25 luglio, 2018

Racconti a due facce



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Capita che una sera, senza un vero motivo, ti trovi a girare per il paese nel quale sei nato e cresciuto e dove ancora vivi, rendendoti conto che lo stai guardando con quella specie di curioso stupore che ti segue quando visiti un posto nuovo, non importa se questo sia una città o un paesino della provincia isontina.

Capita allora che ti venga la curiosità di sapere come, quelle persone che tu conosci nel modo irregolare e strano di questi tempi cosiddetti sociali, vedano il Paese , su cosa si sono fermati i loro occhi, quali luci hanno visto, che particolari hanno notato.

E pensi che sarebbe bello provare a fare un esercizio di parole, pensi che si potrebbe provare a fare un racconto a due facce, uno quello strettamente fotografico, ed è un punto vista, poi quello narrativo, un secondo punto di vista, fatto da un altro che descriva con le parole le sensazioni del fotografo.

Poi parti contattando gli amici e chiedendo loro di produrre a loro modo il tutto.

Il risultato di un paio di mesi di contatti, lavoro e immaginazione è questo libretto.
Quale sia il risultato non lo so. 
So che è stato bello farlo, so che è stato bello ricordare che Grado è un bel posto, basta saperlo guardare, basta volerlo dire.

Ringrazio tutti gli amici che hanno voluto partecipare , chi fotografando chi scrivendo, a questo piccolo esperimento di comunicazione in collettivo.

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