07 maggio, 2015

Leggere e partecipare

Qualche tempo fa mi è capitato di parlare dello scrivere in corsivo , e della voglia di eliminare dall' insegnamento questa pratica così apparentemente demodè, ora la riflessione punta sul controaltare della scrittura; 

La Lettura:

Vediamo di chiarire cosa intendo per leggere.
Non l'esercizio del lettore professionista curato nei tempi e nella dizione che legge ad alta e chiara voce.
NO.
Lo so che ci sono dei corsi e della gente che insegna ad altra gente a leggere dal vivo ad alta voce, che insegnano l'intonazione e le pause ma mi fa sembrare il tutto come molto affettato e senza cuore. 

Io invece voglio parlare invece della lettura a voce alta. 

Perché c'è una bella differenza tra leggere ad alta voce, in pubblico, e leggere a voce alta, sempre in pubblico. 

Leggere ad alta voce implica predisposizione, premeditazione, impostazione, studio: bisogna esser bravi. 

Leggere a voce alta è più semplice, forse più intimo, e consiste nell'azionare tutto d'un colpo l'interruttore che accende le corde vocali del nostro leggere mentale, tirare su la manopola del volume e portare le parole del libro alla luce in modo spontaneo: insomma bisogna essere sé stessi. 

Ognuno col suo accento, coi suoi errori, coi suoi impappinamenti. 

A leggere a voce alta, spesso, o almeno, a me succede, tremano le gambe, e le mani, e i fogli che tieni tra le mani con sopra la roba che devi leggere.

Tutto questo diventa fantastico da vedere e con grandi emozioni da provare.


A tale proposito, per discutere leggere, partecipare alla vita pubblica collettivamente, oggi Liber@ inaugura una nuova stagione politica, un incontro tra cittadini per discutere insieme dei problemi del Paese, senza preclusioni partitiche, la cosa pubblica riguarda tutti non solo gli amministratori è giusto partecipare anche solo per essere informati correttamente.

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