19 luglio, 2021

la sardina sottolio

 O tu, silenziosa amica che giaci nelle nostre dispense, a volte negletta, assieme alla tua compagna di sempre, la scatoletta di tonno, a te va il nostro plauso e il nostro elogio, e la nostra eterna riconoscenza.

Tu, tacita complice, che modesta ci sorridi dagli scaffali, ammantata d’alluminio: dimessa, nascosta, immersa nel tuo sudario d’olio, e ti infili nelle nostre borse della spesa quasi di sguincio, come un bene necessario e perciò spesso dato per scontato.

Tu che sempre sei amica dei pigri e dei single, e sgusci via dal vasetto per nobilitare i piatti più frettolosi: tu che con la tua sapidità improvvisa nobiliti le aglio e olio dell’ultimo minuto, ti fondi con la mozzarella sulle pizze, abbracci i formaggi più vari, elevi il panino con l’uovo a manicaretto.

Tu che sei democratica, perché ben disposta sia con chi di cucina ne sa che con chi non tocca pentola, e a tutti vieni in aiuto., la tacita complice è il nuovo Mondo di Galatea in un bel  rosa democratico.

Tu che gli chef snobbano, che non ti ammanti di preziose impiattature, che ami le cose semplici, che non sei schizzinosa e ti accoppi in un po’ a caso, con quello che c’è in frigo, che salvi le cene improvvisate e sfami gli ospiti capitati a casa senza un avviso, ma poi sei in grado di far la tua figura nel bel mondo, quando ti stendi su letti di preziosa burrata, o su pani casarecci ancora caldi.

Tu che sei un sunto di ciò che è la vita vera, perché come quella sei bella e buona, ma piena talvolte di spine impreviste e celate, e però ti sciogli, poi, all’improvviso, per un abbraccio, di olio o di burro. Tu che sei femmina, perché condisci e consoli, ma sai anche dare una sferzata di gusto quando è necessario, e sei quindi materna ed imprevedibile, tutto assieme.

Tu che noi amiamo, anche se spesso ci scordiamo di dirtelo, come si fa con le persone e le cose che sono il perno della vita.

E così taciamo. Anche perché con la bocca piena, parlare è complicato, ecco.

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