicurezza ma anche a livello Politico.
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