Mi mancava, era da un po che non scriveva lettere aperte.
Si può essere d'accordo o meno, io su certe parti non lo sono, ma Mattiussi e la sua Magnifica Comunità di Grado esiste, protesta, rappresenta problemi, magari a modo suo, efficace o meno, condiviso o meno, ma esiste.
Il problema dell' accatastamento dei casoni esiste, è avvertito con fastidio dalla gente coinvolta ed è bene conoscerlo sentendo tutte le campane.
Il processo democratico è fatto anche di queste cose.
Leggete con attenzione.
“MAGNIFICA COMUNITA’ di GRADO”
Comitato per l’Amministrazione Separata degli Usi Civici
USI C I V I C I : lettera aperta
Per voltare pagina non serve un immaginario “Patto d’Acciaio”, tra i Comuni di Grado e Marano Lagunare, annunciato trionfalmente dai rispettivi Sindaci nel Convegno sugli Usi Civici all’Auditorium Biagio Marin del 7 dicembre u.s. Basta tenere i piedi per terra.
Ed avviare l’elezione del Comitato per l’Amministrazione Separata dal Comune delle immemorabili proprietà collettive dei cittadini.
Invece di sostituirsi ad essi nella gestione diversa e separata dal Comune, appositamente istituita dalla legge 278 del 1957. Gestita con personalità giuridica e forte senso di appartenenza al territorio, da Bolzano a Palermo, dai Comitati liberamente eletti. Non proprio gli ultimi degli imbecilli.
Avendo garantito condizioni di equità in forma di democrazia diretta ed essendosi felicemente sostituiti, in fatto e diritto, nella gestione economica e patrimoniale di detti Beni comunque denominati.
Sebbene catastalmente imputati ai Comuni dalla legge fondamentale sugli Usi Civici 1766 del 1927, peraltro al solo fine di non caricare tale onere sulle Comunità locali. L’immaginario “Patto d’acciaio” dunque non serve.
Anzi è ridicolo. In quanto il ruolo ed i compiti istituzionali dei Comuni sono incompatibili con quelli dei Comitati cittadini.
Il che favorirebbe i tentativi della Regione FVG di varare una legge per affossare definitivamente gli Usi Civici. Lasciando disco verde alla Direttiva europea Bolkestein, che prevede l’asta internazionale per la concessione di spiagge, aree, “mote” e specchi d’acqua di proprietà collettiva dei cittadini di Grado e Marano per immemorabile diritto di Uso Civico.
E’ il caso dell’antichissima “Comunità dei Graisani” dalla fragilissima memoria in costante calo demografico avendo espulso i propri concittadini per far posto alle Terze Case.
Per di più in bilico tra l’inganno di improvvisati Amministratori e l’autoinganno di quella parte della Comunità indifferente all’Uso Civico, benchè l’ultimo legame con il proprio territorio.
Oggetto, tra un commissariamento e l’altro del Comune, del voto di scambio per la cementificazione del residuo tessuto urbano ed ambientale. Comprese le immemorabili proprietà collettive di Uso Civico in quanto muovono interessi enormi. A partire dalla lottizzazione immobiliare della Spiaggia principale e Parco delle Rose senza nemmeno la preventiva affrancazione dell’Uso Civico. Camuffata a tal fine da “Polo Termale”, ma stoppata dalla “Magnifica Comunità di Grado” dopo 5 anni di battaglie giudiziarie pur perdendo, a proprie spese, due successivi gradi di giudizio.
Mentre i sedicenti partiti calavano le braghe o stavano con il cemento. Il tutto ovviamente censurato dalla stampa locale, fermo restando il penultimo posto in Europa del nostro Paese sulla percezione della corruzione.
In tale quadro, brilla l’accatastamento dei casoni.
Imposto ai “Casoneri” di Grado da un’onnipotente geometra del “Servizio Patrimonio” tramite un bombardamento di Raccomandate A/R. Viziate, a giudizio non solo nostro, da nullità assoluta ed uso improprio dell’art 1 comma 336 legge 311/2004. Cioè la Finanziaria 2005.
Secondo la nostra sommessa opinione, una dei tanti Dinosauri della precedente Amministrazione. Riciclato dall’Amministrazione in carica con tanto di carta bianca all’onnipotente geometra. Piazzata in cattedra nel Convegno del 7 dicembre ad illustrare, a nostro avviso, cavoli a merenda.
Mentre i Beni collettivi di Uso Civico sono ovviamente già accatastati al Comune di Grado in nome e per conto dei “Graisani”.
Siamo dunque alle comiche finali.
Ovvero al doppio accatastamento da moltiplicare a rotazione per gli attuali 135 concessionari con acrobatica trasformazione dei Casoni in “compendii immobiliari” e la legge fondamentale sugli Usi Civici nella legge finanziaria 2005.
Ovvero un mostro giuridico tra mostri di cemento.
Intimato, stando a sommarie testimonianze da approfondire, dalla geometra tramite uno stillicidio di diffide verbali.
Pena il mancato rinnovo delle concessioni delle “mote”, che ha intanto indotto un certo numero di “Casoneri” a sborsare centinaia di €uro per iscrivere i propri Casoni al Catasto Fabbricati
Il tutto nel quadro di un Regolamento semmai idoneo, a nostro insindacabile giudizio, a pettinare le bambole.
Con l’imposizione, in caso di controversie, del Foro di Gorizia anziché del Commissario agli Usi Civici del FVG.
Senza contare, come si ribadisce, il bidone delle indebite Tasse di Bollo e di Registro rifilate, “contra legem”, ai Casoneri sui contratti di affittanza delle “mote”. E l’ulteriore bidone del 4% in tasca al Segretario sotto forma di rogito.
Evidentemente i Casoneri, alla stregua delle proprietà collettive di Uso Civico, sono occasioni da mungere.
Brilla nuovamente al riguardo l’arcinota svendita per 5,3 milioni di una primaria area per la nautica da diporto del valore di 5 miliardi delle vecchie Lire, accertato dalla Corte dei Conti su esposto della “Magnifica Comunità di Grado”. Oggi pari a €uro 2.582.285. Perfettamente in linea con la classifica internazionale del nostro Paese in fatto di corruzione pubblica. Difatti in privato nessuno è così cretino da svendere per 5 milioni qualcosa che vale 5 miliardi.
Nella conduzione comunale degli Usi Civici, pare invece normale con tanto di delibera di Giunta. Reintegrazione per equivalente a parte, l’ultimissima delibera di Giunta n° 2/2017 in merito alla VAS (Valutazione ambientale strategica) della Variante Spiagge n° 24 del PRGC, è un’altra marcia indietro.
Rispetto alla salvaguardia del tessuto ambientale e quindi di Uso Civico, sbandierata ai quattro venti nel corso della campagna elettorale.
Da cambiare, unitamente al “Castelletto”, prima che il vento in poppa a codesta Amministrazione inizi a soffiare contro.
Il Segretario
(Giovanni Mattiussi)
Grado, 28 gennaio 2017