31 marzo, 2014

I Nodi Marinari

Le origini dei nodi sono antichissime, come dimostrano certi utensili preistorici tenuti assieme da fibre intrecciate ed il ritrovamento in Perù del "quipu", che come antico sistema di scrittura utilizzava fili, lungo i quali venivano riportati nodi semplici.


Nel tempo, il saper fare nodi, è diventato un'arte che ha portato a creare centinaia e centinaia di nodi anche complicati, ma spesso inutili.


Molto spesso ci troviamo nella necessità di far uso dei nodi sia nella quotidiana vita cittadina, che andando per mare e talvolta ci rendiamo conto dell'importanza del nodo solamente quando l'ormeggio della barca o del gommone non ha tenuto o quando il nodo si è sciolto, rovinando a terra quello che avevamo legato. 


Ma è andando per mare che i nodi assumono la loro importanza e solo nella necessità ci rendiamo conto che è fondamentale saper scegliere ed eseguire subito e bene un nodo, rapidamente e con il minimo dei movimenti, in ogni condizione di tempo e di mare, di giorno o in assenza di luce, ma che sia anche agevole da sciogliere subito e bene.

Come unità di misura in navigazione, marittima o aerea, la velocità viene espressa in "nodi" o Knot.
In questo caso il nodo rappresenta il miglio nautico (1852 mt).
Questa unità di misura è accettata dal Sstema Internazionale e deriva dall' antica pratica di misurare la velocità delle navi gettando a poppa un pezzo di legno appesantito assicurato ad una sagola (un cordino) sulla quale sono stati fatti dei nodi distanziati di 47 piedi e 3 pollici (circa 14,4 mt) cioè 1/120 di miglio, l' uno dall' altro.
Un marinaio in corso di navigazione contava quanti nodi passavano tra le sue dita in 30 secondi (1/120 di ora) misurando il tempo con una clessidra, ottenendo così la velocità della nave.

Sapevatelo!

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