Mi è capitato così di ritrovare le cose che avevo pubblicato su un bravo ragazzo, bravissimo fotografo e una sfortuna immensa:
Sono già passati due anni e mezzo dalla sua scomparsa e tra le fotografie che avevo pubblicato mi va, per ricordarlo, di riproporre questa sua, anche per il significato intrinseco così ben evidenziato nella presentazione di Matteo Marchesan:
“Fine del mondo”
Non è uno scenario apocalittico, l’immagine anzi suggerisce un senso di distensione, di serenità, quasi di contemplazione, sicuramente di pace interiore: di fronte alla sublimità e alla maestà della vita, di tutta la vita, l’animo si confonde, si perde tra le nubi della realtà.
Quel groviglio di rami rappresenta il mondo con le sue contraddizioni, con i suoi labirinti, ma c’è un punto luminoso, una meta, cui tende questa vita che rendiamo così complessa, perché non sappiamo innalzare lo sguardo al di là della misera quotidianità e di una programma esistenziale povero di significati e privo di entusiasmi, aggrovigliati su noi stessi.
Eppure qualcosa c’è, là, in fondo, che ci rende partecipi di un’altra natura…
Grazie!! ;(
RispondiEliminaGrassie Enio pre sto ricordo, anche se.........:
RispondiEliminaPER LUCA
Svola ‘nà fotografia
che’l vento l’hà destacagia,
fantulini mie…..
no se riva più ciapala.
Zè solo un toco de carta lustra
‘ndola ‘l tenpo al s’hà logao,
noltri drento che riemo
zogia,amor..là s’hà fermao.
A bastao solo un momento
per ganbià la situassion,
quela foto s’hà smario
…’desso solo comossion.
Ma la foto la fà parte
de l’album de la vita,
figi mie dovè inpinilo
no ligalo int’una bita.
‘N oltra alba s’hà levao
e co’ ela al gno suriso,
me son qua insima al sielo
che caresso al vostro viso.
Oltre foto ve de fà
che le ciacola de amor,
me ve lasso al gnò rulìn
…svilupelo drento ‘l cuor.
Teti