31 agosto, 2017

Un' impepata di Oloturie di Mare

Son giorni che tutti a Grado si fanno i ca...i altrui, invece di essere contenti del culo spropositato che abbiamo avuto con una stagione incredibile per continuità di bel tempo e di presenze turistiche continuiamo a farci del male gridando a pieni polmoni che Grado fa schifo.

Voi che lo fate siete senza speranza, credetemi.

Ma parliamo di ca..zi  marini va! 
Una cosa da suggerire a questi strafatti dal caldo e dal livore degli esclusi.



Le oloturie o cetrioli di mare o c..zi marini se ne facessero una bella impepata, vediamo un po di storia.

Questi animali, appartenenti alla stessa famiglia di stelle e ricci di mare, agiscono come vermi di terra, ossia strisciando sui fondali e consumando sulla via i sedimenti marini.
Il loro aspetto non è particolarmente attraente (somigliano a dei grandi vermi, respirano dall'ano e sono estremamente viscidi), noi in occidente non ne facciamo nulla  ma da secoli sono utilizzati in Cina e nell'Estremo Oriente come cibo e rimedio naturale a vari malanni.

La tradizione orientale, il nome è Trepang, li vuole brasati in brodo di funghi ma anche più "al naturale", con una spruzzatina di limone. 
Nel 1935 l' Ampelea di Rovigno tentò di studiare un metodo per l' utilizzo alimentare del trepang ottenuto dalle oloturie e si affidò ad un tecnico cinese di passaggio perchè confezionasse con esse dei campioni.
In foto il risultato

Ricette cinesi:
Brodo di Trepang
Nel broddi pollo aggiungere il trepang tagliato a pezzi. Salare Se vi è bisogno e servire caldo.
Trepanin salsa bianca.
una certa quantità di brodo di pollo, aggiungere urn po' di salsa dsoya, un po' di farina, un pizzico di pepe eunirvi iTrepang tagliato pezzi; lasciar cuocere fino chquest' ultimo abbia preso bene la salsaServircaldo.
Trepang in salsa  di pomodoro.
Nel brodo di pollscioglierlsalsdpomodoroSalpepe ed un pizzico di farina. Mentre il tutto bolle aggiungervi il trepang tagliato a pezzi e lasciacuocere. Servire.

Noi  qui invece possiamo dire che ci siamo inventati un
metodo collaudato detto di Stafazzi di fare una figura da oloturia.

28 agosto, 2017

Evoluzione di Grado



La mostra in Casa della Musica 
                    GRADO CITTÀ BALNEARE URBANISTICA E ARCHITETTURA

rivista con i modelli in scala costruiti per l' occasione che propongono il modificarsi del territorio comunale strappato letteralmente alla Laguna.

E' chiaro che è stata la nuova vocazione balneare di Grado ad  accompagnare e determinare la crescita della nuova città-

La nuova città si costruirà quindi per parti, tramite successive bonifiche che strapperanno via via sempre nuovi terreni alla laguna fino a raggiungere il perimetro attuale, radicalmente più esteso e variegato.

L'edificazione dell'Hotel Fonzari e del complesso delle Ville Bianchi, costruiti rispettivamente nel 1896 e tra il 1900 e l'anno successivo, influenzerà non poco la crescita del sistema urbano; 
le allora isolatissime ville volute dal barone Bianchi, con il loro orientamento parallelo alla spiaggia e agli stabilimenti balneari, fungeranno da polo attrattivo per l’impianto dei successivi assi viari.
Tra queste emergenze, e con l'ulteriore  offerta territoriale dovuta al nuovo Hotel Fortino, realizzato nel 1903 quasi di fronte al Fonzari ma con un impianto ben più moderno, a cominciare dalla collocazione fronte-mare, si stratificherà l'area privilegiata per gli insediamenti turistici a vario livello.

Nel 1901 la bonifica dell'area tutt'oggi considerata il centro di Grado, offrirà un ulteriore quadro di riferimento per indirizzare la successiva pianta urbana.

Si trattava di aprirsi a un turismo che andava via via acquisendo connotazioni popolari e ‘di massa’. 
Di conseguenza si verrà così configurando anche un nuovo assetto urbano, con una migliore e più articolata disposizione dei servizi pubblici, dal palazzo municipale al-l'ospedale, dalle scuole ad altre strutture essenziali, senza contare la fondamentale costruzione del ponte girevole che nel 1936 unirà l’isola alla terra-ferma. 
A questi lavori si aggiungerà poi la grande impresa della «Bonifica della Vittoria», la frazione di Fossalon, vera e propria città di fondazione ai margini orientali della laguna, che dava all'isola un inaspettato retroterra agricolo.


