09 aprile, 2021

la QUABITA


Ringraziamenti a Maria Stiata e alla Bavisela,  sono solo un appassionato del mio Paese, certo che le memorie vanno conservate e trAMANDATE AI FIGLI.  per la diffusione di questi frammenti della nostra storia IO USO STRUMENTI CHE LA MoDERNA TECNOLOGIA MI METTE A DISPOSIZIONE. il computer lo smarthfone e i social.

Negli anni 



C' è scritto ben poco della storia della gente di Grado  tutto si tramandava oralmente, così, per rendere più efficaci racconti di fatti che dovevano fare un lungo percorso nel tempo e passare da generazione in generazione, li si condiva di mistero e di complesse liturgie mistiche.


Vediamo le fasi di un rito propiziatorio un po desueto e pochissimo conosciuto: La Quabita


Alle volte, nonostante la grande perizia che poggiava su conoscenze sperimentate dal tempo, c'erano dei fenomeni atmosferici molto temuti dai pescatori contro i quali si usavano degli espedienti che potevano essere considerati dei veri e propri riti in cui religiosità e magia erano fuse insieme. 


Uno di questi è chiamato la Quabita ( una traduzione possibile del termine è:  cantilena) e i pescatori lo usavano contro temporali minacciosi, trombe marine, ma soprattutto contro "le saete"  per la salvezza di tutti coloro che erano in mare.


Il rito veniva compiuto da un vecchio pescatore che disegnava sulla sabbia il Gropo de S.Simon in riva al mare poi, voltando il capo all'indietro, colpiva con un coltello il centro di questo disegno, nel mentre pronunciava:

S.Barbara e S.Simon deliberene de sto lampo e de sto ton e de sta saeta, S.Barbara benedeta.

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