Rimedi contro i malanni
Raffreddore.
Si prende una mela cotta, la si pela e la si taglia a pezzettini mescolati con un po’ di olio di mandorle.
Bambini col “late ingropà”.
I bambini hanno male di pancia. Gli si da un infuso fatto da tre dita di acqua e tre foglie di “lavrano (lauro). A piccole dosi ogni quarto d’ora a cucchiaini.
Vermi.
Tre dita di latte e un po’ d’aglio. Lasciate bollire e dare l’infuso ai bambini a digiuno. Altro metodo: latte di capra e tre chiodi bollenti dentro il bicchiere. Altro metodo: si prende un verme del bambino, lo si fa seccare su un qualcosa vicino al fuoco, lo si riduce in polvere e lo si da al bambino a digiuno. Se il bambino “ga i vermi, questo li para fora tuti quanti”. Altro metodo: cucinare assieme olio e aglio e ungere il preparato sull’ombelico del bimbo, alle tempie, sotto il naso e sulla gola. Altro metodo: 10 vermi di terra, aglio e olio; il tutto cucinato e unto attorno ai polsi, sotto le ascelle, sotto la gola e sotto le piante dei piedi.
Pazzia.
Bagni di ghiaccio sulla testa e una sanguisuga o due messa sulle dita dei piedi e appena sotto il polpaccio.
Per i bambini che non vogliono saperne di prendere il sonno.
Il germoglio di un papavero senza semi, acqua e zucchero.
Mal del simioto.
Il “mal del simioto” è quando un bambino mangia e non si ingrassa mai (cò se ghe conta e contesine). Con l’olio di mandorle si massaggia il bambino dalla pancia verso la schiena e da dietro la schiena dall’alto al basso. Massaggiare l’osso sacro tentando di spingerglielo dentro. Questo per 8 mattine di seguito. Le donne che guariscono i bambini da questo male dicono che il “simioto” (gorilla o grande scimmia) si appoggia all’osso sacro e, dicendo parole tipo “psz, psz”.
Tosse pagana.
La bava dei cavalli è un ottima medicina. La si raccoglie dopo che i cavalli hanno bevuto in un secchio e se ne prende un bicchiere alla mattina e due dita alla sera e ogni 3 giorni si sospende. Si beve un po’ d’olio di lino così che la tosse “ se indebolisse”. A molti invece della bava del cavallo gli si da da mangiare nella scodella dove aveva mangiato il cane e da bere dove aveva bevuto il cane. E se il cane è nero, si dice, è meglio. In sostituzione a tutto questo si npuò bere dell’acqua con un infuso di bastoncini di ciliege.
Verme solitario.
“Per sto vermo no ghe se quanto el scorso de la raise del pomo ingranà selvadego” (la soluzione sta nella radice del melograno). Bollire quindi la scorza della radice e berne l’acqua alla mattina a digiuno finché il “vermo no se consuma in corpo”.
Malavoglia.
Quando i bambini non sanno mai cosa vogliono e poco appetito gli si da masticare un graspo d’uva senza uva la mattina a digiuno.
Mal del molton.
Il “mal del molton” è un gonfiore al collo che non da dolore ma porta febbre. Si prende una pezza con del bianco d’uovo sbattuto e la si lega sul collo fino a quando “el colo se sfanta”.
Paura.
Se i bambini prendono paura gli si da un po’ di acqua e vino e il giorno dopo un purgante. Se i bambini sono più grandi allora si possono dare fino a 3 bicchieri di vino, si portano a letto e si osserva che sudano.ì
Porri.
Per farli andare via si usa del sangue di maiale appena ucciso o latte di fico crudo messo sopra il porro.
Rusioi.
I rusioi sono dei brufoletti agli occhi che fanno molto fastidio. Rimedio: mettere l’occhio nella boccetta piena d’olio per 3 mattine a digiuno, quando si guarda dentro si sputa per terra e si batte il piede per 3 volte.
Peoci e gendene.
Rosso di uovo sodo e strutto, si mescola bene bene e lo si spalma sulla testa. Si copre la testa con un fazzoletto e si va a letto. Alla mattina vi ritroverete tutti i pidocchi e altre bestioline tutti morti tra i capelli. In alternativa si può usare aceto e tabacco con un infuso di fiori.
