08 aprile, 2023

IL CAMPANILE

Sono   tempi questi dove un tutore è necessario per vegliare sui nostri destini, noi "graisani" siamo fortunati abbiamo l' anzolo S. Michele che dal 1460 veglia sulle nostre sorti, con discreto successo, chè nonostante tutto siamo ancora qui a continuare le nostre baruffe.


Vediamo la storia di quest' Anzolo a tutti noi così caro: 


Nel 1460 i Veneziani fecero riattare il campanile di Grado e sulla sua cuspide collocarono, a mo' di segna-vento, un angelo di rame con anima di legno ruotante su di un perno. 

L'Angelo, alto circa un metro e mezzo, in metallo cavo, raffigurava l'Arcangelo S.Michele che indicava con il braccio e l'indice destro distesi la provenienza del vento, per effetto della resistenza all'aria offerta dalle ali semispiegate. 


Bruno Scaramuzza, con la solita gentilezza mi fa annotare:


 Dall'inedita Storia di Grado (1862) di Pre Matteo Corbato:

 

"Non avendo a disposizione documenti di Archivio (bruciato dagli Inglesi nel 1810), i vecchi viventi ragionando del nostro campanile ci fan sapere, avendo co' loro occhi veduto, che l'Angelo attuale di rame, fu messo in luogo dell'antecedente nell'anno 1791 in cui un fulmine incendiò l'interno del vecchio Angelo ch'era di legno, il quale ardendo gettò giù a pezzi le lamine di rame, di cui esternamente era coperto. 

Nel 1797 poi un uragano avendo piegato il palo ossia perno che lo sostiene per cui l'Angelo era pur piegato, questo fu motivo per cui venne tirato giù lo stesso Angelo, e tornato a metterlo su, nel qual incontro fu restaurato anche il campanile. L'ultimo restauro fu fatto nel 1860 in cui si spendettero fiorini 1.000, restauro però non ancora completato per mancanza di mezzi".

Questo è quanto apprendiamo dal buon Pre Matio dii Sucuni


Nel 1875 esso venne sostituito dall'attuale manufatto alto 2,80 mt, pure esso in rame cavo, opera dello scultore udinese, Olimpio Cescutti, recante un giglio nella mano sinistra che si spezzò durante una bufera di vento e cadde senza provocare danni


Riparato sul posto una prima volta dall'artigiano Tripoli Zorzini nel 1951, venne poi rimosso dal suo sostegno portato a terra e nuovamente riparato, ricollocandogli il giglio in mano dallo stesso artigiano nel 1967. 


A quest'Anzolo noi graisani siamo attaccatissimi, gli attribuiamo un enorme potere di attrazione e la nostalgia di cui tutti più o meno soffrono quando sono lontani dall'isola. 


Dall' alto dei suoi 43 metri San Michele vigila sui destini del paese che si stende sotto di lui. 


Da secoli alla sua ombra ferve una vita operosa con un susseguirsi di grandi e piccoli avvenimenti che formano la storia della nostra Isola. 


San Michele guarda, richiama e vigila che nulla vada perduto di quanto di buono vi è nei Gradesi e che deve restare il nostro patrimonio spirituale nei secoli.  


Gli ultimi momenti tempestosi dell' Agelo Vecio nel  1797  li ho immaginati così:




Gera un anzolo vecio, cò al peto pien de segadura

e culpi de tosse, cavili de stopa zala, 

nissun ricordo de zoventù.

Al pativa de solitudine, de veciaia.

Al longo e bel corpo de la so Isola

no lo consoleva più della sova solitudine.

Al gera inconsolabile fin in te 'l anema,

che al 'veva ramosa.





Al gera, quela note là in alto, al centro del sielo

che pareva, co duti i nuoli, imenso.

Un strano silensio de atesa. 

A un trato, 

L' Anzolo l' ha tirao un respiro profondo, l' ultimo, 

e  no podendo ne volendo scampà 

la ciapao al fulmine in pien peto,  

tra i mile coluri del fogo al ze scopiao,


ne veva viste massa!

 

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