E da là arrivare ai giorni nostri è un lampo.







Visitate la mostra, sapere com'è cresciuta casa nostra è importante.

27 agosto, 2017

Cose marinare, i Nodi (I Gropi)


Le origini dei nodi sono antichissime, come dimostrano certi utensili preistorici tenuti assieme da fibre intrecciate ed il ritrovamento in Perù del "quipu", che come antico sistema di scrittura utilizzava fili, lungo i quali venivano riportati nodi semplici.
Nel tempo, il saper fare nodi, è diventato un'arte che ha portato a creare centinaia e centinaia di nodi anche complicati, ma spesso inutili.
Molto spesso ci troviamo nella necessità di far uso dei nodi sia nella quotidiana vita cittadina, che andando per mare e talvolta ci rendiamo conto dell'importanza del nodo solamente quando l'ormeggio della barca o del gommone non ha tenuto o quando il nodo si è sciolto, rovinando a terra quello che avevamo legato.
Ma è andando per mare che i nodi assumono la loro importanza e solo nella necessità ci rendiamo conto che è fondamentale saper scegliere ed eseguire subito e bene un nodo, rapidamente e con il minimo dei movimenti, in ogni condizione di tempo e di mare, di giorno o in assenza di luce, ma che sia anche agevole da sciogliere subito e bene.

Come unità di misura in navigazione, marittima o aerea, la velocità viene espressa in "nodi" o Knot.
In questo caso il nodo rappresenta il miglio nautico (1852 mt).
Questa unità di misura è accettata dal Sistema Internazionale e deriva dall' antica pratica di misurare la velocità delle navi gettando a poppa un pezzo di legno appesantito assicurato ad una sagola (un cordino) sulla quale sono stati fatti dei nodi distanziati di 47 piedi e 3 pollici (circa 14,4 mt) cioè 1/120 di miglio, l' uno dall' altro.
Un marinaio in corso di navigazione contava quanti nodi passavano tra le sue dita in 30 secondi (1/120 di ora) misurando il tempo con una clessidra, ottenendo così la velocità della nave.

Sapevatelo! 

25 agosto, 2017

MOstra - Grado città balneare. Urbanistica e architettura 1872 – 2017


Sabato 26 agosto alle ore 20.00 presso la Casa della musica di Piazza Biagio Marin a Grado si inaugura la mostra
Grado città balneare. Urbanistica e architettura 1872 – 2017
Realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di studi umanistici dell'Università degli studi di Trieste e del Comune di Grado e curata dal prof. Massimo De Grassi, l'esposizione intende ripercorrere le vicende urbanistiche ed edilizie dell'isola di Grado dagli anni della nascita della sua vocazione curativa e turistica fino al nuovo millennio, tenendo inoltre conto dei nuovi interrogativi che oggi accompagnano le funzioni e il destino delle città balneari, a cominciare dall'utilizzo del territorio.
La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle 19.30 alle 22.30 fino al primo ottobre

La nascita di Grado come località balneare e curativa si fa risalire al momento in cui, tra il 1872 e il 1873, il pediatra fiorentino Giuseppe Barellai inizia a costruire un ospizio marino destinato a bambini affetti da debolezze organiche e malattie articolari e ossee. 
In seguito, per il «borgo di pescatori» si profilerà un lento ma costante sviluppo: nel 1892 l'isola viene iscritta nell'elenco ufficiale dei luoghi di cura dell'impero austro-ungarico dopo che due anni prima era stato costruito il primo stabilimento sul mare.
La vocazione balneare della cittadina ne accompagnerà e determinerà la crescita. 
La nuova città si costruirà quindi per parti, tramite successive bonifiche che strapperanno via via sempre nuovi terreni alla laguna fino a raggiungere il perimetro attuale, radicalmente più esteso e variegato.
A partire dagli anni sessanta si assiste a una progressiva deriva in senso speculativo, destinata a soddisfare la proliferazione di seconde case, in genere appartamenti di bassa qualità edilizia e di ridottissima metratura; un processo che mal tollererà le ben proporzionate volumetrie delle preesistenze. 
La conseguenza più evidente sarà la progressiva e violenta sostituzione di un tessuto edilizio di qualità con una cortina di edifici per lo più anonimi dalle volumetrie inutilmente dilatate.




