09 marzo, 2013

Voglio vivere su Facebook


Oggi posto questa riflessione di una blogger, Rita Pani che scrive sul suo blob Resitenza Infinita
perchè la condivido e dà un quadro forse severo ma realistico del nostro doppio:
Facebook account.

"Ho deciso. Voglio andare a vivere su Facebook. Io, che detesto il genere umano, ho trovato là quella società perfetta che tutti dicevano non potesse esistere. C’è eccome! Ma è inutile continuare a cercarla nelle pieghe della vita, perché sta là: tutta su Facebook.
Su Facebook la spazzatura non ci si limita a riciclarla e a riporla nell’apposito cestino. Su Facebook la spazzatura si riutilizza, si fanno fiori con le lattine, posacenere da passeggio con i rotolini di cartone della carta igienica, si mangia sano e non OGM, si amano gli animali, e i bambini, si adorano i vecchi e i malati, non ci sono barriere architettoniche e a nessuno, su Facebook, verrebbe mai in testa di parcheggiare sopra il marciapiede.
Su Facebook, la civiltà è una questione di principio, e se appena, appena ti scordi di esserci, e ti esprimi normalmente, come si fa in questo postaccio che chiamiamo mondo, la società civile feisbucchiana, ti sbrana, ti mette al muro, ti minaccia, ti denigra, va giù pesante di delazione, posta le tue foto col dito nel naso, o peggio, quella vecchia di quando avevi le scarpe fuori moda, e rende giustizia alla civiltà.
Voglio vivere su Facebook. Gli uomini sono splendidi, hanno un occhio azzurro o marrone circondato da ciglia lunghe come quelle di Bee Bip. Hanno un braccio muscoloso che fa paura e nello stesso tempo attrae. Gli uomini su Facebook, a volte hanno il gonfio dentro le mutande e non si vergognano a mostrarlo, perché su Facebook tutti possono essere liberi di essere belli, e pure di più. Anche i bambini su Facebook son tutti belli e profumati, lo si legge nei commenti delle fotografie, dove mai nessuno scriverebbe “Suvvia! Ogni scarrafone è bello a mamma soja.” Non lo si fa mai, e anche le donne son tutte belle. Persino io. Le donne hanno tutte le tette, camminano tutte elegantemente su tacchi altissimi, e nessuno le invidia ma anzi! Le donne, su Facebook si complimentano con le donne per l’altrui bellezza, l’altrui intelligenza e soprattutto, al contrario di questo mondo infame che ci ostiniamo a voler chiamare reale, le donne sono felici per la felicità delle altre donne. Un paradiso.
Su Facebook non ci si perde in chiacchiere banali con gente ignorante o superficiale; si citano filosofi impegnati, poeti, scrittori del passato, si ascoltano le belle canzoni di una volta, si hanno persino opinioni e tutti possono essere artisti, poeti, santi e navigatori. Lo si capisce dai commenti che tutte le cose su Facebook sono importanti.
Facebook è il regno dell’amore, fraterno o amicale; amore universale. Mai avuto o dato tanti baci e abbracci in questo mondo peregrino. Mai tanto amore sincero. Su Facebook non ci si manda a fare in culo, o a cagare, ci si vb e ttb. Che in questo mondo ingrato, davvero se dici a qualcuno di volergli bene, ti guarda storto e sorride come si sorride ai matti. Tutti ti dicono Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera, buonanotte, buon appetito, buon pisolino, buon proseguimento … mentre qua nemmeno il vicino di casa ti guarda in faccia mentre esci per strada, e al massimo a tavola ti senti dire: “Tu! Passami il sale.”
Ma soprattutto voglio vivere su Facebook perché ogni giorno c’è una nuova rivoluzione da fare, ogni giorno c’è una cosa da imparare, sulla politica e sull’impegno, sulle battaglie che sarebbe bene esportare nel mondo reale, su ciò che ci succede accanto e non abbiamo mai voglia o tempo di vedere, perché non possiamo distrarci con le banalità della vita quotidiana, sottraendo il tempo alla vita su Facebook. Voglio tornare a fare politica attiva su Facebook, perché è l’unico posto in cui la democrazia e la libertà sono ancora un valore imprescindibile, quasi quanto quello del diritto al lavoro, alla scuola e alla sanità. L’unico posto in cui finalmente è un’opinione anche quella di non avere opinioni. Il mondo perfetto in cui anziché pensare è sufficiente condividere il pensiero di qualcuno che l’ha formulato appena un momento prima di te. L’unico posto in cui vige la democrazia dal basso, quella in cui ognuno è padrone nella pagina sua.
E poi su Facebook ci si può stare in mutande e far andare ben vestito il tuo avatar, e non si stira, non si lavano i piatti, non si passa l’aspirapolvere, non si stendono i panni, non si riordina la casa … ma puoi sempre dire: Buonasera a tutti, minchia se son stanca!"

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