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Ma sono le regole e la loro osservanza la questione in ballo in questi giorni e a tal proposito ricordo un' interessante ed intelligente esercizio del buon governo nel mondo antico lagunare veneziano, regole che venivano applicate con ferocia anche se avversate, e che toccava anche il nostro piccolo mondo.
In età ducale la pesca e la caccia costituivano le attività economiche che fornivano l’alimentazione prevalente dei veneziani.
Per questo tipo di attività produttive, destinate alla soddisfazione dei bisogni alimentari della popolazione, le autorità veneziane misero progressivamente a punto non solo forme di controllo e di regolamentazione, ma esercitarono anche, almeno per la pesca, uno sforzo di indirizzo e di sfruttamento razionale delle risorse.
La gestione di queste attività, un tempo molto attenta, era affidata alle
matriculae o “mariegole”.
Nel XIV secolo tutto ciò che riguardava la laguna, i lidi, i porti e i fiumi
veniva definito dal Consiglio dei X e talvolta dal Senato, previa la
discussione tecnica affidata ad alcuni collegi provvisionali, chiamati :
“Savisopra la laguna” o “provveditori alle acque”.
Dal Consiglio dei X furono anche creati Cinque Savi sopra le mariegole e ogni volta che il caso lo
richiedeva, venivano introdotti nell’assemblea i «sensati vechi et pratici pescadori».
La Repubblica rivolse anche una particolare attenzione agli strumenti
utilizzati per la pesca e specialmente alle reti, tanto che queste erano
sottoposte a bollatura da parte dell’Ufficio della Giustizia Vecchia e
dovevano avere lunghezza e maglia uguali al modello depositato presso i
Provveditori di detto Ufficio.
Giusto per non farla troppo lunga, la chiudo qui, ma una piccola considerazione da fare è necessaria:
le regole se applicate portano a futuro, l'anarchia e far ognuno per se porta al disastro.
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