Rogna.
“Gratando se va in gloria”. Infatti la rogna Fa bene al sangue (purga el sangue) e bisogna tenersela per un po’. Oleandro macerato nell’aceto per ottenere una pozione che vi farà passare la rogna.
Tegna.
E’ uno sfogo del sangue. Per sconfiggerla: ungere la testa di olio da cucina e asciugarla con un po’ di farina di fava. Altrimenti: scorze di melograno messe nel vino per 24 ore e lasciato a bollire. Tutto va messo, una volta raffreddato, nei capelli.
Mal di gola.
Masticare un po’ di foglie di carciofo selvatico succhiandone il succo.
Solana (scottature).
Acqua e aceto in testa e bere tanto caffè.
Per fortificare i nervi.
Una volta ucciso un bue gli si taglia all’altezza del ginocchio con un coltello affilato e gli si prende quella roba bianca che se ne esce. Con questa bava bianca ci si strofina il corpo. Ne uscirete tutti fortificati.
Morsicatura di cane rabbioso. Lavare la parte interessata con acqua e aceto. Prendere un po' di pelo del cane rabbioso che ci ha morsicato e lo si lascia appoggiato (e legato) nella parte dolorante.
Puntura d'ape. Si prende una chiave "maschia" e la si spinge nella carne dove c'é la puntura in modo da disegnare quasi una croce. Altrimenti: acqua e sale o acqua e aceto.
Morsicatura di scorpione. Pezza bagnata e olio di fico. Prendere un po' di scorpioni, metterli in un vaso pieno d'olio ancora vivi, chiudere il coperchio. Loro divengono "rabiosi" che, morendo, rilasciano il veleno. Quest'olio è il rimedio per qualsiasi taglio o morsicatura. Più l'olio invecchia più è buono.
Punture di ago o di forchetta sotto le unghie. Battere forte le unghie e provocare la fuoriuscita di "sangue cativo". Mettere sul male un po' di cerume prelevato dalle proprie orecchie.
Tagli fatti con chiodi arrugginiti o vetro. Sempre col cerume.
Come levare le schegge dalla carne. Resina di albero messa "sol mal".
Scottature. Se ci si scotta un dito lo si strofina sui capelli e basta. Se il fatto è più grave del previsto si appoggiano delle foglie di verza o cavoli sul dito. Se invece si forma la bolla ci si mette un unguento fatto con olio e acqua. In alternativa: olio, acqua, lardo "maschio" e lo si sbatte ben bene. Per le scottature più gravi: si raccoglie lo sporco che c'é attorno il condotto di una latrina e lo si appoggia sulla scottatura. Si infascia la parte malata e la mattina dopo tutto è passato.
Ematomi.
Se la botta si trova sulla testa ci vuole acqua, aceto e sale da spugnare nella zona interessata. Se si nota del sangue allora si può aggiungere un’alga di barena. “Se la bota fa saca” si usa imprimere una vera da matrimonio a mo’ di croce per tre volte.
Tagli.
Sempre cerume, o, in alternativa, olio di scorpione (olio dove sono stati deposti scorpioni vivi) e un po’ di ragnatele.
Starnuto.
Mai guardare uno che starnuta, potrebbe farlo smettere. Quando uno starnuta, “chel giorno nol mor”.
Sbadiglio.
Lo sbadiglio dipende dal sonno o dalla fame. Quando si sbadiglia bisogna aprire il meno possibile la bocca altrimenti c’è il rischio che ci restate colà bloccati con la mandibola. Uso vecchio: farsi il segno della croce una sul naso, una sulla bocca e una sullo sterno. Uso nuovo: una sola bocca e basta.
Singhiozzo.
Sette sorsi d’acqua senza interrompersi e mettersi subito dopo un limone vicino alla bocca. Il singhiozzo “straeassa” anche quando uno vi fa arrabbiare. Se uno è in pericolo di morte e ha il singhiozzo gli manca tre giorni per morire.
Bile.
