Rileggendo le vicende storiche di Grado (grazie e sempre grazie a Bruno Scaramuzza) si trovano punti di contatto tra il pregresso e l'attualità.
Ci fu nel 1895 a Cervignano un processo che vide imputati tre cittadini gradesi, simpatizzanti liberali (per l'epoca equivaleva essere di sinistra) denunciati dal Podestà del tempo Giovanni Corbatto per diffamazione dell'autorità cittadina.
Il primo processo si concluse con la condanna dei tre imputati che però, sorprendentemente vennero assolti da ogni accusa in appello con il processo spostato a Gorizia, sede più neutra, e l'amministrazione condannata al pagamento di tutte le spese processuali.
Ma veniamo all'antefatto.
Il 1895 era stato un anno particolarmente turbato sotto l'aspetto politico, le forze liberali si sentivano particolarmente forti e in crescita nella considerazione cittadina e attaccavano l'amministrazione Corbatto sfidandola sul piano della correttezza amministrativa.
Già nel maggio dello stesso anno c'era stata una rivolta feroce del popolo dei pescatori, sedata a fatica dai gendarmi arrivati da Trieste, che fece fuggire dal paese il Parroco Don Rodaro e lo stesso Podestà Corbatto, gli animi erano molto turbati e le elezioni politiche previste per il 1896 erano occasione di scontro continuo tra liberali e conservatori.
Ma il casus belli fu una lettera aperta indirizzata al Podestà e firmata da quattro esponenti liberali:
Giacomo Scaramuzza, Andrea Zuliani, Biaggio Pozzetto e Pietro Zuliani.
La lettera lamentava il danno erariale che si stava commettendo ai danni del Comune nella gestione, diciamo leggera, del Fossalon che risultava meno redditizio di quello che i rilievi fatti dalla minoranza, contando semplicemente gli affitti pagati e sommandoli, doveva essere.
Lamentava la noncuranza del Podestà nell'affrontare la cosa, anzi mettendo davanti fatti di antipatia personale definiti, ira politica, respingeva ogni evidenza e si adoperava con artificio nel nasconderli per evitare che si rendessero pubblici.
Veniva rimarcata che in una seduta consiliare le delucidazioni date al consesso cittadino furono giudicate sufficienti dalla maggioranza conservatrice ma stranamente le parti contestate (i soldi mancanti) non furono protocollate, e si trattava di somme notevoli per l'epoca visto che mancavano all' appello circa 36.000 fiorini.
Nella stessa seduta il Podestà ottenne che l'Amministrazione presentasse querela di diffamazione contro i firmatari per fatti svisati ad arte.
I Firmatari denunciati, non solo non si fecero impressionare, ma, con la lettera aperta, annunciavano che la sede giudiziaria fosse l' unica in grado di fare luce oltre che sul loro operato anche su quello ben più fumoso dell' Amministrazione cittadina e così fu.
Si possono vedere i diversi punti di contatto con la situazione attuale, la minoranza non ha paura di esporre pubblicamente e a voce alta il suo pensiero, l'amministrazione fa melina, fa comunicati stampa, velate minacce arrivano a consiglieri di minoranza che non stanno zitti su questioni che riguardano tutti noi.
Ora manca la seconda fase quella giudiziaria, ma diamo tempo al tempo il clima non è sereno le tensioni molte.
(Nella foto i vari maggiorenti della prima banca di Grado "Cassa operaia cattolica di prestito e di risparmio" (1906), il Podestà Giovanni Corbatto è il terzultimo seduto)
La fase giudiziaria arriva... prima o poi arriva, anche se non quella che intendi tu nell'articolo!
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