30 luglio, 2023

IL CAMPANILE DI GRADO

 

La  storia, si sa,  la scrivono i vincitori, ma certe storie venivano letteralmente piegate per piaggeria a favore dei potenti di turno (capita anche oggi), così  a rileggere le cronache antiche con un occhio ironico, oltre che a far sorridere,  può capitare di ritrovare un fondo di verità.


"Così il Popolo gioiva ... Dal 727 al 1445 l'Isola ebbe 60 Patriarchi

Dico sessanta! ..... "Chichìricchì ...la gallina Santa!" 

Il primo Patriarca fu Secondo ... "Come secondo!!!


Sì... volevo dire ...Il primo Patriarca fu Secondo di Saluzzo e via via tutti gli altri - Niceta, Helia e Macedonio greci, Pietro d' Almy e Frà Vassely de Franza ... Vitaliano della Lucania e poi, Marcelliano e Paolino romani... - "E te pareva! .. - 


E fra tanti personaggi illustri e cosmopoliti, non poteva mancarne uno di origine isolana.

Il grande Patriarca Gradenigo della nobile famiglia Romano-Gràdense dei Gradonici 


Egli dimostrò un amore viscerale per le sue genti e per la sua Isola ... 

Tanto che fu il primo patriarca a lasciare la sede di Grado per stabilirsi a Venezia! 

Povera Isola del sale ... pardon .. del Sole!

... Con la dipartita del Patriarca per altri lidi .. anzi, precisamente per il Lido di Venezia ... anche i già presenti "portaborse" e affaristi-furbacchioni abbandonarono l'Isola per stabilirsi nella "niova capital Vinessia" ...


Là, dove il Leonealato ruggiva e la moneta girava.....( le cronache riportano che anche una parte della famiglia Lugnani  seguì il grande Patriarca,  eee   meee....).



Liberamente tratto dalla Commedia"Duemila anni di Sabione"di Giovanni Marchesan - Stiata -  cronache storiche (scritte da parenti) dei Gradenigo e della loro corte dei miracoli.


           Buora .. umiditàe,calìgo

Gradense sì! .. ma mona nò! 

Ve saludo ..Adio amigo!... 


A Vinessia vago 

Là xe Vita,la Dogaressa La Biennale 

A qua no stago 

A Grao se vive male

Adio amigo 

Me me ciamo Gradenigo 

E savè quel che Ve digo?

'Sto paese no val un figo! 

Adio Grao... Grao 

Belo de fora ... 

Drento s...magliante! “



Sono   tempi questi dove un tutore è necessario per vegliare sui nostri destini, noi "graisani" siamo fortunati abbiamo l' anzolo S. Michele che dal 1460 veglia sulle nostre sorti, con discreto successo, chè nonostante tutto siamo ancora qui a continuare le nostre baruffe.


Vediamo la storia di quest' Anzolo a tutti noi così caro: 


Nel 1460 i Veneziani fecero riattare il campanile di Grado e sulla sua cuspide collocarono, a mo' di segna-vento, un angelo di rame con anima di legno ruotante su di un perno. 

L'Angelo, alto circa un metro e mezzo, in metallo cavo, raffigurava l'Arcangelo S.Michele che indicava con il braccio e l'indice destro distesi la provenienza del vento, per effetto della resistenza all'aria offerta dalle ali semispiegate. 


Bruno Scaramuzza, con la solita gentilezza mi fa annotare:


 Dall'inedita Storia di Grado (1862) di Pre Matteo Corbato:

 

"Non avendo a disposizione documenti di Archivio (bruciato dagli Inglesi nel 1810), i vecchi viventi ragionando del nostro campanile ci fan sapere, avendo co' loro occhi veduto, che l'Angelo attuale di rame, fu messo in luogo dell'antecedente nell'anno 1791 in cui un fulmine incendiò l'interno del vecchio Angelo ch'era di legno, il quale ardendo gettò giù a pezzi le lamine di rame, di cui esternamente era coperto. 

Nel 1797 poi un uragano avendo piegato il palo ossia perno che lo sostiene per cui l'Angelo era pur piegato, questo fu motivo per cui venne tirato giù lo stesso Angelo, e tornato a metterlo su, nel qual incontro fu restaurato anche il campanile. L'ultimo restauro fu fatto nel 1860 in cui si spendettero fiorini 1.000, restauro però non ancora completato per mancanza di mezzi".

Questo è quanto apprendiamo dal buon Pre Matio dii Sucuni


Nel 1875 esso venne sostituito dall'attuale manufatto alto 2,80 mt, pure esso in rame cavo, opera dello scultore udinese, Olimpio Cescutti, recante un giglio nella mano sinistra che si spezzò durante una bufera di vento e cadde senza provocare danni


Riparato sul posto una prima volta dall'artigiano Tripoli Zorzini nel 1951, venne poi rimosso dal suo sostegno portato a terra e nuovamente riparato, ricollocandogli il giglio in mano dallo stesso artigiano nel 1967. 


A quest'Anzolo noi graisani siamo attaccatissimi, gli attribuiamo un enorme potere di attrazione e la nostalgia di cui tutti più o meno soffrono quando sono lontani dall'isola. 


Dall' alto dei suoi 43 metri San Michele vigila sui destini del paese che si stende sotto di lui. 


Da secoli alla sua ombra ferve una vita operosa con un susseguirsi di grandi e piccoli avvenimenti che formano la storia della nostra Isola. 


San Michele guarda, richiama e vigila che nulla vada perduto di quanto di buono vi è nei Gradesi e che deve restare il nostro patrimonio spirituale nei secoli.  


Gli ultimi momenti tempestosi dell' Agelo Vecio nel  1797  li ho immaginati così:





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