Caro Ennio,
Ti mando un omaggio a Barba Bastian Scaramuzza che ho inviato al concorso di Grado Nostra.
Mi sono immaginato di scrivere una poesia dettata direttamente da lui.
Per essere verosimile doveva essere scritta con le sue parole, per questo mi sono letto il suo libro:
LE VICENDE E LE CONCLUSIONI DEL MIO STUDIO GIOVANILE DELLA PARLATA GRADESE (ricordi intimi, storici e filologici) Udine 1894
e da lì mi sono segnato i fatti, i pensieri e le sue parole.
Naturalmente l'ho scritta con il mio metro e la mia sensibilità per non creare un fac-simile.
Ciao Mauro Marchesan
Ecco questo è l' incipit per la poesia di Mauro dedicata al nostro grande personaggio.
Mauro con grande sensibilità ha allegato anche la traduzione in lingua perchè per simulare la parlata del tempo ha usato nel testo un "graisan" non proprio di uso corrente, grande:
IN TE 'L ÒRLO DEL SEPULCRO
Cu varave mai dito che dopo tanti ani
la vose de la gno sposa
me varave dào 'l sovo ultemo saluo
in tel dialeto morituro dii gno zurni piú dulsi,
cô fevo le mussole in tii canai
e barufevo sui sabiuni coi corcai.
Cô robevo 'l favelâ s-cieto e pilizin
de le femene marisose del Cogólo,
pre vistî le parole nostre de sede e merliti,
pe 'l amor devoto che portevo in peto
ai gno frêli consa-cane de 'sto lio.
E tù Giovàna, spirto alto e zintil,
che comò un borsolo in tel caligo
tu m'à conpagnao in te la gno vita,
tu pudivi spetâme almanco tu,
pre desmolâme da 'sta puesia del dolor.
Me porto drio i remengusi ani de èsolo
e nissun'oltra richessa
preché no' vogio ni oltari ni sagrestie,
ni la nomea del savio Barba Bastian 'l pueto
quel che'l steva rente del simisterio vecio.
Xe la forsa de la gno ánema maturla
e 'l sangue dii gno stràbisavi
che me tien ligao a 'sti recordi,
e i mari mossi dai tinpi del dio Belo
che i spartisse la morte da la vita.
Volaravo rivâ sbolando da Naquilea
e vêghe la Volpera in fior,
e l'isola Gorgo che tanto hè amao,
e púo 'l gno sabion distirao in t'un sogno
fra le cape e i caperossuli
e despúo spetaravo che'l vento chieto
'l me sepelissa co' le caresse sove,
fra le parole che galesa in le Aque Gradae
del gno ultemo vernacolo sulitario.
SULL'ORLO DEL SEPOLCRO
Chi l'avrebbe mai detto che dopo tanti anni
la voce della mia sposa
mi avrebbe dato il suo ultimo saluto
nel dialetto morente dei miei giorni piú dolci,
quando facevo le capriole nei canali
e litigavo sulle sabbie coi gabbiani.
Quando rubavo la parlata schietta e stantia
delle femmine amare del Cogòlo,
per vestire le parole nostre di sete e merletti,
per l'amore devoto che portavo in petto
ai miei fratelli derelitti di questo lido.
E tu Giovanna, spirito alto e gentile,
che come una bussola nella nebbia
mi hai accompagnato nella mia vita,
potevi aspettarmi almeno tu,
per slegarmi da questa poesia del dolore.
Mi porto dietro gli anni vagabondi di esiliato
e nessun'altra ricchezza
perché non voglio né altari né sacrestie,
né la nomea del vecchio saggio Sebastiano il poeta
quello che abitava vicino al vecchio cimitero.
È la forza della mia anima matta
e il sangue dei miei antenati
che mi tengono legato a questi ricordi,
e i mari mossi dai tempi del dio Beleno
che dividono la morte dalla vita.
Vorrei arrivare volando da Aquileia
e vedere la Volpera in fiore,
e l'isola Gorgo che tanto ho amato,
e poi la mia sabbia distesa in un sogno
fra i molluschi e le vongole
e dopo aspetterei che il vento quieto
mi seppellisse con le sue carezze,
fra le parole che galleggiano sulle acque di Grado
del mio ultimo vernacolo solitario.
Mauro è una "rara avis" nel panorama poetico locale di oggi, per l'originalità dei contenuti e la competenza del linguaggio accanto ad un disgustante "ogio de fritura".
RispondiEliminamm
Eh si! Mauro è veramente una perla rara.
RispondiEliminaIl solo fatto di essersi documentato sul modo di scrivere del poeta e di averlo fatto nel dialetto antico lo pone su un piano diverso. La poesia poi è veramente vibrante e coinvolgente con l' immagine del "sepulcro" incombente con la forza dell' amore per la propria terra palpabile.
Questa composizione come esempio per dire che Mauro è certamente una buona spanna sopra tutti gli altri...
RispondiEliminaMauro sembra possedere una dote rara: l'umiltà.
RispondiEliminamm