10 ottobre, 2013

Il Rosario, dal cilicio al silicio


Tempi che mutano, simbologia religiosa in discussione, preghiere che diventano risse verbali, paladini della fede improvvisati che per apparire si trasformano da pagani in bigotti "basabanchi", politici che usano il pulpito per improvvisati discorsi elettorali usando l' emozione e la preghiera per arrivare alla gente e nascondere l' incapacità di operare per il bene di tutti.

Eppure c'è una preghiera della Chiesa che attraversa questo impatanato, olezzante "nuovo" e conserva il grande sapore di una volta, il sapore autentico della fede: 


Il Rosario.

Il Rosario è una preghiera democratica, si fa assieme ma non occorre la presenza del prete per recitare i misteri: gaudiosi, gloriosi e dolorosi.

Mi ricorda le serate di primavera/estate con le donne in strada attorno alla cappella della Madonna che avevo davanti casa in Stiusa a pregare con grande intensità e con una cadenza quasi musicale, noi bambini a correre e giocare sullo spiazzo e i continui -ssst!- lanciati periodicamente tra un Ave Maria e l'altra.

Ma la Chiesa si evolve e si adatta  ai tempi cosiddetti moderni, così anche il rosario diventa un oggetto elettronico, un ovetto con registratore incorporato che ha il rosario per ogni giorno della settimana, comprese le litanie.

Grande successo e apertura di un sito appropriato, non c'è più religione.

Dal cilicio al silicio. 

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