26 febbraio, 2021

Al Re paro


Francesi non hanno fatto altro che Riprendere un incompiuto progetto veneziano di qualche decennio prima, e non l'hanno fatto per motivi umanitari ma per loro ragioni militari; difatti in questa logica difensiva rientrò anche la demolizione della chiesa di San Vito, del VI secolo, e quella, per la verità già cadente, di San Gottardo, d'epoca rinascimentale; anche il Palazzo, pure malridotto, fu quasi totalmente demolito e trasformato in fortino..

da -Cristiano Meneghel: In realtà la "diga napoleonica" è un mito...bel mito...ma sempre mito...come ebbi modo di dimostrare a sui tempo su questi schermi in epoca napoleonica non si fece altro che gettare una malandata scogliera sui 
In realtà la "diga napoleonica" è un mito...bel mito...ma sempre mito...come ebbi modo di dimostrare a sui tempo su questi schermi in epoca napoleonica non si fece altro che gettare una malandata scogliera sui masegni già veneti di quegli "arzeri" gettati a regola d'arte a partire dal 1756 "alla maniera di Pellestrina" da parte dei Savi ed Esecutori alle Acque della Serenissima. Ora se consideriamo che della stessa epoca è la diga di Caorle dobbiamo considerare, anzi, che se la Serenissima non fosse caduta preda dei francesi, Grado avrebbe avuto un "reparo" in malta idraulica molto prima del 1812 e molto ma molto prima della diga austriaca (anche quella ovviamente scopiazzata da progetti veneziani settecenteschi....daltronde che volevamo sperare da un popolo alpino che di mare poco capivano?). In effetti come ebbe a dire Sulkovsky, Grado abbisognava di un riparo: ma l'opera realizzata più che altro non fu che un frangiflutti più che un'opera di difesa organica che probabilmente nella mente di la idea ideò doveva però possedere anche valore di costruzione ai bassi lidi gradesi già assaltati poco prima dagli inglesi.

"al Reparo", oggi denominato passeggiate a mare "là del Fortino";la del castelletto, scalinada de la casabalilla"  una zona indicata come reparo diga;ze anche "l'ultima de la schiena, tra il mare e la Laguna.

 Un   alchimia di  domenico marchesini in lettere graisane antiche:


Per fah a nasseh l'erba 

Da de '1 Reparo
 No 'i ha catao scrimia 
o no 'i veghe ciaro; 
'l ha ben salisao Co inzegno una stra
 Che issah val le case
 E i so fundi se sa. 
E ze una vergogna
 De i comandauri 
Che 'i sente e no 'i bada 
Cunsilgi e clamuri, 
Comò fra i litizi 
Co torto O razon 
Per quel Batistuta 
Che ze al Fossolon. 
* * * 
Qua, colpa ste suche 
Ze aval monarchia 
Che '1 pie in Muniçipio
 Va per denastia; 
Scrivan, podestae,
 Deputai ze un'union

E quisti ogni totolo 
Gode a so bon. 
Sti doti riginti, 
De sienza, ben digo, 
Sti 'nsiti adorai 
Fra tanto caligo, 
Cu sa afah la soma, 
Cu afah '1 calegher, 
Cu 'ntaca butuni,
 Cu fa '1 campaner. 
Si queste sapienze 
De laura e çitae 
Che al zuogo de stropa
 'Le ze 'ndotorae 
'Le sta in sta baraca 



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