19 ottobre, 2017
Pregiudizi e Storie
L' economia gradese di poco più di cento anni fa era basata prevalentemente sulla pesca.
I ricavi dipendevano tantissimo dalle condizioni metereologiche e quindi i periodi di inoperosità diventavano tanti durante la brutta stagione.
Grado sino al 1906, si può dire che convivesse letteralmente con i suoi morti, visto che l' antico cimitero - "Al Pulindron" a forma triangolare come la vela da cui prendeva il nome (interessante anche il nome popolare usato "Al Cogolo" quasi ad esorcizzarlo) - era accanto alla Basilica di S.Eufemia.
Ovvio lo svilupparsi di storie su esseri fantastici e orribili e su personaggi che avevano a che fare con loro.
Nell' immaginario gradese di un tempo c'era spazio anche per fate e faduni, per strighe e strighissi.
Una di queste storie che non si sa fino a quanto sia vera o falsa è la nomea di Strega che accompagnava Maria Melissa dita...Bela (1845-1925): la prima vecia Bela, co' fama de striga.
E qua le storie de ela che la guariva le malatie, che la diventeva gato, ecc. ecc. e no' feva dormì i fantulini.
Sull' Isola dei Belli (ora all' interno della Valle Noghera residente la famiglia Sanson) chiamata così con ironia per la proverbiale bruttezza di alcuni suoi abitanti, abitava un tempo la vecchia Bela, una donna considerata una strega, che si diceva faceva alzare i venti, rendeva infruttuosa la pesca di chi non era gentile con lei.
Un fatto, non confermato ma raccontato come fiaba, dice che, visto che disturbava la pesca dei suoi figli con il rumore, abbia fatto precipitare una volta un ricognitore austriaco con un solo gesto della mano.
"quando pasevemo cò la batela, vignindo de Anfora, traversevemo, pè 'ndà più stieti, oro Morgo, drio la mota de i Beli. Le mamole a bordo le ne pregheva, ma proprio de quà vemo de passà, 'ndemo pè canal e garghe volta, cò meso scuro, girevemo strada.
La gera picola, col fasoleto nero in testa, cò le cotole e col zendal duto ingrispao (traversa) quel che useva le vecie".
Ci si può immaginare il viso della vecchia Bela, verosimilmente sgradevole per gli anni e le offese ricevute dai pregiudizi crudeli, e c'è da augurarsi che chi la ingiuriava come portatrice di scalogna sia veramente tornato spesso a casa a mani vuote.
La cattiveria verso chi è segnato dal marchio di portasfortuna è un razzismo peggiore del rifiuto.
Viaggiare e raccontare è come vivere, non tralasciare.
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