10 gennaio, 2015

Protesta raccolta firme


Nella storia di Grado il popolo si è ribellato diverse volte in modo anche violento contro l'Autorità costituita ma c'è un caso, successo nel 1895, che ci fa pensare ad un deja vu con questa  Amministrazione per l' ennesima volta in rotta di collisione con la gente.

La motivazione di partenza era futile, si trattava di stabilire di che dimensione dovessero essere i festeggiamenti per il ritorno in paese di un fraticello gradese don Benigno Tognon.

Per tradizione il Comune si assumeva l'onere di di patrocinare la festa in onore dei figli dell'isola assurti al sacerdozio e i festeggiamenti furono organizzati secondo regola.

Ma la categoria dei pescatori, probabilmente spinta dagli oppositori politici del Podestà Giovanni Corbatto, ritenne che non si fosse fatto il necessario accusando il Podestà e il Parroco Mons. Rodaro di scarsa considerazione per il frate in quanto figlio di poveri pescatori e organizzò una ulteriore festa che coinvolgeva tutto il paese.

Sotto le pressioni del Podestà i superiori richiamarono il povero Don Benigno in convento prima della festa programmata e si scatenò il finimondo.

Rabbiosa la gente si scagliò contro la caserma della Guardia di Finanza abbattendola quasi, non contenti danneggiarono il Municipio e l'abitazione di don Rodaro.

Da notare il coraggioso atteggiamento del Podestà scappato a Monfalcone a casa dei suoceri e di don Rodaro rifugiatosi a Ronchi.

La stampa locale nel riassumere la vicenda sottolineò il fatto politico che mostrava un Podestà debole e troppo manovrato da Don Rodaro, gli avversari politici chiesero immediate dimissioni della Giunta Comunale che aveva spinto all'esasperazione la gente provocando la sommossa.

Ovviamente chi pagò il conto della sommossa furono pochi poveri pescatori che più degli altri si fecero notare nelle devastazioni degli edifici pubblici.

Ritornata la calma grazie alle guardie austriache intervenute, i nostri vigili, nel trambusto, furono notati in osteria a bersi una birra, le Autorità/coniglio ritornarono in montura a Grado.

...e tutto tornò come prima e come adesso!!! 

"Una rivolta è in fondo il linguaggio di chi non viene ascoltato". Martin Luther King  


E veniamo all' oggi: 
grazie all' idea di Sandro e con il supporto di Liber@ è stata organizzata una raccolta di firme per protestare contro l' ampliamento volumetrico ed in altezza dell' hotel Adria.
L' invito a tutti è firmare (gazebi oggi al mercato e domani all' esterno della Chiesa o per quelli lontani via web al sito http://firmiamo.it/grado--go--isola-del-sole--nostra-storia--nostro-futuro) anche se siete non isolani ma amate il nostro Paesello. 
E' una questione di civiltà un dire basta ad operazioni speculative che vanno a vantaggio di pochi singoli sulla pelle di tutti noi.
Liber@ vuole offrire con queste iniziative un' alternativa prima di tutto culturale che  mette al centro della politica l’etica attraverso strumenti come la trasparenza e la partecipazione diretta dei cittadini.

Sono proprio gli strumenti  che possono fare la differenza. 

Non possiamo aspettare che le soluzioni le trovino gli altri, non possiamo aspettare che l’informazione ci raggiunga, non possiamo delegare e basta, dobbiamo impegnarci, tutti assieme, a partecipare, controllare, capire e, se del caso, criticare. 
Solo un atteggiamento di questo tipo può neutralizzare i tanti che, arroccati in trincea, stanno difendendo posizioni di privilegio.

La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero,
“libertà è partecipazione”.
Gaber

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