Se uno ha un attacco di bile nulla di meglio è un bicchiere di acqua e limone. Se a uno non piace il limone gli si da a bere un paio di bicchieri di vino.
Mal di fegato.
Acqua bollente e salvia la mattina a digiuno.
Per “purgare il sangue”.
Bisogna fare la pipì molto spesso. “Chi vol star san, pissa spesso come un can”. Acqua di asparagi addolcita con del miele. Acqua di radicchio. Ortiche bollite da mangiare come un’insalata. Anche l’acqua di mare fa bene: da mezzo bicchiere fino a due al giorno.
Naso occluso dal raffreddore.
Un po’ di zucchero sulla stufa e aspirarne in fumo.
Sangue da naso.
Si prende un paio di pagliuzze e le si appoggia sulla testa di chi ha sangue da naso senza che se ne accorga. Se non passa si mettono degli asciugamani bagnati in testa. Se il sangue da naso continua si butta dell’acqua fresca sulla nuca in modo che scorra sulla schiena. Se proprio non passa si mette ad essiccare il proprio sangue nel fuoco e lo si da da tabaccare.
Febbre.
Sette grani di pepe da mandar giù a digiuno una mattina, nove la seconda e unici la terza. In alternativa: sei o sette spicchi d’aglio alla mattina sempre a digiuno. In alternativa: 5 spicchi d’aglio pestati assieme con della cenere e messa attorno al dito anulare della mano sinistra per un giorno o due. In alternativa: legare sul corpo dell’ammalato una rana viva messa su un sacchettino. La rana assorbirà il male e morirà stecchita. Per la febbre fa bene bere anche un po’ di urina (la propria se uno no fa piacere bere quella dell’amico).
Strappo alla schiena.
Cenere ben calda messa su un fazzoletto sporco. In alternativa: olio caldo con cenere. In alternativa: stoppa e catrame (quello degli squeraroli) e messa sul male. Il dolore si acuisce il primo giorno ma il secondo scompare.
Dolori articolari.
Scaldare del fango e metterlo nel male. In alternativa: cacca di mucca bella calda. Può essere utile fare dei massaggi con olio.
Dolori interni alle ginocchia.
Bagni caldi con aceto e rosmarino. Molti invece preferiscono la bava bianca di mucca appena ammazzata, quella che viene fuori quando si taglia il ginocchio della mucca.
Calli.
Le foglie del carciofo selvatico messe sopra il callo. In alternativa una fettina di limone può mellificare il callo che poi verrà asportato con l’unghia.
Sudore ai piedi.
Un foglio di giornale con della semola di farina bianca messo sotto la pianta dei piedi far andar via il sudore. Ma fermare il sudore non fa bene.
Emorroidi.
L’acqua di mare riscaldata e messa a evaporare sotto il sedere mollifica le emorroidi. Le rende molli pure la poltiglia di carciofo selvatico. Molti usano mettersi in tasca un paio di marroni. Ma le emorroidi sono anche uno “sfogo de sangue” che fa sempre bene. Chi ha le emorroidi interne con fuoriuscite di sangue può cercare di mangiare due o tre cipolle bianche cucinate sotto la cenere per 20 giorni. In alternativa: acqua di cipolle ogni mattina a digiuno.
Male alla vescica urinaria.
Cipolle crude o cotte nella cenere e condite con olio ma senza aceto.
Mal di denti.
Si può usare di tutto: cenere, aceto, sale, scolo di pipa…ma per il mal di denti ci vuole “succo di tenaglia”. Il proverbio dice: i cali tagliarli, i denti cavarli.
Debolezza di vista.
Tamponarsi gli occhi ogni mattina con un decotto fatto di vino bianco e scorza di tronchi di cavolo. In alternativa tamponarsi gli occhi con urina ancora calda. Chi si sente gli occhi stanchi può tenere la testa sotto il vapore del caffè.
Calvizie.
Per fortificare la pianta dei capelli si prende dell’olio bollito assieme a radici di radicchio. Una volta raffreddato il tutto fa frizionato in testa. Midollo di manzo e vino rosso: con questa pastella ottenuta si massaggia il cuoio capelluto. In più i pidocchi spariranno.