31 maggio, 2023

NUOVO GRAISANITA


 Chi avrebbe immaginato che Fossalon, oscura frazione agricola, nota solo per la Festa dell’ asparago, sarebbe divenuta la prima città della Regione, popolata da quattrocentomila abitanti, dediti allo sfruttamento degli immensi giacimenti petroliferi scoperti per puto caso da un bird-watching?


E’ incredibile osservare come nel volgere di pochissimo tempo l’ intera economia di Grado e del Friuli Venezia Giulia abbia cambiato volto.


E chissà che direbbero i nostri vecchi nel vedere la superstrada a quattro corsie per senso di marcia che collega Grado Fossalon a Monfalcone, senza parlare della metropolitana di superficie, della costante presenza di pattuglie armate per la sicurezza dei cittadini.


Il povero Angelo S.Michele, che ha sempre dato il benvenuto a tutti graisani e foresti, è stato sostituito da un gigantesco edificio costruito al posto del vecchio porticciolo, un grattacielo di quaranta piani che da lavoro a cinquemila persone.

Eh! il progresso porta grandi cambiamenti negli stili di vita e in parte ci si rammarica di alcune modifiche del comportamento:  

imbastardimento del dialetto, deterioramento dei rapporti umani, crisi di identità culturale.


Vien quasi da rimpiangere tutte quelle denunce anonime che tanta gente faceva (oh! in tutta segretezza e discretamente) per rimarcare ogni debolezza umana, dalla musica fuori orario allo spostamento non autorizzato di banchi di sabbia.

Cari vecchi inguaribili romantici!

Oggi tutti è automatico ci sono sensori e telecamere dappertutto, ma è per la nostra sicurezza.


Era bella però Grado quando un po di rumore allietava la nostra vita e ci faceva vincere la noia.

Mi ricordo i comitati per la salvaguardia di qualsiasi cosa, che tempi , abbiamo perfino promosso una campagna per difendere la Villa Marchesini, con il suo cubismo alla cazzo-simil lavatrice, ultimo esempio di “Art Brut” di fine secolo.


Anche se l’ aria puzza più che in una raffineria, i fumi e l’ inquinamento sono superiori a quelli della Ruhr in tempo di guerra, noi dobbiamo stare ben fermi sulle radici,  dobbiamo difendere il cambiamento puntando su quello che è la nostra base e stile di vita, il valore dei valori:

LA GRAISANITA’.

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