28 maggio, 2016

De cu tu son Figio?



A seconda dei punti di vista "la graisanità" è considerata un pregio o uno svantaggio, a me interessa solamente fare uno screening chirurgico di quelle caratteristiche comportamentali che la compongono semplicemente per poter dire sei fuori o dentro.



De cu tu son figio  è la domanda del test iniziale per l' accettazione dei locali, se il pedigree non è perfetto, con mamme e nonni al punto giusto, sei fuori.

Al Dito  se non hai un soprannome locale che possa ricostruire e collocare in un preciso contesto temporale e locale la tua famiglia, sei fuori.

Al Dialeto  deve essere puro e duro, senza doppie che storpierebbero la parlata, dunque se sei istruito quel tanto da aver preso la cattiva abitudine ad una parlata in lingua corretta, sei fuori.

Al Gnanche pel cul, qui non si transige, non ce nessun altro al di fuori di ME, se cominci a fare discorsi filosofici o etici di coinvolgimento generale, di socialità a un Graisan, sei fuori.

La visione del futuro ristretta, il campo ha bisogno di spiegazioni:
è necessario, per gente che è sempre stata  dalla parte del torto, solo perchè i posti dalla parte della ragione erano già tutti occupati dai cosiddetti foresti con le loro verità inattaccabili, chiudersi a riccio a guardare con diffidenza le novità.
Potremmo sicuramente cambiare, con calma, perché questo in fondo è un Paese meraviglioso, dove si sta bene e la velocità di trasformazione la si lascia volentieri ai foresti che vivono come pazzi nelle loro città dove tutto si consuma in fretta compresa la vita, in ogni caso se cominci a far proclami sul tipo:
Me son al meglio de duti, caschi male perché infrangi la regola del Me che impedisce ad ogni vero graisan di considerare qualcun altro un Me, allora sei fuori.

Faccio notare che sono molte ancora le ragioni per non considerare Graisan un residente che non sia completamente e indissolubilmente autoctono, non bastano gli anni di residenza.

Eravamo poverissimi, carne da cannone per tutti, ed è vero siamo catto-anarchici, ribelli e malparlanti, ma è la nostra indole, gli orizzonti sono sempre stati limitati e a nessuno conveniva che noi in quanto gente ci si migliorasse intellettualmente, ci hanno sempre manipolato, ma siamo sopravvissuti, siamo sempre rimasti qui e abbiamo un cuore grande, per noltri.

W la graisanità, che in fondo per noi non è una malattia. 

P.S.: 'Vè zugao a stinche drio del lavatoio è motivo di grande merito.

1 commento:

  1. mario corbatto2:53 PM

    E la "Z" indola tu la miti...? guai usala (assicurazion, giustificazion, assunzion, ... per un graisan vero xè bastieme!).
    Te conto anche questa. Una matina de un pochi de ani fà (disemo che podevemo esse a la fine dei ani '80) 'ndevo a lavorà e sul distributor che xè prima del ponte girevole è catao un mamolo che 'l feva autostop. L'è tirao su e al m'à dito che 'l 'veva perso la coriera e che 'l feva la V Liceo Scientifico a Servignan... Cussì i è domandao: " 'sto ano tu à la matura, e dopo tu va in università...? T'à zà deciso a quala facoltà iscrivete....?". Al m'à risposto che no 'l veva ancora deciso ninte ma che no 'l 'veva intenzion (scusa, intension) de 'ndà fora de Gravo perchè qua 'l veva i sovi amici, la compagnia e robe de 'sto genere... I è fato presente che la vita la xè longa e che no la xè sempre facile e che in università al varave poduo cognosse tanti oltri mamuli... Al m'à risposto che elo cò i mamuli de fora no 'l se cata. "Perchè...?" i è domandao... "Perchè i xè massa buni!" al m'à risposto. Che sia anche questo un toco de "graisanità"...? Mah

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