02 aprile, 2013

Spariranno i "Corcai" dal Picolo Nio?


A Grado arrivati solamente i clienti “stanziali” delle seconde case

Titola così il Piccolo di oggi, ed è vero il "maltempo" ha rovinato la Pasqua ed ha evidenziato un fatto nessuno parla di noi:  è evidente il pericolo concreto che noi come comunità potremmo sparire.


Da studi demografici attendibili risulta che entro il 2050 i gradesi autoctoni scompariranno del tutto o comunque diventeranno numericamente inferiori ai "foresti".


Già ora il dialetto è in completa defaillance (termine derivato dagli occupanti francesi) è parlato interlacciato con termini in lingua o addirittura inglesi (a ricordo del rogo del Comun) ed è destinato a corrompersi sempre più visto che le mamme ne fanno pochi di pargoletti e, da quei pochi, pretendono la parlata in lingua.

Qualcuno tenta ancora di difenderlo o perlomeno ricordarlo ma è sempre più complicato per le interferenze triestine e friulane nella parlata comune.

Fatto sta che, dopo la migrazione forzata di quasi 1000 nostri concittadini (quasi tutte giovani coppie) verso i comuni limitrofi causa i prezzi inavvicinabili degli immobili a Grado, l' età media si è alzata di colpo e quelli che possono dire "nato a Grado" ormai sono ben pochi.

Finirà che Grado antica e anche la storia della nostra infanzia saranno oggetto di studi di antropologia (a proposito ho collaborato con una ragazza veneziana che ha fatto una tesi di laurea sull'antropologia gradese) e di etnologia che faranno ricostruzioni ardite e fantasiose sulla vita sociale e culturale degli abitanti di questo lembo de "sabion" strappato al mare e abitato all'epoca da protoveneti romanizzati.

Diventeremo fantasmi, ricordi, memorie; a questo punto sarebbe bene, seguendo l'idea in corso a Venezia raccogliere il DNA dei pochi rimasti per eventualmente clonarli in futuro.

"Cussì i corcali i sparirà dal sovo Picolo Nio e restarà solo al guano" 

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