15 maggio, 2017

Cominciamo la Stagione e ricordiamo antichi divieti



Bon è andata! 
 La Stagione turistica 2017 è ufficialmente aperta! 
 Bandiera Blu a suo posto per la 29 volta, Frecce Tricolori (al solito emozionanti) sfreccianti nel cielo finalmente e per fortuna azzurro, la Banda che suona allegra,  alzabandiera e discorsi ufficiali in spiaggia (tutti a toccarsi quando i politici parlano di futuri).

Per rimarcare da quante stagioni tutto questo succede voglio ritornare agli albori turistici nel 1854, quando la Grado turistica muoveva i primi passi ed emetteva i primi vagiti sotto forma di regole ed ordinanze del Podestà di allora.

In una Grado che, agli inizi del turismo balneare, si muoveva in fretta sotto la spinta e le visioni dei "foresti" che percepivano le potenzialità del Paese e costruivano a più non posso, già allora sempre foresti, stranamente la balneabilità, che pure era chiaro fosse una componente essenziale dell'offerta turistica, fu pensata e mantenuta dalle origini, intorno al 1854pubblica non privata.

Una delle ragioni, oltre al rischio economico, fu la bigotta moralità del tempo che vietava il bagno all'aperto in promiscuità di maschi e femmine.

Il Podestà di Grado aveva emesso ordinanza di divieto agli uomini anche di semplicemente avvicinarsi alla diga prospiciente al Bagno delle Donne che era riservato.

Fare il bagno all'aperto era considerato pericoloso per la moralità pubblica e tale divieto rimase a difesa dei costumi dell'epoca sino ai primi '900.
A tale proposito le cronache riportano che Ippolito Nievo, beccato in fallo, scrive alla madre di aver ricevuto una multa nel 1856 perchè, contro l'ordinanza, avrebbe passeggiato lungo la spiaggia riservata alle donne  e subito denunciato da una signora per offesa alla sua pudicizia.

Mo Dio co beli! 



Se penso che oggi te la sbattono in faccia in tutti i modi possibili, la pudicizia si intende!  

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