24 agosto, 2017

Le Scusse - Di Biagio Marin



Pubblico questo video per dare senso visivo alla settimana dedicata a Biagio Marin, ai suoi affetti e alle sue passioni.

Il video mostra Tullio Svettini e Isabella Polo di Grado Teatro impegnati nella lettura appassionata di poesie descrittive delle conchiglie, autentica passione del Poeta che vede in loro il piacere della loro prodigiosa struttura alla quale si aggiunge la molteplicità delle  forme tattili, funzionali e di colori.

22 agosto, 2017

Elogio delle Conchiglie-Serata ricordo per Mauro Marocco



Serata speciale ieri sera.

Una location straordinaria nel giardino di casa Marocco, con la sapiente guida della padrona di Casa Alba Marocco  un pubblico delle grandi occasioni   Grado Teatro ha proposto:


L' Elogio alle conchiglie

letture di scritti e poesie di Biagio Marin, al Santolo in ricordo di  Mauro Marocco.

Tullio Svettini e Isabella Polo  accompagnati all' arpa da Ester Tomba, mi hanno tenuto con il fiato sospeso ripercorrendo con la lettura la passione per le conchiglie del Poeta e nel contempo ricordando le sue frequentazioni quotidiane nella casa del "fiosso".

La serata per ricordare Mauro Marocco è stata di grande successo, veramente toccante e di grande partecipazione emotiva.

Aggiungo con il permesso di Alba la dedica che il Poeta (al Santolo)  ha dedicato al Fiosso Mauro descrivendo nel contempo la casa, il giardino e la famiglia Marocco:


A Mauro !
La casa tova la me par na tera
 co’fiuri e piante che s’ ingema 
e pùo i se verze una stagion intiera 
e le so fogie felissi le trema.

To mare xe la gran noghera 
che sconde i nidi e i usiliti ;
 ne l’ombra sova intima e severa 
i mezudi d’istae riposa siti.

Lucia xe un fior de passionela 
cò proprio in cuor, la crose 
che l’ ore dolorose 
nel rie converte de lontana stela.

Alba a matina ilumina le stanse,
 la boca in fior de margherite
 e le novele vite
se spande in canti de speranse.

Che bel zardìn, Maureto el tovo,
 in elo, quanta festa ! 
no possa mai tempesta 
fa tàse el canto novo.


Grado 20 aprile 1969

20 agosto, 2017

Account Facebook-Il nostro doppio


Non mi capita spesso ma a volte qualcuno mi pone la domanda, inopportuna e impertinente:

Chi te lo fa fare tutto sto tempo speso sul web e sui media per nulla in cambio?

A questa domanda  per risposta faccio una riflessione, che vale per me ovviamente, per gli altri, i tanti che popolano l' oceano del web, ognuno avrà la sua di motivazione.

Il mio doppio -L' Account Facebook - mi da la possibilità di fare una doppia vita.

Una, quella reale dove tutto costa una fatica tremenda, i problemi paiono, e a volte lo sono, insolubili, dove tizi che ti stanno sulle palle ti corrono dietro in televisione nonostante il tuo zapping disperato tra i canali, al punto che ti vien da scuotere il televisore per farli uscire dallo schermo;
 dove il buon senso è merce rara e per ottenere un permesso da un ente pubblico ti devi sottoporre ad estenuanti corse tra uffici, tra le forche caudine dei divieti incrociati che sono le travi portanti della nostra burocrazia.

L' altra è una vita in rosa dove le donne son tutte belle.
Le donne hanno tutte grandi tette, camminano tutte elegantemente su tacchi altissimi, e nessuno le invidia ma anzi! 
Le donne, su Facebook si complimentano con le donne per l’altrui bellezza, l’altrui intelligenza. Un paradiso.

Gli uomini, poi, sono splendidi, hanno un occhio azzurro o marrone circondato da ciglia lunghe come quelle di Bee Bip. 
Hanno un braccio muscoloso che fa paura e nello stesso tempo attrae. 
Gli uomini su Facebook, a volte mostrano il gonfio dentro le mutande e non si vergognano, perché su Facebook tutti possono essere liberi di essere belli, e pure di più.

