06 gennaio, 2016

Origini di un mito: Le Varvuole


Ieri sera i gruppi di Grado voga e il corpo di ballo della maestra Venier, con la pioggia che ha  riprodotto una scenografica drammatica perfetta, hanno rappresentato con grande successo di pubblico in Porto a Grado l' arrivo delle Varvuole, saga popolare gradese che fa finire le grandi feste del Natale e capodanno.
Bisogna anche ringraziare Vinicio Patruno (la foto in testata è sua) che ha fatto un lavoro di documentazione fotografica bellissimo. 

Ma vediamo le origini del mito delle varvuole:

Nella notte dell'Epifania le Varvuole (streghe cattive) arrivavano a Grado con barche di vetro, entravano nelle case per trascinare via i bambini cattivi. Così la leggenda:

 "Le ha dinti spuntii e lunghi de rame, cavili de fil de fero e vogi lustri e faliscusi de piera batibogio, gambe de legno gropolose, le xe vistie de soto dute de stuora, cò un capoto de reato e cò butuni de cortegae, brute che le fa spasemà anche i demuni".
 Le descrive così Domenico Marchesini (Menego Piccolo) e consiglia:
 "Bisogna "lustrà dute le cruche" (lucidare tutte le maniglie delle porte),"coi agi" (aglio), "core a tò l'aqua santa co le fiasche" (correre a prendere l'acqua santa con i fiaschi), "benedì dute quante le stanse e anche le contrae e la caina sul reparo duta lustra"(benedire stanze, vie e la catena del focolare".

Per quel che si sa e le supposizioni che si possono fare, la descrizione del mito delle Varvuole calza a pennello alla descrizione delle razzie dei pirati Uscocchi i quali al soldo degli Austriaci razziavano e saccheggiavano tutti i porti sotto il protettorato di Venezia. 
Erano pirati straccioni delle coste dalmate ma guerrieri formidabili bardati con paradenti di ferro, gambali di legno e con le "cotole" alla turca tali da farli sembrare donne.

Un' altra leggenda di origine romana e radicata nel territorio friulano carnico che è similare alle Varvuole, racconta delle " Anguane".

Le Anguane presentano caratteristiche e nature diverse a seconda delle varie leggende e delle località di provenienza.
Sono conosciute anche come subiane, aganis, ogane, gane, vivane, pagane, zubiane, acquane, longane.
L'altro elemento comune su cui tutte le leggende concordano è che le anguane vivono presso fonti e ruscelli e sono protettrici delle acque.
Talvolta anche i pescatori le ricordano (se trattate con rispetto, spesso portano fortuna).
Vedi il "Il Mito de le sardele de oro" a Marano Lagunare.
Talora (così come le "sorelle" krivapete) assumono tratti sinistri ma in generale oltre allo spaventare le donne e i bambini non vanno.

Sapevatelo!

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