14 aprile, 2017

La Pesca in Laguna, i suoi mestieri



La Regione ha predisposto un documento che disciplina gli strumenti e la pesca in Laguna.


Uno strumento che disciplina l' utilizzo degli strumenti di pesca e raccolta professionale in Laguna di Grado e Marano per rispettare i termini europei che impongono la conoscenza precisa degli sforzi attuali e possibili di pesca, però non è giusto considerare solo l' aspetto professionale e non parlare di quello amatoriale, che è presente e in fondo, pur con i distinguo del caso, ha lo stesso diritto di frequentazione del territorio.

Uno strumento che fotografa e disciplina anche numericamente lo sforzo di pesca compatibile nella varie zone divise tra le comunità lagunari.
Un grosso lavoro statistico delle situazioni esistenti e delle attrezzature usate, che sono simili.
A tutti gli effetti un grosso lavoro fatto in collaborazione stretta con le realtà cooperative presenti.

Naturalmente non è prevista  nè disciplinata la presenza di amatori, che vengono rimandati ai singoli regolamenti comunali di competenza, ci sarà sicuramente da aspettarsi un inasprimento delle presenze e dei quantitativi asportabili dall' ambiente.


Per quanto riguarda la pesca sportiva in mare le notizie al riguardo non sono buonissime:
oltre alla proibizione della raccolta manuale a riva, quasi sicuramente i permessi richiesti e concessi gratuitamente si trasformeranno in permessi a pagamento e, a quanto si vocifera, non proprio leggero.

Eppure noi a Grado siamo cresciuti con il lavoro, 


"De le femene de le capelonghe" 

da la Mugia, sui Dossi de l'Oro, dal Tragio de Anfora


Le Bianchine, le Pititele, le Ciode le Balanse le Pelote le Farinele le Trotole, le Bele, le Zuliani, le Dotore e tante altre. 
Con le batele cò i tricicli, a pie con ogni tempo, infermabili. 

Erano e sono il simbolo di Grado della capacità di sacrificio e dedizione alla famiglia. 

Ora con queste nuove regole non potrebbero più fare quello che hanno fatto con dolore e sacrificio, sembrano una fotografia fissa nel tempo, senza possibilità di evolvere, un sedimento solidificato.

1 commento:

  1. Có geremo mamuli 'ndevemo a guà in palù, no gera regulaminti e gnanche vigilansa. Ma se 'ndeva solo per divertisse. Un giorno de metà setembre geremo in caicio me, gnó frà e gnó cusin e semo 'ndai a guà de là del ponte. Semo passai soto l'ultimo arco e sula riva gera dó foresti che i pescheva có la cana, vistii de duro punto, col gilet e le braghe virdi, e có quele scatole a fisarmonica piene de ami, galegianti, piumbi e esche finte de ogni tipo... li vemo saludai e i ne à saludao. Nel giro de una mesa ora scarsa vemo ciapao la sena, disemo 25-30 gui a testa, e vevemo de tornà indrio. "Feeeermi", é dito. Vemo impignio al segio de sugamani e borse de nylon e sora vemo messo i gui. Al segio pareva un bicer de bira pien de schiuma. De gui... E semo passai de novo soto al ponte, davanti ai dó foresti. Voghevo me, ma mundi mundi pian. Có semo rivai davanti de ili i à fato un solto: "ma come, siete appena passati di qua e avevate il secchio vuoto, e adesso guarda lì che roba...". I è risposto: "ehhh, quando si sa...". "Giusto - l'à dito un de ili - loro sono del posto e sanno...". Inutile contà de le riade che se vemo fato.
    Sul canton del molo drio de la Safica gera gnó pare che 'l ne speteva e có 'l ne à visto al ne à dito: "Fè proprio schifo...". Dopo l'à tirao su al segio e al na à dito oltre robe che no posso riferì qua.
    Doveva esse al 1969 o só de là. Oltri timpi

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