Nel tempo, il saper fare nodi, è diventato un'arte che ha portato a creare centinaia e centinaia di nodi anche complicati, ma spesso inutili.
Molto spesso ci troviamo nella necessità di far uso dei nodi sia nella quotidiana vita cittadina, che andando per mare e talvolta ci rendiamo conto dell'importanza del nodo solamente quando l'ormeggio della barca o del gommone non ha tenuto o quando il nodo si è sciolto, rovinando a terra quello che avevamo legato.
Ma è andando per mare che i nodi assumono la loro importanza e solo nella necessità ci rendiamo conto che è fondamentale saper scegliere ed eseguire subito e bene un nodo, rapidamente e con il minimo dei movimenti, in ogni condizione di tempo e di mare, di giorno o in assenza di luce, ma che sia anche agevole da sciogliere subito e bene.
Come unità di misura in navigazione, marittima o aerea, la velocità viene espressa in "nodi" o Knot.
In questo caso il nodo rappresenta il miglio nautico (1852 mt).
Questa unità di misura è accettata dal Sstema Internazionale e deriva dall' antica pratica di misurare la velocità delle navi gettando a poppa un pezzo di legno appesantito assicurato ad una sagola (un cordino) sulla quale sono stati fatti dei nodi distanziati di 47 piedi e 3 pollici (circa 14,4 mt) cioè 1/120 di miglio, l' uno dall' altro.
Un marinaio in corso di navigazione contava quanti nodi passavano tra le sue dita in 30 secondi (1/120 di ora) misurando il tempo con una clessidra, ottenendo così la velocità della nave.
Sapevatelo!
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