27 dicembre, 2015

S. Stefano e i Papà



Ieri S.Stefano, onomastico di mio figlio e di mio padre.  Festa in famiglia quieta e allegra il giusto.

Attimi di nostalgia e poi una cascata di ricordi del mio papà che non c'è più.
 Rilassato sul divano mi è venuta la voglia di fare un confronto con i papà di oggi, moderni.

Io ho avuto un solo papà, ai figli moderni ne possono capitare anche 2 o 3. 

I papà di adesso sono diversi da quelli di una volta, intanto quelli moderni giocano a tennis, sanno sciare, vanno in mountain bike, di mestiere fanno l’interior designer.

I papà di una volta giocavano a briscola, quasi tutti lavoravano in barca o in Azienda, dove andavano con la bicicletta  e, se per caso,  si bucava una ruota la aggiustavano loro;
di soldi non ne avevano, così non sbagliavano investimenti, la domenica si mangiavano la pasta cucinata dalla mamma e la nonna si lamentava sotto voce dicendo che la sua era più buona.

I papà moderni e quelli di una volta sono molto diversi tra di loro, ma in una cosa si assomigliano: nel non voler togliere spazio al ruolo delle madri, consapevoli che certe cose, quali sostituzione di pannolini, preparazioni di pappe, tacitare bimbi urlanti siano meglio svolte dalle mamme; loro, i papà, si mettono umilmente da parte. 
Quando nasce un figlio, in genere, per i primi anni di vita il papà non si fa molto vedere, non è molto coinvolto nel processo di crescita e di educazione dei pargoli; nei primi due anni di vita o forse anche tre, i papà si dedicano al loro lavoro dalle 7 del mattino fino alle 21-21,30. 
Quando rientrano vanno a dormire fino alle 6,58 del giorno dopo.

Alcuni padri vedono il loro figlio per la prima volta quando lo portano a scuola il primo giorno delle elementari.

Io ho avuto un papà di una volta, di quelli antichi.

Il mio papà la vacanza,  la faceva quando il tempo era cattivo, la usava per "bianchisà" la casa, riparare le "gelosie" e giocare a carte in Ausonia; la nonna diceva che il nonno era più bravo del papà a giocare a briscola.

Quando i papà moderni accompagnano i figli alla partita di calcio del sabato pomeriggio, riescono a litigare con l’arbitro, con l’allenatore e con i papà della squadra avversaria; i sabati che il figlio perde litigano anche con il magazziniere, con il posteggiatore, con il figlio stesso e con la moglie e la nonna poi a casa.

Il mio papà sapeva che giocavo a qualcosa "drio de casa sull' erba" e basta.

I papà moderni quando un figlio torna da scuola con un 4, denunciano il professore per mobbing.

I papà di una volta, se tornavi a casa con una nota da firmare, "tu te ciapivi do stiafe vissin".

I papà di una volta ti raccomandavano di non dire mai bugie e che  bisogna sempre dire la verità;

I papà moderni rispondono: dipende...

Dalla prima elementare alle terza media si fa di tutto per assomigliare e imitare il papà, dai 15 anni ai 22 non lo puoi vedere, fino ai 36 ti è abbastanza indifferente, verso i 40 ti fa incazzare da morire perché nel frattempo lui ha superato i settanta e se in gioventù aveva il suo bel carattere adesso è ostinato come tutti gli anziani, dai 42 in avanti riesci a capire quanto sforzo abbia fatto a mandare avanti la famiglia e ne provi una tenerezza struggente.

Ho cercato tutta la vita di non assomigliare a mio papà e ora invece mi accorgo di essere uguale a lui.

A lui dedico questa mia:

 Stefano Pasta

E si, ze  gno pare.
Che omo,
che spirto libero
dedicao al sò lavor,
colona de la sò famegia.

               Lo vardevo 'ndà via al dopopranso a sacaleva
savevo che l' feva la note sul feral. 
Che   fadiga, e pò  che oci lustri.
Doman, sarà doman la pescada.

Gno pare,
pur impantanao ne la sò vita
ne la feva sumigià a duti
un campo de fiuri.

1 commento:

  1. ... dai 15 ai 22? Ah, allora adesso capisco e mi consolo!

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