17 dicembre, 2017

REliquie e tesori

Il   Tesoro del Duomo di Grado è una raccolta straordinaria di reperti che vanno dalle capselle in oro dei Santi Canziani con il loro contenuto di lamine d'oro, la reliquia della S.Croce donata da Eraclio assieme alla cattedra di S. Marco, laStauroteca Bizantina, l'Evangelario del X/XI sec, la Coperta dell'Evangelario in argento del XIII sec, la cassa reliquiario dei SS. Patroni, la pala d'oro del 1372, il reliquiario del braccio di San Pietro d'Alessandria  accanto a calici, ostensori, turiboli e navicelle tardo rinascimentali, paramenti sacri per le grandi manifestazioni liturgiche.

Tutto questo è stato gelosamente custodito per 1500 anni.



L'origine del tesoro  si fa risalire al 568 e si può ricondurre ad un evento decisivo, il Patriarca Paolo fece pianta stabile a Grado rinnegando Aquileia minacciata dai Longobardi portandosi dietro le reliquie dei santi e soprattutto quando nel 606 il Patriarcato si spaccò in due metà fieramente contrapposte e sarà proprio sul possesso del tesoro oltre che sul diritto al titolo di Patriarca che s'inasprirà il conflitto secolare tra le chiese consanguinee di Grado e Aquileia. 


Il tesoro ha una storia lunga fatta di ruberie da parte di nemici e di amici e per salvaguardarlo è stato nascosto a tutti per lunghissimo tempo.

sintì quà:

Dopo che 'l Piovan Matio Maroco 'l veva proposto de vendelo per comprà roba de magnà ai timpi de la granda caristia del 1817, al tesoro de la Ciesa (quel poco che gera restao de le robarie dei nemissi e de i recuperi de i amissi) al gera stao sconto, 
Ai timpi de le prime guere cò i Piemuntisi, in t'una picola cela de sora del diaconato in Ciesa De le Grassie, cela che la gera in comunicassion, traverso una portissuola, co la casa de la famegia Lugnan, desso demulia (davanti all' Androna).
Incora incuo se veghe 'sta portissuola, sul drio de la ciesa, a circa 7/8 metri de tera, e se veghe anche un barcunsin che al varda verso siroco.

STa cela la ze stagia fata nel 1828, cò gera scuminssiae le prime rivolussio 'nti i vari stati 'taliani.
Su un travo in sta cela, se pol incora leze una scrita fata col scarpelo che la dise:



"Fata dal Piovan  Maroco- 1828"

Le immagini sono tratte dal libro "Il Tesoro di Grado" di Ezio  Marocco

Nessun commento:

Posta un commento