Piccolo video sulla preparazione del "Perdon" che rimane una operazione complessa.
Operazioni di preparazione ed allestimento che impegnano moltissimi volontari, che vanno ringraziati.
Il video è un melangè di immagini mie e di Lorenzo Boemo.
Oggi, giorno de 'l Perdon, desidero regalare a tutti una parte del racconto della Processione scritto da SEBASTIANO SCARAMUZZA quando aveva 18 anni... Ciao! Alessandra Scaramuzza
Anch’io, come tutti i Gradesi, e come tutta la mia famiglia, nel lontano 1847 mi trovavo tra i pellegrini che andavano remigando a Barbana. Indossavo la giacchetta delle domeniche, in testa avevo un cappello di paglia, sui fianchi una fascia verde per reggere i pantaloni, in mano un paniere coperto da quattro foglie di vite, preparato dalla mia mamma! Conteneva due funti di ciliegie d’Istria… belle, grosse, nereggianti, appena raccolte, e perciò più saporite; due bòseghe arrostite la sera prima, col relativo accompagnamento di pane bianco; una fiasca di vino battezzato da mia madre secondo il suo rito economico: diluita, cioè, con pura acqua piovana della cisterna. Intorno a me c’erano uomini vigorosi, donne gentilissime, vecchi arzilli, vecchie brontolanti, monelli irrequieti, giovinotti moscardini, fanciulle vezzosissime. Tutti stavano prendendo posto sugli eleganti e veloci battelli. Barba Tono si mise ad arringare tre tedeschi, per farli salire sulla sua barca: “Mé, Siuri, son cagiùo in aqua, ’ntè la gnó’ vita, tre volte: dò in golfo e una in canal de palù. Ma senpre, de stagion còlda. Tre volte, Siuri! E no son morto gnanche ’na volta! Ma inveze hé bùo la grassia de salvâ oltri; ’na volta un zovenoto furlan che no saveva nuâ; e un’oltra volta un sioreto todesco andào a ’l bagno fora de ’l logo siguro. No sté’ donca temê per ’sta fota de mariselo... Seno in lugio: co ’i graïzani, no se perisse! Se a ’l più no zè ’na bissabova, un diluvio de abisso... co’ i graïzani se va senpre a salvamento!”. Convinti più dalla sua foga e dal tono della sua voce che non dalle sue parole, forse da loro non del tutto comprensibili, i tre tedeschi salirono sul batélo de Barba Tono. Anch’io presi posto sulla nostra barca. La processione stava per iniziare. Ed io, seduto a prua, potevo finalmente cominciare a godermi quella poesia...
Oggi, giorno de 'l Perdon, desidero regalare a tutti una parte del racconto della Processione scritto da SEBASTIANO SCARAMUZZA quando aveva 18 anni...
RispondiEliminaCiao! Alessandra Scaramuzza
Anch’io, come tutti i Gradesi, e come tutta la mia famiglia, nel lontano 1847 mi trovavo tra i pellegrini che andavano remigando a Barbana. Indossavo la giacchetta delle domeniche, in testa avevo un cappello di paglia, sui fianchi una fascia verde per reggere i pantaloni, in mano un paniere coperto da quattro foglie di vite, preparato dalla mia mamma! Conteneva due funti di ciliegie d’Istria… belle, grosse, nereggianti, appena raccolte, e perciò più saporite; due bòseghe arrostite la sera prima, col relativo accompagnamento di pane bianco; una fiasca di vino battezzato da mia madre secondo il suo rito economico: diluita, cioè, con pura acqua piovana della cisterna. Intorno a me c’erano uomini vigorosi, donne gentilissime, vecchi arzilli, vecchie brontolanti, monelli irrequieti, giovinotti moscardini, fanciulle vezzosissime. Tutti stavano prendendo posto sugli eleganti e veloci battelli. Barba Tono si mise ad arringare tre tedeschi, per farli salire sulla sua barca: “Mé, Siuri, son cagiùo in aqua, ’ntè la gnó’ vita, tre volte: dò in golfo e una in canal de palù. Ma senpre, de stagion còlda. Tre volte, Siuri! E no son morto gnanche ’na volta! Ma inveze hé bùo la grassia de salvâ oltri; ’na volta un zovenoto furlan che no saveva nuâ; e un’oltra volta un sioreto todesco andào a ’l bagno fora de ’l logo siguro. No sté’ donca temê per ’sta fota de mariselo... Seno in lugio: co ’i graïzani, no se perisse! Se a ’l più no zè ’na bissabova, un diluvio de abisso... co’ i graïzani se va senpre a salvamento!”. Convinti più dalla sua foga e dal tono della sua voce che non dalle sue parole, forse da loro non del tutto comprensibili, i tre tedeschi salirono sul batélo de Barba Tono. Anch’io presi posto sulla nostra barca. La processione stava per iniziare. Ed io, seduto a prua, potevo finalmente cominciare a godermi quella poesia...