15 agosto, 2016

Insomma crisi o non crisi anche a Grado è ferragosto.



"Mare, profumo di mare
e di questo mi voglio saziare,
è colpa del vento e del mare
se a Grado voglio tornare"

Qui A Grado si è così ospitali che pur di mettere a tavola un DioTurista, l'albergatore se lo tiene sulle ginocchia ed è tutto un sorriso, poi quando volta l'angolo alle volte capita che tira un metro di cristi e di madonne che ti sgonfiano le ruote delle macchine nel parcheggio e rintocca la campana della chiesa. 

Qui la stagione è sempre andata male e tutti tutti gli esercenti piangono miseria, poi si comprano un "caien" a testa tutta la famiglia, compresa la nonna, che tanto guida la badante, e partono per mete esotiche tutti assieme a ottobre. 

Qui il DioTurista s'incarna spesso sotto forma di sessantenne semiobesa vestita come un' abat-jour cui han fatto un gavettone di lustrini, vinavil e coriandoli. 

Oppure s'incarna in urlatori molesti che alle 4 di notte sono ubriachi e questionano in dialetti dalle vocali chiuse come le loro menti. 

Qui da ragazzi tenevamo i punteggi di quelle che c' eravamo trombate durante l'estate (che trombarsi la turista era cosa buona, giusta e, con tutta probabilità, raccomandata fortemente dall'Azienda di Soggiorno), tramite un sistema articolato: perchè se provenivano da certe città o nazioni c'eran più punti in palio. 
C'erano un paio di città e nazioni di provenienza che davano punteggio negativo perchè era troppo facile, ma non mi par elegante dire quali. 

Insomma crisi o non crisi anche a Grado è ferragosto. 

Oh Mio Dio! 

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