09 febbraio, 2013

Homo democraticus

Vivo giorni di ansia, apri la tv e mi sento aggredito da uno qualsiasi dei tre triunviri, che malgrado abbiano governato questo paese per generazioni portandolo allo sconquasso, sono sicuri ora che si va a votare di aver trovato la soluzione a tutti, nessuno escluso, i nostri guai.

Leggo un giornale ed è peggio perchè alle prime cinque pagine dedicate ai signori di cui sopra si aggiungono le previsioni del tempo che sono normalmente catastrofiche anche se basterebbe aprire la finestra per assicurarsi del contrario, allora che fare?

Ormai in piena depressione mi rifugio in letture più confortanti, come questa di Federico Repetto che cerca di analizzare la figura che domina il panorama odierno:

L' Homo democraticus

L'apparire dell'homo democraticus fa piazza pulita di ogni contrapposizione tra individuo e società. 
La società, i suoi valori, la sua stessa necessità, le forme politiche in cui è organizzata, in cui l'hanno organizzata i partiti e la organizzano la politica, semplicemente evapora. 
Non esiste più.
 Quali valori o collanti possono tenere insieme quel mondo di singolarità assolute?
 
Il "mettere qualcosa in comune" è allora l'autentica questione prioritaria di ogni progetto politico. 
Ricostruirlo, ripensare in modo realistico e disincantato alle forme politiche possibili dinanzi all'energia inarrestabile (e terrificante) dell'homo democraticus dovrebbe essere la sfida politica più responsabile e moderna.

L'avvento dell'homo democraticus, la sua aggressività ne legittima tutti i difetti, ne esalta la negatività e la violenza. 
Il peggio che può capitarti in Italia è farti sorprendere non protetto da un sistema di relazioni, estraneo a una forma organizzata di interessi, isolato e senza famiglia
 
L'Italia non è incattivita. È come è sempre stata.

 Profondamente naturale,  gli animali assalgono il più debole, i vecchi, gli isolati, quelli che non hanno la forza per difendersi o non l'hanno mai avuta. 
Toccherebbe alla politica "civilizzarla", ma la nostra mediocre politica, inconsapevole anche del male che incarna e dell'arretratezza che rappresenta, è parte del problema. 
Non è purtroppo la soluzione. 

Non è che con questo sia uscito dalla depressione anzi, ma sono comunque pensieri che dovrebbero essere fatti propri da politici responsabili e certi di rappresentare la parte di popolo che li ha eletti, cosa che nel nostro Paese non avviene, tutto è ridotto a mercato, siamo merce noi elettori da imbonire con promesse che tutti sanno di non poter mantenere.

Che delusione!

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