30 aprile, 2021

la spiaggia ed un bambino

Io non ci vado spesso in spiaggia, ma una passeggiata sulla diga ad osservare i  girobagnanti sulla riva la faccio spesso, mi è capitato di osservare una scena‚ che merita di essere raccontata:


Il bimbo è un angelo al massimo duenne, pautello e tranquillo. Ha il suo secchiello, è seduto in riva al mare e "sbatocia" allegro con la sabbia bagnata, impastandola con le manine senza altro fine che divertirsi. Infatti si diverte un mondo e non dà fastidio a nessuno. Finché non arriva il padre o presunto tale, fino a quel momento impegnato a farsi i cavoli propri e ahimè invece improvvisamente deciso a farsi quelli del piccolo. 

«No, ma non si fa così! Così non riesci a costruire un castello!» dice il genitore competente, che subito comincia a smanacciare con il secchiello del figlio per costruire una torre. Il piccolo lo guarda perplesso, anche perché di costruire una torre non gliene frega assolutamente nulla, essendo tra l’altro in un’età in cui il conce‚o di “torre” e “castello” è di là da venire, e c’è solo una enorme distesa di sabbia in cui aondare le manine e divetirsi. 15 Quindi prima guarda con la faccina triste il padre che capovolge il secchiello, poi, una volta che il padre ha costruito la torre e la fissa sentendosi un archite‚o aermato, si alza, tro‚ola di fianco alla costruzione e con un ben assestato colpo di piedino la bu‚a giù e poi ci si siede sopra, ridendo a più non posso. «No! – sbo‚a il padre – non si fa!» e inizia a sgridarlo neanche avesse distru‚o la casa di famiglia. Il piccolo ovviamente non capisce cosa ha fa‚o di male, e quindi, lui che fino a quel momento era stato tranquillissimo, scoppia in un pianto disperato, urlando come un ma‚o. Il piccolo, intanto, non potendo più giocare con la sabbia bagnata, inizia a giocare con quella asciu‚a, prendendola con i pugneࢰ e ࢢrandola addosso a chiunque passi. Quando qualcuno alla fine si lamenta, la madre inizia un liࢢgio accusando tuࢰ di essere razzisti e intolleranti nei confronti dei bambini. Seguono dieci minuti di insulࢢ incrociti, bofonchiati a voce più o meno alta, un ttti contro tutii in cui ci si rinfacciano presunte colpe che risalgono ai tempi di Adamo ed Eva, e forse un po’ più su. Il piccolo ha smesso di piangere, nel fratt‚empo. Guarda gli adulti.

 Negli occhi gli leggi il terrore di diventare così.

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