11 marzo, 2013

Vietato approfittarsi


Ho ricevuto e pubblico, ma vorrei far notare che lo faccio per puro spirito di servizio, io non condivido tutto tout court , e pregherei chi mi scrive per pubblicare qualcosa di avere rispetto per uno spazio che metto a disposizione volentieri anche se qualche volta mi si fa violenza.
In questo caso caro Natalino avrei preferito che tu avessi aspettato, prima di dare giudizi così trancianti su di un mucchio di persone, che il consiglio comunale, convocato in assemblea straordinaria dalla minoranza, sentisse il presidente De Grassi e le sue opinioni su fatti che per ora conosciamo solo a grandi linee.
(In foto il pesce trombetta)

Comunicato stampa dell' Associazione Noi Cittadini
"Nell'attuale situazione di grave crisi internazionale, la quale dovrebbe indurre tutti alla massima responsabilità e ad unire le forze nell'interesse comune, stiamo invece assistendo all'ennesima faida politica sulla gestione GIT finalizzata ad appropriarsi dell'ultimo caposaldo pubblico di Grado, messa in atto proprio dal consigliere regionale Roberto Marin che, visti i suoi trascorsi gestionali sull'Ospizio Marino, di cui stiamo pagando gravissime conseguenze, farebbe bene a non ergersi a grande censore della gestione Git e considerata la gestione allegra dei soldi pubblici, avere la decenza di uscire dalla scena politica.
Ha fatto bene l'ex presidente della Git Mauro Bigot a ricordare i trascorsi politici del consigliere Marin, tra cui l'assunzione di direttore della clinica S.Eufemia avvenuta in circostanze, note a tutti, che hanno determinato il disastro finanziario delle fondazione Ospizio Marino.
Se vogliamo poi entrare nei dettagli delle scelte politiche assunte a suo tempo, sta sotto gli occhi di tutti il risultato disastroso degli alberghi misti di Grado e non si capisce poi perché Marin e la stessa Seganti si accaniscano a mettere la lente d'ingrandimento su un disavanzo di € 300.000 della GIT, per buona parte derivato dall'attivazione del nuovo ristorante “Antiche terme” che francamente ha tutti i presupposti di un possibile e veloce rientro economico, mentre sono stati ripianati, senza troppi problemi, i sistematici disavanzi di 2 milioni di euro della Promotur di Tarvisio, targata Lega, quando sanno che ci costerebbe di meno mandare in vacanza in Brasile tutti gli operatori di tale ambito.
La lente d'ingrandimento andrebbe invece messa sulla vicenda del nuovo Polo termale che si sta trascinando da anni condizionando negativamente tutta l'operatività turistica dell'isola, quando sarebbe stato più responsabile accantonare i Mega progetti ed impiegare le risorse già messe a disposizione dalla Regione per una funzionale ristrutturazione dei vetusti impianti termali di Grado.
Bisogna anche tenere presente che la GIT, piaccia o meno, ha svolto un'importante funzione sociale garantendo lavoro a 210 persone e riuscendo, in minima parte, ad assumere personale fisioterapico messo in strada dalla vicenda dell'Ospizio Marino e garantire parte dei servizi riabilitativi soppressi.
A nostro avviso è molto importante mantenere l'unicità dell'elegante spiaggia di Grado che rappresenta tra l'altro una peculiarità a livello nazionale ed un fondamentale sistema di riferimento per tutti gli operatori turistici locali mentre vanno evitati gli spezzatini alla Rimini che, farebbero comodo a qualcuno ma comprometterebbero irrimediabilmente l'immagine turistica dell'isola.
L'ex presidente GIT Bigot ha ragione nell'affermare che la GIT deve essere gestita con criteri di professionalità e competenza, evitando condizionamenti propri di un anacronistico clientelismo politico o di squallidi tornaconti personali.
Deve invece essere sostenuta con convinzione la meritocrazia e le capacità individuali altrimenti si condanna l'isola a regredire e non ci sarà futuro per le giovani generazioni.
Confidiamo quindi nel massimo senso di responsabilità di quanti amministrano la cosa pubblica e si apprestano a decidere sul futuro della GIT perché c'è in gioco il destino di molte famiglie ed il momento non consente né superficialità né interessi di bottega.

Sebastiano Marchesan"

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