le scusse in riva con nonno pietro
Non è che si facessero qualche ora di voga per poi ritornare a tasche vuote, e poi con la vitale conoscenza della meteorologia ed il respiro delle maree, con il mare non si scherza. Ricordo che durante la raccolta si portavano legata sul fianco una bottiglietta d’olio perché in certe stagioni li poteva repentinamente sorprendere la nebbia di mare e quindi perdere l’orientamento e non sapere più dov’erano finiti, dove il mare e dove la terra. Versando un po’ d’olio nell’acqua, si appiattivano le increspature e potevano così determinare la direzione della marea e delle correnti dal fluttuare delle alghe ed alla cieca così arrivare salvi a riva.
E da piccoli, raccogliendo i molluschi con i grandi, si faceva presto a diventare esperti, bastava portar loro tutti fieri un conchiglione liscio ed arrivava automatico il rimprovero: “Ma non vedi che è una capa de morto?”, per apprendere la prima lezione di biologia.
Mi piace ricordare alcune poesie di Salvatore Degrassi, tratte dai suoi Lunari de Gravo.
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