Ma c'è di più su Facebook la spazzatura non ci si limita a riciclarla e a riporla nell’apposito cestino.
 Su Facebook la spazzatura si riutilizza, si fanno fiori con le lattine, posacenere da passeggio con i rotolini di cartone della carta igienica, si mangia sano e non OGM, si amano gli animali e i bambini, si adorano i vecchi e i malati, non ci sono barriere architettoniche e a nessuno, su Facebook, verrebbe mai in testa di parcheggiare sopra il marciapiede. 
(tranne a qualcuno di mia conoscenza ma essendo in un mondo virtuale taccio)

Su Facebook, la civiltà è una questione di principio, e se appena  appena ti scordi di esserci, e ti esprimi normalmente, come si fa in questo postaccio che chiamiamo mondo, la società civile feisbucchiana, ti sbrana, ti mette al muro, ti minaccia, ti denigra, va giù pesante di delazione, posta le tue foto col dito nel naso, o peggio, quella vecchia di quando avevi i brufoli grandi come ciliegie, e rende giustizia alla civiltà.

Ecco tutto 'stò entrare ed uscire dai due mondi rende la vita più agevole da vivere perchè appena quella reale tenta di soverchiarti, zacchete! ti infili in quella virtuale.

Per Di  !

18 agosto, 2017

Tu faravi megio a ‘ndà pian.




Queste sono giornate convulse.

Da un lato gente in ferie che vuole sfruttare ogni singolo secondo che sta qui da noi ospite e nel farlo si agita.
Dall' altro lato gli operatori si agitano perchè devono utilizzare il tempo che rimane della vacanza degli altri per monetizzarlo quanto più possibile.
Da tutto questo ne deriva una frenesia collettiva, è il rito della vacanza.

IO osservo (da pensionato) questi riti umani convulsi e  questo è il mio consiglio.


Tote al tò tempo 

T’ha mai vardao i fantulini in girotondo?
O sintio al rumor de la piova
O vardao al volo de una farfala?
Tu faravi megio a ‘ndà pian.
No movete cussì stieto
Tote al tò tempo .

T’ha mai dito a to figio
“lo faremo doman”
senza vardà, per premura,
al sovo dispiasser?
Tu ha mai perso un amigo
perchè no tu vivi al tempo
de dili ciao al telefono?

Tu faravi megio a ralentà
Tote al tò tempo .
Quando tu curi stieto
per ‘ndà de garghe parte
tu te perdi al gusto del viaso.
La vita no ze una corsa
ciapela pian
‘scolta la sova musica.

16 agosto, 2017

Ritorno in Paese



Il video (del 1962) racconta la storia di una famiglia di pescatori di laguna che rientra in Paese  spinta dall' esigenza della sopravvivenza.
La Laguna è diventata avara ed il turismo appena sviluppatosi in Paese promette un futuro più roseo e meno faticoso per tutti.

BIsogna imparare nuovi mestieri certo ma la vita sarà più leggera, e allora la mesta processione di batele verso il Paese che da ora in poi diventerà casa.


14 agosto, 2017

Grado, i suoi odori



 Inspira ed espira.

No! non è profumo, è un’ odore antico, ancestrale, il sentire umido che percepisci ogni sei ore dal fango vischioso lasciato dalla marea in quell'instancabile amplesso tra terra e acqua.

E' Natura stordente primitiva.
Odore che la Laguna lascia dietro di se con quella disinteressata generosità che appartiene soltanto alla Natura.

Profumo denso da innamorata che è dolce e aspro nello stesso tempo.

Poi ti allontani un poco.

Altri odori di casa; sono quelli spessi di porto.

Odore di corda bagnata, di pesce, di nafta e mare aperto.

Odori sonori che sanno di grida di gabbiani, di rumore leggero, come uno sfrigolio, che fa il sole quando si immerge nell’ acqua al tramonto.

Grado, odori di casa.

12 agosto, 2017

GRAVO CANTA



Ieri sera serata di canto popolare sulla diga.

Il coro del Maestro Francesco Gregori  "Gravo Canta"  ci ha deliziato con un potpourri di vecchie canzoni "Graisane".

Pubblico delle grandi occasioni e tanta voglia di partecipare.

Le nostre canzoni, si sa, hanno tutte  una vena di malinconia ma ti prendono alla gola con dita di emozione e ti costringono a partecipare a quello che non è più canto ma rito tribale.


E’ una sottile, astuta ricattatrice, la malinconia, capace di tenere in scacco individui, intere civiltà, se ci si mette.
Le vite nelle canzoni  sono descritte come pagine di un quaderno. 
Fanno tutte parte dello stesso oggetto, ma imprescindibilmente separate. 
E la storia continua nella pagina successiva come nulla fosse successo.

BElla serata e bravi tutti.